Notti, finestre e Sorpassi di Alessandra Levantesi

Notti, finestre e Sorpassi Notti, finestre e Sorpassi C'è molta America nel gran bazar delle rassegne parallele al concorso VENEZIA. In una sventata intervista a «Il Gazzettino», interpellato su «cosa manca alla Mostra di Venezia per essere una cosa seria», Vittorio Sgarbi risponde: «Le manca principalmente l'America». Il molto affaccendato opinionista non si è evidentemente accorto dell'esistenza della sezione «Notti veneziane», dove da anni Hollywood spadroneggia (sin troppo, osserva qualcuno) portando al Lido kolossal, divi e divine. Ma il vezzo di non considerare nulla di ciò che si svolge al di là del concorso per il Leone d'oro (dove pure, con buona pace di Sgarbi, film made in Usa ci sono) è purtroppo diffuso; mentre il popolo dei cinefili che in queste ore sta affluendo non guarda alle eti- ; chette e affolla anche le proiegjor» delle sezioni impropriamente definite «minori». Tra queste «Corsia di sorpasso» è l'aggiornata versione della vec¬ chia sezione «Informativa», nel quadro della quale videro la luce tanto per fare un esempio «Il posto» di Olmi e «Accattone» di Pasolini. Il titolo un po' bizzarro vuol forse suggerire che alcuni dei film selezionati potrebbero sorpassare in interesse quelli del concorso; o magari l'idea è di proporre autori in crescita, da tener d'occhio: soprattutto quest'anno in cui le opere prime sono tante, a cominciare dall'americano «Swingers» di Doug Liman che inaugura oggi. Quanto a «Finestra sulle immagini» è, come si sa, la sezione prediletta dal direttore che l'ha inventata cinque anni fa. E' in questo bazar del documentario, fUm sperimentale, critofilm, inchiesta, ricerca e altro che PonWocjoìo. wajtg. espressa al meglio la sua idea di mostra del cinema sulla svolta del Terzo Millennio. Stavolta i titoli nostrani sono concentrati nella Settimana Ita- liana allo scopo di rinnovare l'immagine di una rassegna che negli infelici Anni Ottanta (allora si chiamava De Sica) fu definita «il settore incurabili». All'invito della mostra hanno risposto reputati registi come Piavoli, Giraldi, Cittì, un esordiente di nome come il drammaturgo-sceneggiatore Ugo Chiti e i (per ora) meno noti Michele Sordillo, Wilma Labate e Maurizio Fiume. E nulla vieta che a qualcuno di questi film, tagliati fuori dalla premiazione ufficiale, venga attribuito dal pubblico festivaliero un ideale leoncino. Per finire è americanissima, e Sgarbi come critico d'arte alcuni di questi film dovrebbe avere voglia di vederli, la retrospettiva «The Beat Goes On» dedicata alla Beat Generation. E torniamo così alle «Notti veneziane» con i loro hollywooditi rampanti («Independence Day», «The Frightners», «Bound», «Last Man Standing», «Multiplicity») cui si contrappongono dal pianeta Europa «La sciamana» dello spregiudicato Zulawski; e «Bambola» con l'incognita Valeria Marini, smaniosa di passare dal ruòlo di vedette televisiva a quello di attrice. Bigas Luna farà il miracolo? Alessandra Levantesi

Luoghi citati: America, Europa, Hollywood, Usa, Venezia