Messico crociata contro i terroristi rossi di Franco Pantarelli

Emergenza dopo gli assalti dell'Esercito rivoluzionario del popolo: «Non tratteremo come nel Chiapas» Emergenza dopo gli assalti dell'Esercito rivoluzionario del popolo: «Non tratteremo come nel Chiapas» Messico, crociata contro i terroristi rossi //presidente Zedillo: «Salveremo lo Stato democratico» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Avevano lavorato più di un mese, gli uomini del Presidente messicano Ernesto Zedillo, per preparare il discorso da lui pronunciato domenica sullo stato della Nazione, una sorta di rapporto annuale sul modello del messaggio sullo stato dell'Unione che il Presidente americano tiene sempre a gennaio. Ma tutto a un tratto il testo da loro preparato era apparso superato. La cosa più importante, infatti, non era più l'illustrazione dei dati economici che secondo il Presidente fanno ben sperare per il superamento della crisi economica esplosa due anni fa; non era più la riforma politica destinata a mettere finalmente il Messico sul «cammino della democrazia vera» e non era più neanche la riforma del sistema giudiziario e della polizia, affinché possano «riguadagnare la fiducia della popolazione». La cosa più importante era diventato l'Erp e la necessità di «parare» il colpo messo a segno dai suoi militanti la settimana scorsa che aveva lasciato il Paese sotto choc. Simultaneamente in quattro Stati, i combattenti dell'Erp, Ejercito Revolucionario del Pueblo, avevano attaccato vari obiettivi ed avevano lasciato sul terreno i cadaveri di 14 soldati. Nessuno immaginava che quel gruppo, manifestatosi per la prima volta pubblicamente solo due mesi fa, fosse così forte, così esteso e così ben coordinato. E la scoperta aveva lasciato sgomenti. Così Zedillo ha messo mano al discorso che i suoi uomini avevano preparato e ha scritto di suo pugno una pagina aggiuntiva. Con gli «zapatistas» del Chiapas, ha detto il Presidente a senatori e deputati riuniti, continueranno le trattative intraprese da mesi; l'Erp invece verrà combattuto «con tutta la forza dello Stato», senza cadere nella sua «provocazione», che secondo Zedillo è quella di suscitare una repressione indiscriminata per suscitare a sua volta la ribellione della gente comune. Questo perché «oggi più che mai la violenza è ingiustificata» e perché il popolo messicano «non ha nessuna voglia di abbandonare la democrazia per cedere all'autoritarismo intollerante di altri». La prova di questo? Un sondaggio pubblicato dai giornali di Città del Messico secondo il quale la popolarità di Zedillo è più alta che mai: il 46 per cento in suo favore, contro il 35 per cento nel giugno scorso. Ma per combattere una forza come quella messa in mostra dall'Erp, forse i sondaggi non bastano. Occorrono una strategia, una tattica e una conoscenza del nemico di cui il Messico «ufficiale» non sembra disporre, visto che gli attacchi della settimana scorsa hanno colto tutti di sorpresa. Così è cominciata la corsa a saperne di più e l'intervista rilasciata qualche settimana fa al settimanale «Proceso» dal «Comandante Vicente», il capo dell'Erp di cui nessuno sa nulla, è diventata di colpo un testo da studiare parola per parola. «Colpire e sparire», dice il Comandante Vicente. «La nostra mobilità non intende fornire all'esercito messicano un fronte preciso da attaccare. I suoi piani di battaglia non serviranno a nulla». Fin qui siamo sul classico dei manuali di «guerra per bande». Ma qual è la consistenza dell'Erp? La minaccia che presenta è superiore o inferiore a quella degli «zapatistas» del Chiapas? La forza dispiegata dall'Erp la settimana scorsa, hanno calcolato i comandanti dell'esercito, non va oltre i 150 uomini (anche se ovviamente nessuno sa se esiste una «riserva» e quanto è consistente), ma l'armamento è di prim'ordine: Ak-47, AR-15 e moderne mitraghette. E' dunque «militarmente più forte» degli «zapatistas», notoriamente dotati di vecchi fucili, ma a differenza di quelli l'Erp non dispone di un territorio su cui organizzare la propria roccaforte. C'è il rischio però che i due gruppi si alleino, ed è probabilmente per questo che Zedillo, nel suo discorso, ha voluto fare una netta distinzione fra loro. Franco Pantarelli Miliziani del subcomandante Marcos. I ribelli del Chiapas sono più numerosi ma meno armati dei guerriglieri dell'Erp

Persone citate: Ernesto Zedillo, Zedillo

Luoghi citati: Città Del Messico, Messico, New York