Gli sconti a chi collabora? Non saranno più automatici»
Gli sconti a chi collabora? Non saranno più automatici» Gli sconti a chi collabora? Non saranno più automatici» IL MINISTRO FLICK IROMA pochi giorni di vacanza a Courmayeur, scombinati dal caso Priebke e dal ricorrente problema della custodia cautelare riproposto dal suicidio dell'ex parlamentare Cannine Mensorio. Ora, appena ritornato negli uffici umbertini di via Arenula, arrivano la vicenda Brusca e la nuova ipotesi di soluzione politica per Tangentopoli. La proverbiale calma di Giovanni Maria Flick sembra essere messa a dura prova. Anche se lui, come ministro di Grazia e Giustizia, con i pentiti c'entra e non c'entra. «Il problema dei pentiti - chiarisce subito - è un problema in cui il ministro della Giustizia può intervenire solo ed esclusivamente per esaminare l'opportunità di modificare la legge. La valutazione dell'attendibilità di un collaboratore di giustizia spetta solo ai magistrati». E lei sta valutando? «Non da ora, ma da parecchio è al lavoro un gruppo misto composto da funzionari dei ministeri dell'Interno e della Giustizia che ha già evidenziato una serie di problemi e avanzato un elenco di proposte di cui, sono certo, il ministro Napolitano terrà conto nella sua proposta di legge». Se ne discuterà presto? «Aspettiamo solo che si insedi la commissione Antimafia che mi pare la sede più adatta per verificare le eventualità di prospettive e di cambiamento». Che cosa dovrebbe cambiare? «Ho un'idea in testa, dal momento in cui scrivevo il programma dell'Ulivo. Che possa essere opportuno, vista la crescita esponenziale dei pentiti, scindere il momento della protezione, della tutela personale del collaboratore di giustizia, e che è un fatto puramente amministrativo, di competenza del ministero dell'Interno, da ouello successivo. Quello cioè della valutazione della sua attendibilità e dell'eventuale accesso alle attenuanti o a sconti di pena». Il ministro non lo dice, ma si capisce il perché di tale distinzione. Oggi la semplice ammissione al programma di protezione, affidato alla discrezione delle forze di polizia, implica automaticamente anche l'accesso agli sconti di pena. Con la nuova legge non sarà più così. Si spera con questo di favorire penti- menti più sinceri e meno calcolati. Ma come funzionerà, in pratica? «Al magistrato sarà attribuito il compito di valutare, dopo approfonditi riscontri, la sincerità e l'utilità delle confessioni degli imputati di mafia. E sempre ai magistrati sarà assegnato il compito di applicare, nei casi in cui ricorrano gli estremi, gli sconti di pena previsti». E la protezione dei pentiti? «Quello sarà compito del ministero dell'Interno. E in futuro si potrà dare il caso di un pentito protetto ma che non potrà avere sconti di pena o viceversa». I giudici antimafia sono d'accordo? «Proprio oggi pomeriggio (ieri, ndr) sia io sia il ministro Napolitano abbiamo ricevuto, su loro richiesta, i giudici Caselli, Tinebra e Vigna e abbiamo anticipato loro le linee essenziali del provvedimento allo studio». Con qualche raccomandazione? «Assolutamente no. Si tratta di magistrati molto seri. Se poi lei si riferisce alle indiscrezioni che vengono raccolte dai giornali le ricordo che nel pacchetto di proposte di legge da me presentato il 2 agosto ce n'è anche una che riguarda le esternazioni dei giudici. La norma prevede, in accordo con quanto suggerito dallo «Sbagliata la via del condono per uscire da Tangentopoli né si deve depenalizzare il falso in bilancio» «I magistrati valuteranno la sincerità delle confessioni E poi decideranno le misure» Gli scoNon sa
Persone citate: Caselli, Giovanni Maria Flick, Mensorio, Napolitano, Priebke, Tinebra, Vigna
Luoghi citati: Courmayeur
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