Riaprono le fabbriche vacanze addio

In 400 mila sono tornati a casa: ombre e luci sul futuro di occupazione e contratti In 400 mila sono tornati a casa: ombre e luci sul futuro di occupazione e contratti Riaprono le fabbriche, vacanze addio Sangue sul rientro: due morti Da oggi si comincia davvero. E' finita l'estate dei torinesi che non hanno abbandonato la città, sono finite le ferie di quelli che se ne sono andati a guardare paesaggi diversi. Spiagge e monti sono un ricordo: questa mattina alle 6 scatta il primo turno alla Fiat, momento che da anni simboleggia la ripresa dell'attività industriale torinese. Un ritorno al lavoro che ha richiamato a casa circa 400 mila persone, operai e impiegati dell'indotto. Siamo stati poco più di mezzo milione per 4 settimane, adesso torniamo ad essere 900 mila. E nelle prossime due settimane riappariranno zainetti e cartelle: l'il torneranno a scuola gli studenti delle superiori, il 16 quelli delle elementari e delle medie e i bambini delle materne. Ma che autunno ci aspetta? Gli indicatori economici non inducono a essere ottimisti: sono oltre 195 mila gli iscritti al collocamento in Torino e provincia (record storico negativo), la Fiat a settembre e ottobre ridurrà la produzione di 18 mila auto. Un autunno, dunque, che potrebbe diventare «caldo» anche in vista del rinnovo del contratto dei metalmeccanici. E proprio il tema lavoro è nell'agenda di Comune e Regione. 119 settembre arriverà in Municipio il ministro del Lavoro Pier Luigi Bersani. Si incontrerà con l'amministrazione comunale e le forze sociali ed economiche. La settimana successiva lo stesso argomento sarà affrontato da consiglieri regionali e parlamentari piemontesi. Il capitolo «rientro» (traffico regolare, poche code in autostrada) si chiude purtroppo con un incidente mortale. Due le vittime in uno scontro che ha coinvolto un'auto e una moto. Alle 19 sulla statale 589 dei laghi di Avigliana hanno perso la vita Luca Antonio Peirano, 19 anni, studente, Sangano, via S. Giovanni Bosco 18, e Renato Tallone, 57 anni, pensionato, via Fortunato Perino 13, Villar Dora. L'air-bag ha salvato Armando Roggero, 19 anni, via Alfieri 14, Bruino. La Fiat barchetta guidata da Roggero (al suo fianco sedeva Peirano) è uscita di strada ed è finita nella corsia opposta, dove stava transitando il pensionato sulla propria moto Guzzi. Due morti sulla statale dei Laghi di Avigliana nello scontro tra un'auto e una moto L'AUTUNNO DIETRO L'ANGOLO FRANCESCO Devalle, neo presidente degli industriali torinesi, non ci sta a inserirsi nel tormentone estivo «recessione sìrecessione no», parola nefasta che crea danni solo a essere pronunciata perché evoca immagini di cancelli sbarrati, code di disoccupati, famiglie disperate. Preferisce parlare di «situazione negativa da fine '95», «stagnazione dei consumi», «Pil in crescita modestissima», «bene gli investimenti, ma come coda del '95». E con una immagine sintetizza la situazione torinese: «Siamo su un crinale: di qua c'è la ripresa possibile, di là il declino possibile». E allo stato attuale pochi scommettono su come finirà questa eterna partita che si gioca sul futuro di una città a solidissima vocazione industriale, ma investita prima e più di altre da ripetute rivoluzioni tecnologiche che ne hanno intaccato certezze, culture, comportamenti. Devalle, che di suo ha una vocazione all'ottimismo («sono convinto che pessimismo genera pessimismo»), precisa: «Ci sono mille segnali di preoccupazione tra i nostri associati». E incomincia a snocciolare problemi antichi e emergenze moderne. Dice: «Il costo del denaro, malgrado il timido sforzo del San Paolo, continua a essere di 7 punti oltre l'inflazione» e aggiunge: «I lacci e lacciuoli rappresentati da una burocrazia farraginosa, elefantiaca sono diventati autentiche gomene». E poi il fisco: «In Gran Bretagna la situazione è migliorata da quando hanno abbassato sostanziosamente l'aliquota fiscale sui redditi di impresa». Aggiunge: «Noi proponiamo una seria riforma fiscale e vogliamo ricordare che quando c'era la Tremonti che detassava gli utili reinvestiti gli investimenti erano ripresi». E per dare una mano a un mercato di sostituzione dell'auto asfittico Devalle propone «un sostegno alla domanda di auto come hanno fatto in Francia» dove è stata abbattuta l'aliquota Iva. Precisa: «Non mi sembra un'eresia aiutare le proprie imprese migliori». C'è ima parola che ricorre spesso nei ragionamenti di Devalle: cambiamento. Formula che viene applicata prima di tutto ai problemi dell'occupazione. Dice: «Ormai è noto che anche se aumenta la produzione non automaticamente cresce l'occupazione. A Torino c'è stata una leggera ripresa dell'occupazione, meno cassa integrazione e meno iscritti alle Uste di mobilità. Ma i disoccupati, soprattutto giovani, sono tantissimi e in vent'anni in Italia sono raddoppiati». E allora: «Le uniche nazioni dove si creano posti sono Usa e Gran Bretagna perché hanno pienamente accettato l'importanza del mercato senza le interferenze immanenti dello Stato che creano immobilismo. Da noi abbiamo fermato l'orologio agli Anni della crescita economica. Oggi serve cambiare leggi e mentalità: rendere elastico