Il telefonino della discordia

«Solo il Gsm crea qualche interferenza» Dopo il divieto della Regione Piemonte di utilizzarli negli ospedali Il telefonino della discordia «Solo il Gsm crea qualche interferenza» 11 preannunciato divieto totale dei «telefonini» negli ospedali ieri è stato l'argomento del giorno pei- molti medici e ricoverati. «L'eventualità di un danno alle apparecchiature sanitarie esiste davvero - si chiedevano in molti - oppure è semplice teoria?». Una prima risposta, tranquillizzante, viene in modo indiretto dalla stessa Regione. «Se esistesse un concreto pericolo per la salute - spiegano l'assessore alla Sanità ne avrebbe disposto l'immediata proibizione». Invece il divieto parte da ottobre, per consentire alle usi ed alle aziende ospedaliere di fornire ai malati un servizio alternativo. Resta un po' di confusione che è giusto dissipare. Prima di tutto occorre chiarire che esistono due tipi di «telefoni cellulari»: il Tacs e il Gsm. «Si tratta di due apparecchiature che rappresentano distinte generazioni); dicono alla Telecom Italia Mobile. 11 primo (quello con i prefissi 0337, 0366, 0330, 0368, 0360) è di tipo «analogico», cioè il messaggio è trasmesso con un segnale elettrico. «Per il Tacs si esclude ogni anche remoto rischio di interferenze». Il secondo («il telefonino europeo») è di tipo «digitale», cioè trasforma il messaggio in impulsi. Su quest'ultimo apparecchio si accentrano le attenzioni degli specialisti. Spiegano: «Un anno fa abbiamo commissionato all'ospedale S. Filippo Neri di Roma una ricerca sull'argomento. Il risultato? Ci possono essere deboli segni di possibili interferenze». In altre parole il «rischio» sarebbe limitato a meno del 5 per cento e comunque in buona parte attribuibile alle stesse apparecchiature sanitarie in molti casi con scarse mascherature protettive. Solo per i portatori di pacemaker l'Istituto Superiore della Sanità ha ritenuto di lanciare un avvertimento. «Il campo elettromagnetico emesso dai telefonini cellulari Gsm è potenzialmente in grado di alterare la corretta stimolazione di un pacemaker», è scritto nel rapporto. «Ciò evidenzia una situazione di potenziale pericolo per un soggetto dipendente dal pacemaker che porti il cellulare in stretta vicinanza dell'impianto, per esempio nella tasca interna della giacca». Salvo alcuni casi particolari l'uso dei «cellulari» negli ospedali si riduce ad un problema di educazione, di rispetto del luogo e delle persone. Assicura l'assessore Antonio D'Ambrosio: «Comunque da ottobre saranno installate colonnine mobili con telefoni trasportabili da una stanza all'altra». Adriano Provera L'assessore alla Sanità della Regione Piemonte Antonio D'Ambrosio

Persone citate: Adriano Provera, Antonio D'ambrosio

Luoghi citati: Piemonte, Roma