Cariplo guarda alla Borsa, Chicco Testa studia la Thatcher di Gianni Zandano

Cariplo guarda alla Borsa, Chicco Testa studia la Thatcher I NOMI E OLI AFFARI Cariplo guarda alla Borsa, Chicco Testa studia la Thatcher Recessione si o recessione no? Il dilemma divide politici, economisti e imprenditori. Rientrato dalle brevi vacanze Romano Prodi taglia corto: recessione no, l'economia è in ripresa. Dimostrando perfetta sintonia con il suo ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi che, contrariamente alle sue abitudini di uomo riservato, si è concesso alle stampe per l'intero agosto. Preoccupato di rintuzzare, di volta in volta, gli allarmismi di Confindustria e mercati. E Maastricht? Sul possibile slittamento suggerito dal presidente della Fiat, Cesare Romiti, il presidente del Consiglio non ha ancora detto la sua. Ma intanto prende posizione il ministro del Tesoro ovviamente contrario, mentre il vice di Prodi, Fausto Walter Vel- Bertinotti troni, si mo- Guido Rossi stra più duttile.. Scivola invece nel dimenticatoio il gioco dell'estate sulla privatizzazione della Stet. Lasciandosi però dietro un grande quesito insoluto: chi sono in verità i poteri forti, quei Grandi Fratelli che determinano le nostre esistenze? Di poteri forti hanno parlato Fausto Bertinotti e il suo consigliere economico Nerio Nesi, di poteri forti ha parlato, in polemica con i due, Guido Rossi. Ma i nomi e i cognomi nessuno li fa. La Bundesbank di Hans Tietmeyer abbassa i tassi. E così si scopre che quella Germania che tutti fino a ieri credevano afflitta da stasi economica, ha ripreso a girare. Riducono i tassi le banche centrali europee e, in Italia, dà il buon esempio il presidente del San Paolo di Torino Gianni Zandano, accogliendo l'invito di Ciampi e l'impegno del presidente dell'Abi, Tancredi Bianchi, il quale aveva annunciato: «Faremo il nostro dovere». A rigor di logica toccherebbe ora a Bankitalia mandare un segnale, visto che l'inflazione, ossessione del governatore Antonio Fazio, è in declino. Una mossa che aiuterebbe tutti, imprese grandi e piccole. E darebbe una mano pure al governo, alle prese con il rebus della manovra da trentaduemila miliardi. C'è un ministro, quello della Funzione pubblica Franco Bassanini, che sembra baciato dalla dea Fortuna. La sua iniziativa sul doppio lavoro degli statali, lungi dal sollevare cori indignati, ha incontrato l'okay dei sinda- Gianni cati a di Paolo Zandano Nerozzi, segretario della Funzione pubblica in Cgil. Un plauso è venuto perfino da Norberto Cau, segretario generale della Cgil medici. Chi dice che l'Italia è sempre la stessa? Finite le vacanze, torna al lavoro il presidente dell'Enel Chicco Testa. Promette che una prima tranche dell'ente elettrico andrà al mercato l'anno prossimo e indica la strada da seguire: quella già percorsa dall'Inghilterra di Margaret Thatcher. Nel frattempo, l'amministratore delegato dell'Enel, Franco Tato, zitto zitto e d'intesa col Tesoro lavora per predisporre le mosse che dovranno portare alla contemporanea quotazione del titolo a piazza Affari e a Wall Steet. Secondo lo schema già sperimentato con successo per l'Eni di Franco Bernabè. A Segrate il successore di Tato, Paolo Forlin, che a differenza del predecessore viene descritto come persona espansiva, prepara le strategie d'autunno. E con ragione. Visto che la perdurante crisi del gruppo Rizzoli lascia il gigante Mondadori praticamente solo in testa alla piramide editoriale. A Roma Gianni Letta, nel ruolo preferito di grande tessitore, gioca invece in difesa, nel tentativo di scongiurare mi decreto ponte che, pur allontanando il redde rationem delle reti Mediaset, potrebbe penalizzarne gli attuali tetti pubblicitari. Sulla questione, per ora, a confrontarsi con il severo sottosegretario alle Poste Vincenzo Vita, è sceso in campo solo Letta. Ma se Franco Letta non farà Debenedetti centro al primo colpo, sono già pronte le truppe scelte guidate dal Generalissimo Fedele Confalonieri. Al Tesoro, sotto la supervisione dei sottosegretari Filippo Cavazzuti e Roberto Pinza si lavora a ritmo sostenuto per definire la normativa che dovrà avviare la riforma delle Fondazioni Bancarie. Quei Grandi Ibridi nati dalle legge voluta da Giuliano Amato e oggi caduti in disgrazia, per smantellare i quali il senatore Franco Debenedetti aveva già presentato la scorsa legislazione un disegno di legge, che è stato ulteriormente perfezionato. Ne consegue che, volente o nolente, anche il presidente della Cariplo, Sandro Molinari, dovrà presto rassegnarsi a portare la sua Ca'de Sass al listino. Ma, sul terreno delle banche, la grande battaglia d'autunno sarà targata «esuberi». Ce ne sono trentamila nel settore, e per ridurre il numero non ci sarà che una strada: allungare gli orari degli sportelli, tenendoli aperti anche il sabato. Nel nome della globalità e della concorrenza. Alle banche chiede aiuto Giuseppe Ciarrapico. il mitico mediatore dell'affare Mondadori. La sua Italfin, ormai concentrata sulle cliniche di lusso, è schiacciata dai debiti, ha bisogno di nuovi capitali. La soluzione è affidata al nuovo presidente, l'avvocato Pietro Guerra, e all'amico di sempre Cesare Geronzi, grande patron della Banca di Roma. Valeria Giuseppe Sacchi Ciarrapico Fausto Bertinotti Guido Rossi Gianni Zandano Franco Debenedetti Chicco Testa Giuseppe Ciarrapico

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