In due aule i segreti di Unabomber

Nell'istituto tecnico di Udine ci sarebbe la chiave per gli attentati sotto l'ombrellone a Ugnano e Bibione Nell'istituto tecnico di Udine ci sarebbe la chiave per gli attentati sotto l'ombrellone a Ugnano e Bibione In due aule i segreti di Unabomber //professore indagato per le telefonate anonime UDINE DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Due aule dell'istituto tecnico industriale Malignani di Udine sono ancora sigillate con il loro contenuto di computer e di altro materiale di laboratorio ai quali ha avuto accesso anche Andrea Agostinis, 49 anni, il professore friulano che è stato «avvisato» per procurato allarme nell'ambito dell'indagine sull'Unabomber di Lignano. Ieri, dalla sua abitazione di Tolmezzo assediata dai giornalisti, il docente ha continuato a dichiararsi del tutto estraneo alla vicenda; né la Procura ha fornito elementi che rafforzino l'idea di un suo coinvolgimento diretto nei sette attentati che dal marzo del 1994 hanno seminato il panico in Friuli. II sostituto procuratore Luigi Leghissa, che ha notificato l'avviso ad Agostinis, ieri era in ferie, e i suoi colleghi di Pordenone, Simone Purgato, e di Venezia, Felice Cassou, non hanno tenuto il vertice con gli investigatori della Digos friulana che in mattinata era stato dato per sicuro. Di certo, per ora, ci sono i sigilli alle aule di laboratorio della scuola e la conferma che la decisione di interdirle a tutti è connessa con l'indagine su Agostinis. E sull'attentatore. Lo ha detto anche l'insegnante Alberto Della Piana, che in questi giorni sostituisce il preside dell'istituto, Fabio Illusi: la Digos ha perquisito le due aule a seguito dell'avviso di garanzia inviato al professor Agostinis. Ma il diretto interessato nonostante notizie di agenzia che ieri pomeriggio avevano azzardato per lui imputazioni ben più gravi, rivelatesi insussistenti, quali il possesso di esplosivi - al momento è indagato soltanto per procurato allarme. Il magistrato sta, infatti, vagliando l'ipotesi che l'insegnante sia semplicemente l'autore della telefonata anonima, giunta all'Ansa di Roma il giorno dell'attentato sotto l'ombrellone, a Lignano Sabbiadoro, con la quale il gruppo terroristico greco 17 Novembre rivendicava l'azione. La telefonata era pervenuta prima che la notizia dell'attentato fosse divulgata. Agostinis, che il 18 agosto è stato anche oggetto di una perquisizione in casa, si è difeso affermando di aver telefonato a Roma «a un certo giornalista che mi ha dato la notizia», senza fornire altri particolari che avvalo¬ rassero la sua versione. La Digos di Udine lo avrebbe, fra l'altro, trovato in possesso di un codice numerico che l'anonimo telefonista aveva dettato nella sua rivendicazione. E si sta valutando la testimonianza spontanea di un commerciante che vende quel tipo di condotte idrauliche. Tutte ipotesi e voci non confermate. Il legale del professore, Giandomenico Quaglia, di Tolmezzo, ieri si è lamentato per l'«estrema brutalità» degli inquirenti nell'effettuare la perquisizione nell'abitazione dell'indagato: «Hanno stravolto ogni cosa - ha dichiarato - e a più riprese hanno interrogato anche l'anziana madre, Andreina D'Orlando. Le hanno addirittura aperto il testamento». Stando a voci non confermate, gli inquirenti avrebbero trovato tubi simili a quelli impiegati nell'attentato, peraltro di uso comune. «Macché tubi, hanno preso soltanto libri», ha replicato Agostinis. Il suo legale lo ha descritto come «uno che aspira da sempre a fare il giornalista e che cerca di accreditarsi nei confronti dei colleghi». In effetti Agostinis, che all'istituto Malignani lavora dal 1985, è autore di saggi su movimenti dì liberazione arabi; e in passato, più o meno creduto, ha denunciato di essere stato oggetto di minacce non meglio precisate. Manie di persecuzione? «E' un tipo normale, non timido, certo. E' però un solitario», ha dichiarato il sostituto del preside del Malignani, sorpreso dal clamore che ha travolto il collega. Michele Meloni