In via Nizza, l'aggressione» al momento di pagare una confezione di insuline «siringhe insanguinate al farmacista» di Angelo Conti

In via Nizza, ^aggressione» al momento di pagare una confezione di insuline In via Nizza, ^aggressione» al momento di pagare una confezione di insuline iih ii l fi Siringhe insanguinale al farmacista Coppia di tossicomani finisce in cella per rapina VIOLENZA E DROGA LA droga è un flagello. Spinge i tossicodipendenti a gesti assurdi, senza senso. Rapine e aggressioni che si accompagnano anche a ingenuità clamorose, tali da semplificare il lavoro di carabinieri e polizia, che spesso li arrestano nell'immediatezza delle loro imprese. Lo dimostra quanto accaduto l'altra notte a San Salvarlo. Pochi minuti prima delle cinque, due giovani tossicodipendenti bussano alla porta della farmacia di via Nizza 65. Qui è di turno il dottor Aldo Bassi, 36 anni. Il farmacista li sta ad ascoltare: vogliono una confezione da dieci «insuline», che sono le siringhe usate dai diabetici per fronteggiare improvvise crisi ma che - per le loro caratteristiche ed il loro formato ridotto - sono state adottate dai tossicodipendenti di tutto il mondo. La scatola di insuline è presto pronta. Il farmacista non teme nulla, sia perché quei due hanno volti già visti da quelle parti, sia perché il prezzo della confezione è di poche migliaia di lire. Il denaro della cassa è inoltre ben lontano, posto fuori dalla portata di qualsiasi malintenzionato dopo le brutte esperienze del passato. Al momento di pagare, i clienti rivelano le proprie intenzioni: nella mano tesa verso il farmacista, non ci sono banconote ma due altre siringhe, insanguinate. E' un attimo, i due tossicodipendenti scappano con il singolare bottino. Il farmacista si ritira nella retrobottega e chiama i carabinieri. Quanto accade subito dopo è ulteriore prova di come la astinenza induca a gesti sconsiderati e la droga confonda la mente. I due tossicodipendenti, di fatto, rinunciano alla fuga e percorsi pochi metri, in via Bidone, si fermano accanto ad un'auto e consumano il rito del buco: l'eroina, l'acqua distillata, il laccio emostatico, il buco. Prima uno, poi l'altro. Subito dopo si lasciano prendere dagli effetti del dopo-eroina e restano a terra, inebetiti. Così, qual¬ che minuto dopo, quando una radiomobile dei carabinieri transita per via Bidone, non hanno neppure la forza di reagire. I militari li bloccano, li conducono davanti al farmacista che li riconosce come i responsabili dell'aggressione. In caserma vengono identificati per Giuseppe Azzolina, 35 anni, originario di Mazarino (Catania), residente in via Damiano Chiesa 29, e Giovanni Meloni, 28 anni, nato a Pinerolo ma domiciliato a None, in via Gioberti 1. Entrambi hanno cospicui e svariati precedenti: l'Azzolina risulta essere stato arrestato otto mesi fa dai carabinieri della compagnia Oltredora, sorpreso con 25 ovuli di eroina nascosti in una manica. Giovanni Meloni era stato invece al centro di un curioso episodio quando, nell'88, aveva chiesto gli arresti domiciliari, anziché la libertà provvisoria, pur di poter stare lontano dalla droga. Poi era stato arrestato, due anni dopo per furto d'auto. Angelo Conti Giuseppe Azzolina A des. Giovanni Meloni

Persone citate: Aldo Bassi, Azzolina, Giovanni Meloni, Giuseppe Azzolina

Luoghi citati: Catania, None, Pinerolo