Caro amico ti devo il capolavoro

IL CASO. Gli scrittori francesi e i loro alter ego nella vita e nell'arte IL CASO. Gli scrittori francesi e i loro alter ego nella vita e nell'arte Caro amico, ti devo il capolavoro Da Celine a Camus, complicità e qualche dramma PARIGI DAL NOSTR DAL NOSTRO INVIATO Con lui, Apollinaire girava i bordelli di Parigi e cenava a casa di Picasso e Matisse. Mauriac lo convertì. Da lui Saint-Exupéry imparò a disegnare, da lui Celine venne iniziato alla malavita di Montmartre (ma fu ancora lui a scagionarlo al processo per collaborazionismo). Da lui, Drieu la Rochelle trasse ispirazione per l'eroe negativo del suo romanzo, e quando lui per la vergogna si suicidò, scrisse disperati versi per chiedergli perdono, e finì per seguirlo.,. Che cosa sarebbero stati i grandi scrittori, senza il loro migliore amico? Senza un altro scrittore al fianco, di scarsa fortuna ma di grande cuore, un alter ego con cui dividere la vita e l'arte, sarebbe cominciato comunque 0 Viaggio al termine della notte, sarebbe scoppiata ugualmente la Peste, e quale volto avrebbe avuto il Piccolo prìncipe! In cerca di una risposta, Macha Séry, giornalista e scrittrice, ha ricostruito nel suo saggio Des amis en toute saison, appena pubblicato da Flammarion, la storia della relazione tra otto scrittori e il loro migliore amico. Il professore di filosofia per Albert Camus. Il vicino di banco per Jean Giraudoux. Il compagno di scippi e di bevute per Pierre Drieu La Rochelle. Altre volte, però, l'Amico è un padre spirituale. Come il critico d'arte Leon Werth, intimo di Cézanne e Mirabeau, per Antoine de Saint-Exupéry. Di 22 anni più vecchio, Werth invita tutti i giorni «Tonio» a pranzo, e gli insegna a disegnare. Una sera, sul retro della fattura della lavanderia, Leon e Antoine schizzano il profilo di un piccolo principe biondo a cavallo di una nuvola. Demiurgo è anche Jean Grenier, docente di filosofia al liceo di Bab el Oued a Algeri, per il suo allievo Albert Camus, che nel suo primo romanzo, Le Premiar Homme, lo identifica con il padre che ron ha mai conosciuto. E' il professor Grenier che lo induce a studiare filosofia, a continuare a scrivere e a prendere la tessera del partito comunista. Nel gruppo c'erano Max Jacob, Picasso, Braque, Derain, il Doganiere Rousseau, Matisse. E poi loro due, Guillaume Apollinaire e André Billy, un genio e un autore di romanzi popolari, in tutto una cinquantina di titoli, rinvenibili ora con un po' di fortuna da qualche bouquiniste. Però è il secondo a trovare lavoro al primo. André dirige un giornale al quale Apollinaire collabora (e di cui diventerà editore). Si chiama «Les Soirées de Paris». Le notti di Parigi, i due amici le esplorano fino in fondo. Gran conoscitori di bordelli si fanno beffe delle maitresses del Marais fingendosi ebrei e reclamando un «casino casher». E Apollinaire perseguita i postini, scrivendo l'indirizzo dell'amico in rima, anche quando gli racconta dal fronte della Grande Guerra l'agonia dei «poilus» massacrati dal Re Obice. Quando una palla di obice ferisce Guillaume alla testa, André passa le notti al suo capezzale a Val-de-Grace. Il suo affetto non basterà a vincere l'infezione. Frangois Mauriac e André Lafon Gli italiani, quando guardano se stessi, nei momenti di intimità, decisamente non si piacciono. Mi arrivano confessioni e recriminazioni che riguardano ogni campo. Evidentemente, l'intenzione di cambiare, di rimetter le cose a posto, di ripartire per una nuova vita e una nuova dignità c'è. Ma chissà se c'è abbastanza energia per realizzare l'impresa? [o.d.b.] Dopo molti ripensamenti Egregio OdB. dopo molti ripensamenti mi accingo ad usare la sua rubrica per esprimere alcuni semplici concetti: I giovani hanno grandi difficoltà ad inserirsi nel mercato del lavoro, la società italiana è molto classista. Non sono né uno storico né un sociologo. Perdonerà, quindi, la semplicità delle mie osservazioni. Due grandi rivolgimenti: I) la seconda guerra mondiale (in particolare la lotta partigiana); 2) il movimento studentesco del '68 hanno permesso a dei giovani l'inserimenro progressivo in posti di rilievo nel mondo economico, intellettuale del Bel si incontrano sul treno che da Bordeaux li porta a Parigi. Uniti dall'università e dai vagabondaggi notturni, sono lontani per cultura e origine: il primo educato dai padri maristi e proveniente dall'alta borghesia cattolica e antidreyfusiana, 3 secondo di famiglia modesta e ateo. Mauriac sogna di convertire l'amico, e lo manda dal suo confessore, l'abbé Petit. Lafon cade in ginocchio ai suoi piedi, e scrive a Mauriac: «Grazie a te ho udito la voce che dovevo intendere». Quando Lafon morirà, nel 1915, Mauriac scriverà il diario della loro amicizia, Vita e morte di un poeta. E ancora cinquantanni dopo, nel 1966, scriverà di lui come dell'«essere più dolce che mi sia stato dato d'amare». Eteronimo e testimone a difesa: non si può negare che Albert Paraz si rivelerà un compagno prezioso Celine, autore di «Viaggio al termine della notte» per André Celine, che lo conosce in sanatorio e lo frequenta nei bistrot di rue Lepic, dove i due annotano l'argot dei malfattori che diventerà la lingua del Voyage au bout de la nuit. Nel novembre 1948 Paraz pubblica, nel suo libro Le Gala des vaches, le lettere di Celine bloccate dalla censura. Ed è ancora Paraz a guidare la campagna in difesa dell'amico processato per collaborazionismo. Ma la storia più drammatica tra quelle indagate dall'autrice è l'amicizia tra Pierre Drieu La Rochelle e Jacques Rigaut, impiegato con il sogno della letteratura. Pierre e Jean si conoscono alla Sorbona, tramite un amico comune: Louis Aragon, il poeta. Frequentano l'atelier del pittore Jacques-Emile Bianche, i bordelli delle Halles, i circhi, i bar-à-vins, le boites. Nel 1923, Drieu La Rochelle pubblica La Valise vide, la valigia vuota, «un fratricidio per procura letteraria». Il protagonista, Gonzague, è il ritratto del suo compagno Jacques: un impiegato frustrato, scrittore a tempo perso, gran bevitore, che si diverte a scippare i passanti. Jacques si guarda allo specchio nelle pagine dell'amico, e non regge alla vergogna. Tradito nel suo affetto e nelle sue convinzioni politiche anarchiche (Drieu ha ormai scelto l'estrema destra, Breton il comunismo), Jacques Rigaut si spara alla testa con una Brovvning. Sconvolto, Drieu scriverà Adieu à Gonzague, un mea culpa postumo: «Da tempo volevo scriverti scusa, Gonzague, amico mio...». Quando anche Drieu si suiciderà (con il gas), nel 1945, nei suoi bagagli troveranno i fogli dell'Adler* al suo migliore amico, diventato il suo peggiore personaggio. AldoCazzullo Giuseppemeno di anni gli fdiana e s Chi «longa manus», chi piccolo doppio, chi semplice sostegno

Luoghi citati: Algeri, Bordeaux, Parigi