Centro lagrange la vita riprende

Completato il trasloco tra i negozianti affiora un cauto ottimismo per i mesi futuri Completato il trasloco tra i negozianti affiora un cauto ottimismo per i mesi futuri Centro lagrange, lu vita riprende Dopo lo spostamento in piazza Cln Nove giorni di rodaggio per l'ala adiacente alla fontana della Dora, neanche una settimana per quella accanto al Po. Un po' presto per sondare il richiamo dei padiglioni di piazza CLN e il decollo dei 25 negozi traslocati qui in attesa di tornare al «Centro Lagrange 15», sottoposto a bonifica e riqualificazione. Ma i sintomi sono positivi. Scherza Fabio, barman al caffè Agorà: «I primissimi clienti? Ragazzi e mattacchioni. Gli adolescenti sono i nostri habitués di via Lagrange, gli altri risultano gente eccentrica e molto sola, tanto innocua quanto svaporata, che ha trovato qui un riferimento nel deserto d'agosto. Due tipi di clienti che portano bene». Bene per gli esercenti, che incrociano le dita per scaramanzia. E bene soprattutto per il varo di una formula commerciale che nonostante l'ingombro della piazza contestato dai commercianti adiacenti - riesce ad abbinare con simpatia la cornice da loft industriale e l'allegro technicolor delle proposte ammassate negli stand. Riassume il presidente del consorzio Giancarlo Perazzo: «Adesso che siamo riusciti a traslocare grazie alla collaborazione del Comune, il più è fatto. Anche se resta da risolvere il problema dei magazzini. Ai primi di agosto abbiamo scoperto di dover abbandonare i sotterranei di via Lagrange 15, con l'impossibilità di trovare una soluzione alternativa nel pieno delle vacanze. Chiunque abbia proposte in proposito sarà il benvenuto». Benvenuto ogni nuovo cliente, nel frattempo. A partire dagli impiegati del centro che, rientrati al lavoro, nell'intervallo di mezzogiorno cominciano a movimentare i padiglioni aperti ad orario continuato dalle 9,30 alle 19,30. A scelta tra orecchini da naso e «marshmallows» alla liquirizia: libri e abbigliamento, gioielli e dolciumi, giochi, gadget, videocassette o proposte esotiche di arredamento. Spiega al Gold Shop Giovanni Caluori, portavoce dei commercianti traslocati: «Riducendo lo spazio degli stand, abbiamo selezionato una gamma merceologica il più possibile completa. La calibreremo ulteriormente, in base alle richieste e al tipo di clientela». L'importante è partire con il piede giusto e un servizio aggiornato. Per cui Caluori sta lanciando un'inedita serie di orologi Hi-tech abbinati ad ogni tipo di accessorio, compresi bussola e portapillole. E da «Andaman» Simona e Stefania, abolito il legno di balsa «per contribuire a salvare le foreste», si affrettano a svendere le ultime farfalle imbalsamate «perché con certe crudeltà è davvero ora di finirla». Nessuno sconto e nessuna confezione-regalo nel «discount» di agende e gadget specializzato in soffici, provvidenziali giochini antistress. Neanche uno stop da Video and Company che per distribuire ai torinesi i film preferiti «Sempre gli stessi: cartoni giapponesi per i più giovani, Sordi, Maigret e Fellini per tutti gli altri» nelle ore di chiusura si appoggia a un distributore automatico in piazza Carlo Felice. Tra i giochi proposti da Gianni Teramasco al Games Centre, in mezzo a planetari che riproducono sul soffitto le stellate di ogni latitudine e scatole di specchio che trasformano in miraggio qualsiasi oggetto, gli inediti mattoncini in polvere di pietra abbinati al concorso «Ricostruiamo l'Italia». Si chiamano «anker stones», si vendono a chili, servono per rimodellare le architetture più importanti. Chissà cosa darebbero, i commercianti di piazza CLN, per qualche tonnellata di anker stones in grado di affrettare la riapertura del loro Centro, in via Lagrange. [1. r.] «Adesso il peggio è passato ma resta ancora da risolvere il problema dei nostri magazzini» Una veduta del centro commerciale e, da sinistra, Giovanni Caluori e Gianni Teramasco

Persone citate: Fellini, Games, Giancarlo Perazzo, Gianni Teramasco, Giovanni Caluori, Sordi

Luoghi citati: Italia