Difende le paghe degli operai incisa

l'architetto si è rifiutata di consegnare ai due banditi il marsupio con i soldi l'architetto si è rifiutata di consegnare ai due banditi il marsupio con i soldi Difende le paghe degli operai, incisa Palermo-, finisce nel sangue la rapina al cantiere PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Due rapinatori hanno assassinato a Palermo Mimma Ferrara, 48 anni, fuggendo con gli stipendi degli operai del cantiere edile diretto dalla donna, sei milioni in tutto. Probabilmente, la donna ha tentato di difendere disperatamente il marsupio che conteneva il piccolo «tesoro», mentre sembra remota l'ipotesi di un delitto di mafia per uno sgarro nell'ambiente degli appalti. Poco prima delle 16, i due killer si sono fatti aprire il cancello del cantiere edile distante poche decine di metri dal castello arabo della Zisa. Hanno chiesto del direttore del cantiere e uno degli operai ha avvertito Mimma Ferrara che è uscita, andando incontro agli ospiti. I due hanno cominciato a urlare: «Vogliamo lavoro!». «Siamo al completo», ha risposto la donna. «Mi dispiace davvero, ma non posso far nulla per voi», ha insistito. I due, allora, si sono diretti verso il cancello. Hanno percorso una decina di metri e, quando sembrava che stessero per andarsene sul serio, sono tornati di corsa verso la vittima. Uno ha impugnato la pistola e ha fatto fuoco. Un solo colpo che le ha trapassato il torace. Mentre la donna stramazzava sul pavimento di un corridoio, il proiettile è rimbalzato su un muro e ha ferito uno degli operai testimoni del dramma. Poi, gli assassini sono fuggiti con il marsupio in cui Mimma Ferrara aveva i sei milioni degli stipendi. Quando la polizia, ricevuto l'allarme per telefono al 113, è giunta in forze nel rione arabo della Zisa non c'era più niente da fare. Dal cantiere di via Villa Nicolosi il cadavere è stato portato nell'obitorio dell'Istituto di medicina legale dove sarà eseguita l'autopsia. E si sono rivelati inutili i posti di blocco istituiti in tutta la città e i controlli di molti sospettabili. «La dinamica è quella di una rapina finita nel sangue ha detto in serata in questura uno degli investigatori della sezione omicidi -, ma non ci sembra il caso, per il momento, di scartare a priori l'ipotesi di una simulazione». E proprio nella considerazione che gli assassini, portando via i soldi abbiano voluto far pensare a una rapina, la polizia sta cercando di capire se nell'appalto per la costruzione di alcune palazzine destinate a centro sociale possa esservi qualche zona oscura. D'altra parte, ormai, da molti anni a Palermo la mafia non uccide più per i contrasti nell'edilizia. Rendono molto di più il business della droga e il racket delle estorsioni. Sembrano remoti gli Anni Sessanta, quando i boss si scontravano per appalti e forniture dei materiali edilizi, quando si uccideva anche per imporre l'assunzione di pochi operai e guardiani notturni e le vittime finivano nelle vasche colme di calce viva o in blocchi di cemento. Adesso la polizia sta appurando i particolari sulla vita della vittima, il cui marito, Carlo Romano, in vacanza nel Messinese, è stato avvertito ed è rientrato in fretta a Palermo per fornire ogni notizia utile agli inquirenti. Antonio Ravidà Volevano anche rubargli la motocicletta Già presi i killer Sotto: Francesco Russo, uno degli spacciatori killer. A sinistra: il luogo dell'agguato a Luigi Pizzo. 24 anni Il corpo senza vita dell'architetto Mimma Ferrara, 48 anni

Persone citate: Antonio Ravidà, Carlo Romano, Francesco Russo, Luigi Pizzo, Mimma, Mimma Ferrara

Luoghi citati: Ferrara, Palermo