«Punch» lo humour acciaccato di Fabio Galvano

il caso. Riapre la storica rivista londinese, simbolo di un'era: grazie a uno sceicco il caso. Riapre la storica rivista londinese, simbolo di un'era: grazie a uno sceicco «Punch», lo humour acciaccato Il settimanale, fondato nel 1841, è «morto» nel 1992 E' stato il simbolo della borghesia vittoriana e dell'Impero LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La storia si ripete, anche per Punch. Fondata nel 1841 durante una campagna elettorale in cui i Whigs liberali furono sconfitti dai Tories conservatori, morta nel 1992 alla vigilia delle ultime elezioni iiuprevedibilrnente vinte da Major, la più celebre rivista satirica inglese rinasce mentre si accendono i fuochi della sfida fra il «grigio» Major e il «demoniaco» Blair. Ma questa volta, paradossalmente, quel distillato di humour britannico ha l'etichetta di Mohamed Al Fayed, che sarà anche il proprietario di Harrod's ma è essenzialmente un ricco egiziano e non un umorista inglese. Quando tornerà nelle edicole all'inizio di settembre Punch potrà sì rifarsi a un'antica e illustre tradizione, ma nonostante la raccolta di alcuni fra gli spiriti più originali del giornalismo britannico per animarlo e dargli la necessaria verve rischierà di diventare la caricatura di un'Inghilterra che forse non esiste: quella che vedono gli stranieri, o addirittura quello straniero per eccellenza che è il suo proprietario, talmente inviso all'establislmient e al mondo politico da non riuscire a ottenere la cittadinanza britannica. Si racconta che quando decise di comperare la testata di Punch mezzo milione di sterline, un miliardo e 200 milioni di lire - Al Fayed (descritto una volta dal Sunday Telegraph come «profondamente levammo») si sia dovuto servire di un intermediario per evitare che la sua offerta fosse respinta. In realtà il nuovo Punch, come quello morto quattro anni fa, è ben diverso da quello originale. La rivista che aveva preso il nome dallo scanzonato e talora becero Punch, il burattino gobbo e col naso adunco approdato in Inghilterra nel 1662 come Punchinello e quindi copia del nostro Pulcmella, non aveva saputo reggere all'Inghilterra che cambiava. Tronfio del «naturale e atavico genio del popolo britannico», sulla cui «preminenza in tutti i campi della vita» esprimeva una stolida certezza, il vecchio }>unch avrebbe visto poco per volta svanire quelle convinzioni così vittoriane e imperiali. Con il suo nuovo direttore Peter Mackay, un cinico prodotto di Fleet Street che alla megalomania di Al Fayed risponde con irriverente distacco, il taglio col passato non potrebbe essere più netto. Circondato dall'mtelligencija umoristica e giornalistica, anche se qualcuno la definirebbe piuttosto un'accozzaglia di ex giornalisti amanti del whisky più che del lavoro, suo compito sarà di trasformare in satira le pecche della società britannica d'oggi. Private Eye, la rivista rivale, ha recentemente dipinto Mackay come un becchino intento a esumare uno scheletro sghignazzante. Il gioco delle mummie, così caro ad Al Fayed che in onore alle proprie origini definisce i magazzini Harrod's «le mie piramidi» e che in quella sua megalomane necropoli ha creato certe «Sale egiziane» assunte da molti a paradigma del kitsch moderno, potrebbe diventare la caricatura dell'Inghilterra immagina- ria - fatta di Burberry e di famiglia reale, ma anche dello humour coloniale ormai svanito - che David Thomas d'ultimo direttore del vecchio Punch) aveva cercato di demolire. Come osserva ì'Independent on Sunday, c'è il rischio che nel Punch rinato Al Fayed cerchi un'altra introduzione nell'establishment britannico a lui impervio; ma che, nella sua creatura, rischi di confrontarsi con quella sufficienza xenofobica che è ancora uno dei tratti dello humour britannico e che nella vita reale lo tiene a distanza e rifiuta i suoi tentativi di essere accettate nonostante Harrod's e le sue altre proprietà, che vanno dalla Turnbull &• Asser (camiciai della real casa) alla dimora parigina del duca e della duchessa di Windsor, all'Harrod's House Hotel che sta per nascere come rifugio per Vip. Il nuovo Punch finirebbe allora per diventare nulla più che un altro prodotto, uno dei tanti. E allora anche la filosofia e lo humour a grana grossa di Peter Mackay potrebbero avere un senso. Fabio Galvano Prese il nome da una maschera «figlia» del nostro Pulcinella «morto» nel 1992 toriana e dell'Impero Prese il nome da una maschera «figlia» del nostro Pulcinella In alto una vecchia copertina di «Punch» A lato una vignetta del glorioso giornale satirico In alto una vecchia copertina di «Punch» A lato una vignetta del glorioso giornale satirico

Luoghi citati: Inghilterra, Londra