Ronde verdi per proteggere la lega

Sono circa 600 i volontari in Piemonte e un terzo è a Torino Scende in campo, soprattutto di notte, il neonato «servizio d'ordine» del Carroccio I Ronde verdi per proteggere la Ugo Dopo gli attacchi, presideranno sedi e striscioni | Le Camicie verdi del Carroccio dalla prossima settimana vigileranno su tutti gli striscioni e le sedi del partito, per evitare gli «spiacevoli inconvenienti» dei giorni scorsi: dall'incendio di Cambiano alla sparizione della propaganda per la Festa sul Po del 13,14 e 15 settembre. L'hanno deciso ieri i segretari, riuniti da Gipo Farassino, con i responsabili del «Cip» (Comitato di liberazione della Padania), Roberto Ceresa e Dino Bosio, presente il coordinatore delle «Camicie», Alfredo Pollini. Ma quante sono le Camicie verdi in Piemonte? Pollini prima avverte che da Milano ha ricevuto un suggerimento: «Meno se ne parla meglio è». Poi, rendendosi conto che «l'alone di mistero è più imbarazzante del silenzio», parla: «Siamo circa 600, dei quali più di 200 a Torino». Farassino tuttavia nega che si tratti di un «corpo paramilitare». Pollini conferma: «Ha ragione Gipo. Si tratta rM un insieme di giova¬ notti, tutti volontari, compresi in un'età che va da un minimo di 18 anni ad un massimo di 35. Chi li supera fa parte della riserva». Lo stesso Pollini, avendone più di 70, se non fosse il coordinatore, dovrebbe accontentarsi di essere ausiliario. L'idea di creare questo «servizio» interno alla Lega è stata dello stesso Bossi. «Prima - ricorda Pollini - i ragazzi che vigilavano sulle nostre feste erano riconoscibili da un distintivo che portavano sulla giacca o sulla maglietta. Poi vi furono episodi spiacevoli: infiltrati che, mettendo in mostra una qualsiasi patacca, ci facevano fare brutte figure. Allora Umberto decise che il nostro servizio d'ordine doveva essere ben visibile, e suggerì che tutti indossassero la camicia verde». Verde ecologico, in grado di far «pulizia» nella Padania. C'è, però, chi teme che sia nata o stia nascendo una sorta di organizzazione paramilitare... «Chi lo pensa sbaglia - affermano Farassino e Pollini - perché la Lega impone a queste Camicie verdi regole di comportamento precise. Innanzi tutto proibisce le armi. E poi impone l'autodisciplina del sorriso. Ossia vigilare, proteggere le strutture leghiste e chi partecipa alle manifestazioni con il bon ton delle persone per bene». Le Camicie verdi non dipendono dal partito, ma dal Comitato di liberazione della Padania, che in Piemonte è rappresentato da Ceresa e Bosio e che ha come gran capo l'ex ministro Maroni. «Chi sgarra assicura Pollini - può essere espulso senza spiegazioni». Il primo impegno di massa incomincia comunque da lunedì 2 settembre, accanto agli striscioni e alle sedi leghiste. Poi, dal 13, gran gala del servizio d'ordine per l'Umberto nazionale sul Po di fronte al parco delle Vallere e durante la fiaccolata che da Moncalieri accompagnerà Bossi ai Murazzi di Torino. Giuseppe Sangiorgio Sono circa 600 i volontari in Piemonte e un terzo è a Torino I | Roberto Ceresa del «Comitato di liberazione della Padania»

Luoghi citati: Cambiano, Milano, Moncalieri, Piemonte, Torino