«Stuprata un'altra volta, per legge» di Fabio Galvano
«Stuprata un'altra volta, per legge» '>\ V-.-'- LA GIUSTIZIA CRUDELE L'uomo ha potuto farlo perché aveva rinunciato ad avere un legale. La donna accusa i magistrati «Stuprata un'altra volta, per legge» Londra, l'aguzzino interroga in aula la sua vittima SLONDRA ONO stata violentata due volte: prima da quell'uomo, poi dalla giustizia britannica». Le parole di Julia Mason, che per sei giorni ha dovuto subire in aula il perverso controintcrrogatorio del suo assalitore, non cadono nel vuoto. L'Inghilterra inorridisce alla sua vicenda, si domanda come tutto ciò sia potuto accadere e se non si sia esagerato nel volere difendere i diritti dell'imputato a ogni costo. «Ogni giorno del processo - ha detto la donna, 34 anni, vittima di quella aggressione nel dicembre scorso mi è toccato rivivere le agghiaccianti ore trascorse con quel pazzo. Indossava persino gli stessi vestiti di quella sera. Mi faceva domande per le quali conosceva già le risposto. Nessuna donna dovrà più essere sottoposta a tale umiliazione». Mai piii, dice Julia Mason; e nel coro dello sdegno si sente anche la voce del ministro degli Interni Michael Howard, che dopo le denunce dei giornali ha deciso di esaminare l'intero caso, se necessario di proporre modifiche alle leggi perché davvero non si possa più parlare di «stupro giudiziario». Non sarà faci- le e anche il giudice del processo una donna, Ann Goddard - non aveva potuto impedirlo. L'accusato, Ralston Edvvards di 42 anni, aveva rinunciato al proprio avvocato e deciso di condurre in proprio la difesa. Con scarso successo, perche la giuria lo ha comunque riconosciuto colpevole e il giudice ha già fatto balenare (l'imputato eia recidivo) l'ipotesi di una condanna all'ergastolo quando emetterà sentenza il mese prossimo; ma sfruttando l'indulgenza procedurale che il magi¬ strato è tenuto ad usare quando è l'imputato stesso a difendersi. «Perché gli hanno permesso di violentarmi ancora in tribunale?», domanda ancora scossa quella madre di due bambini, che ha rinunciato all'anonimato offertole dalla legge proprio per poter pronunciare il suo atto d'accusa (e vendere l'esclusiva al «Daily Mail»). A più riprese il processo ha dovuto essere interrotto, con lei in lacrime e l'imputato orgoglioso di averla ferita un'altra volta. «Un controintcrro¬ gatorio prolungato e tedioso», ammettono alcuni dei giurati: «Talora non capivamo perché rivolgesse alla testimone domande irrilevanti». «Quell'uomo - spiega la Mason - riviveva minuto dopo minuto il suo delitto». Le fa eco Milne Davison, il poliziotto che si è occupato del caso: «Si è gustato ogni momento. E' stato come se dal suo interrogatorio della vittima traesse un piacere sessuale. E' stato molto scaltro». Scaltro nel crimine. Perché nella vita, per guadagnarsi il pane, Ral¬ ston Edwards non ha trovato meglio da fare che vendere preservativi alle prostitute di Londra. Si era imbattuto nella vittima davanti alla stazione di Lewisham, una sera di dicembre, mentre Julia Mason tornava a casa dal lavoro. Aveva cercato di attaccare bottone, sfruttando il fatto che entrambi indossavano la coccardetta rossa della beneficenza anti-Aids. L'aveva seguita su un autobus e poi, quando lei era scesa, l'aveva costretta con la forza a seguirlo nel suo piccolo appartamento di Catford, un quartiere alla periferia di Londra. Diciotto ore era durato l'incubo. «Non potete capire il terrore a cui mi avete sottoposta?», ha gridato la Mason a Edwards durante la sua disavventura giudiziaria: «Ho sempre cercato di stare calma e di non provocarvi, ma mi avete violentata ugualmente. Vi ho detto che non volevo, ma mi avete ignorata». Riuscì a scappare quando l'uomo si addormentò. Ma non immaginava che di lì a pochi mesi avrebbe rivissuto quell'incubo. Con la complicità, questa volta, della legge. Fabio Galvano Il confronto è durato sei giorni «E' stato terribile bisogna assolutamente cambiare le norme» E' polemica in Inghilterra per le norme che regolano i processi di violenza sessuale
Persone citate: Goddard, Julia Mason, Mason, Michael Howard, Milne Davison, Ralston Edvvards
Luoghi citati: Inghilterra, Londra
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