Per il ritorno di Reitano io corico dei centomila

Dopo vent'anni di assenza, trionfale tournée nella sua Calabria Dopo vent'anni di assenza, trionfale tournée nella sua Calabria Per il ritorno di Reitano io corico dei centomila FIUMARA. E' stala una serata di autentica gloria, ieri, per Mino Reitano, die alla vigilia dei cinquant'anni è tornalo a cantare nel proprio paese natio di fronte ad un'impressionante marea umana. Il concerto fa parte di un tour in Calabria, gratuito perché sponsorizzalo dalla Regione, che in questi giorni è diventato l'evento da non perdere per villeggianti e locali. Reitano, che da anni vive in Lombardia ma non ha mai perso i legami con la propria terra, sta sul palco per quasi tre ore: al telefono ha la voce provata, però sprizza felicità. Momento magico, Reitano? «Succedono cose che uno non s'aspetta. Io non mi sono mai vergognato d'esser calabrese nel mondo, ma ho dovuto studiare dizione perché il mio accento infastidiva. Sono nato troppo povero, e questa è la seconda regione più povera d'Italia: da vent'anni non ci cantavo ed ho chiesto alla Regione non un cachet, ma un palco, un service di serie A e un'orchestra alla sanremese. Alla quale s'aggiungono ogni sera venti elementi dei 5 Conservatori calabresi: si crea così im effetto di rock sinfonico. Ogni sera ci sono sulle 50 mila persone, a Reggio il 27 ne aspettiamo 100 mila». E la tv? «Ho fatto due puntate di Quizzone con Gerry Scolti. M'ha voluto Pippo Franco su Canale 5, mi cerca Rila Dalla Chiesa e poi ho partecipato al programma di Limiti su Raitre. C'è fermento in Fininvest e in Rai, vogliono Ianni fare il conduttore e anche l'attore». Con Ippoliti, il suo riscopritore, come va? «Dovrei tornare anche a lavorare con lui. Andiamo d'accordissimo». La musica è sempre il primo amore? «Uno come me, che ha venduto 30 milioni di dischi, può sempre ricantare i vecchi successi. Adesso sto preparando un album nuovo, che conterrà "Una chitarra cento illusioni": brano interpretato anche da Dean Martin. In Giappone poi, 3 anni fa, ho venduto più di 5 milioni di dischi, più di Michael Jackson, con "Cha Cha Cha". Avevo venduto le edizioni per 10 milioni a un bergamasco: lui ha fatto i miliardi, a me la gloria». Toma a pensare a Sanremo. «Eh, speriamo che con Donaggio e Moroder si ricominci a far circolare la canzone italiana: tra l'altro, Moroder è stato il mio primo produttore, quando ancora stavo in Germania, mentre mi sono diplomato in violino per la mia passione per Donaggio, l'unico cantautore che suonava quello strumento. Pippo era bravissimo, ma è sbagliato far diventare big i giovani in un momento. Cosi precocemente, finiscono per svenderei: Battisti, quand'era giovane, a Sanremo non lo facevano neanche cantare; biso ■ gnerebbe prepararli, i giovani. Fare come Mogol con la sua scuola». Ha ancora casa a Fiumara? «No, ma mi dicono che la mia casetta è diventata come un museo, e la proprietaria non me la vuole rivendere. Ho lasciato la Calabria a 13 anni con la famiglia: in Germania, per 5 anni di giorno vendevo giornali e la sera cantavo in un'orchestra dicendo di essere il nipote di Beniamino Gigli. Tomai in Italia mentre volevano darmi la cittadinanza tedesca: io piangevo, un calabrese non può. Mi salvò Ravera, che m'invitò dopo che gli avevo mandato un nastrino con incisa "It's Over" di Roy Orbison. Ci fu un'asta fra le case discografiche, e finii alla Ricordi». [m. ven.] «La televisione mi corteggia: ma il mio sogno è tornare al festival di Sanremo» A sinistra il cantante Mino Reitano in alto Gianni Ippoliti che lo ha riscoperto dopo anni di indifferenza