Sesso in cambio d'eroina

IL CASO Mentre la piaga del «buco» stronca cinque giovani in tre giorni Sesso in cambio d'eroina Ricattò minorenne, condanna a 8 anni IL CASO TORNA L'ALLARME DROGA La droga uccide a Torino cinque giovani in una settimana, e contemporaneamente a Castellamonte è protagonista di uno squallido ricatto con vittima una minorenne: sesso in cambio di «dosi». Avevano dai venti ai trentacinque anni i morti a Torino: si chiamavano Giovanni Granozio, 34 anni; Mario Ruggiero, di 20; Borsi Minot, 25; fino a Emanuele Gallo, 22 anni, residente in provincia di Cuneo ma trovato cadavere a Torino, e Gianluca Lariccia, 21 anni, abitante in via Reggio 14, stroncati ieri. Cinquantenne, invece, l'aguzzino affamato di sesso che ha praticamente schiavizzato una quindicenne nel Canavese, anche lei prigioniera del «buco»: Carlo Cocola, classe 1945, residente a Castellamonte in via D'Azeglio 213. Di lui non hanno avuto alcuna pietà i giudici del tribunale di Ivrea: lo hanno condannato ieri a otto anni e 8 mesi di carcere, 55 milioni di multa, interdizione perpetua dai pubblici uffici, oltre al risarcimento del danno in sede civile. Molto più dei sette anni richiesti dal pm Fornace. Carlo Cocola, un passato da muratore, ma soprattutto spacciatore di droga per molti giovani della città. La sua «vittima», Francesca (un nome di fantasia per proteggerne l'ano- nimato), non era presente in aula quando il presidente Cecilia Marino, dopo circa due ore di camera di consiglio, ha letto la sentenza. Ora vive in una comunità terapeutica, nel Vercellese: si sta lasciando alle spalle l'eroina e cerca di ricucire le ferite della sua adolescenza disgraziata. Ai giudici Francesca aveva raccontato ogni cosa il 10 giugno scorso, in un'udienza a porte chiuse: di come aveva iniziato a sniffare e poi a bucarsi, di quando gli «amici» la facevano prostituire sulla strada (nonostante fosse poco più di una bambina) in modo da avere i soldi per le dosi. E infine aveva parlato di Carlo Cocola, l'ultimo suo fornitore, l'uomo che le dava la droga in cambio di sesso: rapporti consumati in auto, nascosti fra i boschi della zona. «Ero consenziente - avrebbe ammesso la ragazzina durante l'interrogatorio -, ma tutto questo, comunque, mi umiliava». Lo stesso imputato, difeso dall'avvocato Franco Ecclesia, ha poi confessato di essersi fatto pagare in quel modo dalla ragazza. «Ma all'inizio - ha detto ai giudici - non sapevo che fosse minorenne; dimostrava qualche anno di più. E' poi stata lei a dirmi la sua età, ma ormai avevamo già avuto rapporti sessuali». La vicenda era esplosa nel novembre dello scorso anno, quando i carabinieri di Castellamonte, indagando su un traffico di eroina in città, vennero a sapere di quella ragazzina mandata sulla strada per rifornire di droga se stessa ed altri giovani. Fu un'inchiesta lampo: Francesca venne sentita dai militari, il pm Fornace non ebbe poi esitazioni a ordinare l'arresto di Carlo Cocola. E il 13 novembre scattarono le manette per l'ex muratore, assieme al quale furono denunciate altre persone: Raffaele Marzano, 31 anni, Fiorenzo Perono Biaccardo, di 32, Mario Caruso, di 26, tutti di Castellamonte, e Ivano Bortolozzo, 23 anni, di San Giorgio Canavese. La loro vicenda giudiziaria è già conclusa: due mesi fa hanno patteggiato pene tutto sommato miti, da 6 a 18 mesi. E sono finiti alla sbarra anche Fabio Cocola, 24 anni, figlio di Carlo, e Ivan Cavallo, 25 anni, entrambi di Settimo Torinese. I due (difesi dall'avvocato Mencobello e condannati rispettivamente a 6 e 8 mesi di reclusione) erano accusati di minacce e lesioni nei confronti di Antonino Sardella, uno dei testi dell'inchiesta. Il legale di Cocola, l'avvocato Ecclesia, nei prossimi giorni presenterà istanza perché vengano concessi gli arresti domiciliari al suo assistito, che dal novembre scorso è in una cella del carcere eporediese. E ha già annunciato il ricorso in appello: «E' una sentenza eccessivamente severa, molti particolari del processo vanno riesaminati». Intanto a Torino, le cinque morti consecutive per overdose creano un inquietante ma verosimile sospetto tra le forze dell'ordine: la causa e la tipologia delle morti sarebbe infatti ricollegata a una micidiale partita di «roba» distribuita da nuovi fornitori che si teme possano ancora mietere vittime fra chi dipende dal «buco». Mauro Revello Carlo Cocola, 51 anni