In carcere a Istanbul si uccide
Ragazza di Rovigo si è impiccata nel bagno, il fidanzato era morto per overdose Ragazza di Rovigo si è impiccata nel bagno, il fidanzato era morto per overdose In carcere a Istanbul, si uccide Era in cella per spaccio PADOVA NOSTRO SERVIZIO E' morta nel carcere turco di Bayram Pascià, a Istanbul. Lo stesso della sporcizia e dei maltrattamenti, della protesta a suon di morti per sciopero della fame che aveva puntato l'indice contro il governo fondamentalista di Ankara. Suicida, impiccata nella notte fra sabato e domenica nel bagno della cella con strisce di lenzuolo, la porta chiusa dall'interno verso la stanca dove c'erano altre detenute: così recita il primo referto medico e quello della polizia giudiziaria. La ragazza era di Rovigo, Elisabetta Basco, 28 anni, tossicodipendente. Aveva saputo in carcere della morte per overdose del suo ragazzo, Filippo Vignato, trovato privo di vita il 23 luglio scorso. Ma questo forse non basta a spiegare il suicidio. Aveva anche detto al console italiano che si era occupato del suo caso, dopo l'arresto con l'accusa di spaccio, che credeva di essere incinta. Ma il test subito fatto eseguire ha dato esito negativo. Forse voleva un trattamento migliore, sperava nell'infermeria. Ma anche questo non basta a spiegare il tragico gesto. Aveva ricevuto da pochi giorni la visita dell'avvocato che le aveva assicurato la celebrazione del processo entro due mesi. E poi - come dicono al Sert di Rovigo che l'aveva avuta in cura - non era di quei drogati pervasi da una depressione cronica. Elisabetta Basco non aveva neppure precedenti penali, anche se era segnalata in Questura come tossicodipendente. Aveva lasciato il suo ragazzo un paio di mesi fa, dicendogli che andava a cercare lavoro a Marghera, come cameriera stagionale. Lo aveva detto anche alla madre Giulia, che vive a Rovigo con una seconda figlia, divisa dal padre che abita invece a Padova. Ma era partita per la Turchia, con altre due ragazze, COSÌ almeno risulta: una romena e una russa. Strana compagnia, forse, come strana era quella della casa di Istanbul dove è avvenuta un mese fa l'irruzione della polizia che ha portato in carcere insieme alla Basco diciotto persone, per lo più nigeriani. Sembra che sia stato sequestrato un ingente quantitativo di eroina. La compagna di una vita, per Elisabetta e per il suo fidanzato. Lo aveva conosciuto in paese ed era andata ad abitare con lui in una casa popolare comunale di via Wolf Ferrari. In precedenza era stata per qualche tempo in una comunità di Ravenna, il Nuovo Villaggio del Fanciullo, dalla quale era ripartita insieme a un altro tossicodipendente di Rovigo, che aveva poi lasciato per Filippo. Ora questo suicidio che l'autopsia dovrà confermare e che comunque assomma di certo molte ragioni concomitanti. Il console generale italiano a Istanbul, Giulio Tonini, racconta che lui e i suoi collaboratori avevano visitato più volte la ragazza e che almeno in apparenza si trovava in condizioni fisiche e psicologiche abbastanza buone. Ma il suo avvocato, Sulla Burckin offre un'altra versione: «L'ultima volta che l'ho vista, giovedì, mi ha chiesto "perché è morto il mio ragazzo? Senza di lui la mia vita non ha alcun significato". E poi voleva veramente avere un figlio da lui, quasi fosse l'ultimo ricordo che le fosse rimasto». Mario Lollo Dramma per una giovane italiana in un carcere turco
Persone citate: Bayram, Elisabetta Basco, Filippo Vignato, Giulio Tonini, Mario Lollo
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