«Avviso» di sangue al boss

Il capoclan di Altofonte starebbe decidendo di collaborare Il capoclan di Altofonte starebbe decidendo di collaborare «Avviso» di sangue al boss Assassinato il cognato di Andrea Di Carlo PALERMO. Un presunto mafioso, Giovanni Giuseppe Caffrì, 54 anni, è stato ucciso con colpi di arma da fuoco ieri sera ad Altofonte, un paese alle porte di Palermo. Il delitto è avvenuto sulla strada provinciale che collega Poggio San Francesco ad Altofonte, a cinque chilometri dal centro del paese. L'uomo è stato affrontato dai sicari mentre si trovava alla guida della sua Fiat Uno. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, i killer hanno sparato da un'altra auto bloccando la Fiat della vittima. Dopo i primi colpi di arma da fuoco sparati a vuoto, Caffrì è riuscito a scendere dall'auto ed è scappato. Ma i sicari lo hanno raggiunto e ucciso dopo cinquanta metri di corsa. Giovanni Giuseppe Caffrì era imparentato con la famiglia Di Carlo, di Altofonte. Era stato arrestato nel febbraio '95 per associazione mafiosa, ed era uscito dal carcere alcuni mesi dopo. Era cognato di Andrea Di Carlo, che ha altri due fratelli, Giulio e Francesco, entrambi boss mafiosi. Era anche parente del boss Benedetto Capizzi di Villagrazia di Carini. Francesco Di Carlo, considerato il capo della famiglia di Altofonte, è rientrato in Italia quest'anno, dopo essere stato detenuto per oltre dieci anni in Inghilterra dov'era stato condannato a trent'anni di carcere per traffico di droga. Di Carlo era stato accusato da Tommaso Buscetta e da Francesco Marino Mannoia di aver ucciso, e poi di averne inscenato il suicidio, il banchiere Roberto Calvi: fu trovato impiccato sotto al ponte dei Frati Neri a Londra, nel 1982. Dopo il rientro di Di Carlo in Italia si parlò di una sua possibile volontà di collaborazione con la giustizia, ma il boss non è mai entrato ufficialmente nel piano di protezione dei pentiti. Di Carlo è stato interrogato a lungo dal sostituto procuratore palermitano, Gioacchino Natoli. Altofonte è anche il paese dei pentiti Santino Di Matteo e Gioacchino La Barbera, che si sono autoaccusati di aver partecipato alla strage di Capaci del 23 maggio '92 nella quale morì Falcone. Il padre di La Barbera è stato trovato impiccato nel suo casolare. Il figlio di Di Matteo, Giuseppe, è stato rapito e ucciso da Giovanni Brusca e da altri componenti della cosca di San Giuseppe Jato. Recentemente un pentito aveva rivelato un piano di Giovanni Brusca e di Totò Riina per uccidere i fratelli del boss Francesco Di Carlo, che secondo i mafiosi si appropriavano di soldi frutto del traffico di droga. Il piano - ha raccontato il pentito - non fu attuato perchè Riina e Brusca avevano paura che Di Carlo, ancora in carcere a Londra, si pentisse. Un investigatore presente ad Altofonte ieri sera ha commentato: «E' probabile che per spiegare l'omicidio di Caffrì dovremo analizzare bene la posizione giudiziaria di Francesco Di Carlo». [Ansa] Il boss mafioso Francesco Di Carlo