«I carabinieri nelle vigne»
VENDEMMIA «FUORILEGGE» Copagri denuncia: cercano personale «abusivo», ci difenderemo «I carabinieri nelle vigne» A Treviso, per scortare ispettori Inps VENDEMMIA «FUORILEGGE» STREVISO ARA' una vendemmia blindata. Con trenta ispettori dell'Inps provinciale che, scortati dai carabinieri, nei venti giorni «caldi» gireranno per le cinquantamila aziende agricole trevigiane (dimensioni che variano da mezzo a quindici-venti ettari circa) a caccia di «manodopera stagionale abusiva». A dipingere questo quadro a tinte più che fosche è l'Unione Generale Coltivatori provinciale, che dopo aver bersagliato di raccomandate e telegrammi il ministro Treu, il prefetto e i presidenti delle Camere di commercio del Veneto, l'altra sera in una affollatissima assemblea con un centinaio di coltivatori a San Polo di Piave ha lanciato l'ultima sfida: «Ci difenderemo da soli. Verranno gli ispettori con i carabinieri al seguito? E noi istituiamo un numero verde, al quale gli associati si potranno rivolgere per segnalarci l'arrivo dei controllori. E pochi minuti dopo in quell'azienda ci sarà anche una nostra "pattuglia"». Paolo Casagrande, il presidente della Copagri, ha spiegato la vicenda più o meno così anche al prefetto di Treviso, Torda. Tanto che, quest'ultimo, venerdì pomeriggio ha inviato una dettagliata relazione al Roma, destinazione ministeri del Lavoro e dell'Interno. Nodo della questione è il pericolo di multe salate (fino a un milione) e denunce per i viticoltori che si faranno aiutare, anche soltanto da amici, conoscenti o parenti, nella vendemmia. Perché, per poter prendere in mano le forbici ed andare fra i filari, bisognerà essere regolarmente assunti, anche se solo per pochissimi giorni. E sono ben dodici i passaggi amministrativi e fiscali - spiega Casagrande - che l'azienda, piccola o grande, dovrebbe fare per procedere all'assunzione di un vendemmiatore. «E non basta - dicono i coltivatori - quest'anno c'è forte carenza di manodopera nonostante la buona paga oraria (dalle 8650 lire fino a 10 mila lire l'ora), dunque se non vogliamo far marcire l'uva sulle viti dovremo ricorrere a personale extracomunitario. Nella sola zona del Coneglianese, per questo, ci sarebbero già disponibili circa 200 cittadini polacchi, in possesso di regolare permesso turistico, pronti a lavorare. Ma non li possiamo prendere, e loro non si possono iscrivere al collocamento, unica via per procedere alla regolarizzazione del rapporto di lavoro temporaneo». Un bel guaio insomma. E mentre all'Inps dicono di non sapere ancora che cosa accadrà in questo mese (lo scorso anno, però, i verbali furono un centi¬ naio circa), dall'Unione Coltivatori partono accuse di fuoco al ministro Treu: «Un mese fa è venuto proprio qui da noi - dice Casagrande - per dirci che avrebbe presentato un decreto che avrebbe semplificato le norme per l'assunzione di stagionali. Ma poi non è successo nulla. Promesse, solo promes¬ se. E allora noi ci difenderemo da soli». «Un vendemmiatore dice ancora Casagrande - messo in regola costa circa centomila lire al giorno. Non è poco, ma molte aziende sarebbero anche disponibili ad accollarsi questo onere. Ma perdere tre giorni in media per rincorrere le varie adempienze burocratiche proprio no. Noi non possiamo accettare regole vecchie, antiquate per un settore che invece sta facendo grossi passi in avanti. A meno che...». A meno che? «Non si vogliano affossare le nostre aziende. Il Trevigiano, l'hanno scorso, ha prodotto oltre 2 milioni di ettolitri di vino. Sono due milioni e mezzo di quintali d'uva da raccogliere nelle prossime tre settimane. Se non ci lasceranno fare come abbiamo sempre fatto, facendo ricorso alla forza lavoro di amici e parenti come avviene da decine d'anni nelle nostre campagne, vorrà dire che qualcuno dovrà mandare l'esercito per vendemmiare». Flavio Corazza
Persone citate: Casagrande, Flavio Corazza, Paolo Casagrande, Treu
Luoghi citati: San Polo Di Piave, Treviso, Veneto
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