Leoni alla carriera poker con polemica

Il riconoscimento a Gassman, Hoffman, Altman e Michèle Morgan. Polanski guida la giuria Il riconoscimento a Gassman, Hoffman, Altman e Michèle Morgan. Polanski guida la giuria Leoni alla carriera, poker con polemica Di Pietro: «Non verrò». Stasera Veltroni apre la Mostra VENEZIA. Nel proliferare di premi e riconoscimenti, sono quattro i Leoni alla Carriera: destinatari Robert. Altman, Vittorio Gassman (che in contemporanea spegnerà 74 candeline), Dustin Hoffman (cerimonia di consegna, eccezionalmente, questa sera) e Michèle Morgan. Sulla scelta c'è stata battaglia: molti avrebbero preferito che il riconoscimento andasse ad Alida Valli piuttosto che alla Morgan. Il Consiglio direttivo della Biennale ha reso noti anche i nomi dei componenti della giuria: si tratta di Roman Polanski (presidente), Paul Auster (scrittore), Souleymane Cssè (regista), Callisto Cosulich (critico cinematografico), Anjelica Huston (attrice), Miriam Mafai (scrittrice), Mrinal Sen (regista), Antonio Skarmeta (scrittore), Hulya Ucansu (critico cinematografico). E la cronaca di giornata registra anche una delusione: il ministro Antonio Di Pietro non veiTà a Venezia, «per impegni istituzionali già programmati». Lo ha reso noto con un comunicato lo stesso ministero dei Lavori Pubblici. Di Pietro era stato invitato alla «prima» del documentario «Laguna» - in programma il 4 settembre a margine della Mostra -, prodotto dal «Comitato promotore delle iniziative per i trent'anni dell'acqua alta nella laguna di Venezia», di cui fanno parte 16 organismi tra cui il Comune. La mostra veneziana sta vivendo comunque 48 ore estremamente importanti per il suo avvenire. Questa sera il vicepresidente del Consiglio, Walter Veltroni, dichiarerà aperta la Mostra '96 c domani annuncerà la riforma della Biennale che dovrà entrare in vigore non più tardi del prossimo 15 febbraio. «Una riforma di estrema importanza - dice Gian Luigi Rondi, attuale presidente della Biennale - che si aspettava da tempo e che renderà meno burocratiche le attività istituzionali della Biennale. Ne so qualcosa io che, a vario titolo, gestisco questo ente dal 1948. Sono certo, però, che il nuovo statuto che subentra a quello approvato nel 1973, libererà la Biennale da tutti quegli impacci che l'hanno forzatamente condizionata. La riforma tiene conto delle esperienze degli ultimi anni, dei documenti ufficiali, dei suggerimenti di alcuni consiglieri». E' prevista, tra l'altro, la divisione dei consiglio direttivo in due consigli: imo si occupa di amministrazione e l'altro delle scelte culturali. Attualmente sono 19 i componenti del consiglio direttivo. Inoltre nel nuovo statuto non ci sarà più il veto, dopo quattro anni, per la riconferma dei direttori dei singoli settori. «I direttori dei festival di Cannes, Berlino e Locamo - aggiunge Rondi - se sono bravi vengono cambiati soltanto quando vanno in pensione. Noi siamo l'unica istituzione che cambia il direttore della Mostra del Cinema appena ha appreso i segreti del suo mandato». Ma Gillo Pontecorvo continua a dire no a una sua eventuale riconferma. Ieri sera Veltroni ha detto che «se dobbiamo fare in modo che le nuove generazioni amino il cinema dobbiamo fare una politica di contenimento dei prezzi dei biglietti». Ernesto Baldo

Luoghi citati: Berlino, Cannes, Venezia