«Gli 007 di Bonn sapevano»

«Gli 007 di Bonn sapevano» «Gli 007 di Bonn sapevano» BONN. 1 servizi segreti tedeschi (Bnd) erano al corrente delle forniture di computer e software alla Libia utili alla fabbricazione di gas tossico letale. Lo afferma in un servizio in edicola ieri il settimanale tedesco «Stern», secondo il quale uno dei tre sospetti del caso, il libanese Berge Balanian, era da quattro anni un informatore del Bnd. Secondo il settimanale, durante un'ispezione nell'abitazione e nell'ufficio di Balanian in Belgio sarebbero stati rinvenuti documenti che proverebbero il suo legame con il sei-vizio segreto tedesco. E lo stesso libanese avrebbe detto agli inquirenti belgi di aver informato da quattro anni a questa parte due dipendenti del Bnd sui suoi commerci con la Libia. Il Bnd ha negato che il libanese lavorasse per Bonn in questa operazione, ma ha ammesso di averlo usato come informatore su questioni. [AdnKronos] Erbakan comunque si mostra più pacato del suo irruento ministro della Giustizia. La Turchia, dice, vuole essere un «ponte» fra mondo islamico e Occidente. Ieri, proprio mentre lui finiva un viaggio in Asia teso a «rinsaldare i rapporti» con Paesi come Iran, Pakistan, Malaysia e Indonesia, tutti a maggioranza musulmana, l'aviazione turca partecipava a un'esercitazione Nato in Danimarca. C'erano anche truppe americane, inglesi, norvegesi, tedesche e italiane. Mancavano quelle della Grecia, il cui confronto con la Turchia sulla divisione di Cipro è appena ricominciato. Franco Pantarelli Il primo ministro turco e leader del partito islamico Refah, Necmettin Erbakan Paesi occidentali e in particolare gli Stati Uniti, ai quali la Turchia del nuovo primo ministro Necmettin Erbakan ha appena lanciato una specie di sfida, stringendo con l'Iran un accordo per la fornitura di gas naturale del valore di 23 miliardi di dollari, giusto una settimana dopo che Bill Clinton aveva firmato la legge che impone sanzioni a chi commercia proprio con Iran e Libia. La risposta del Dipartimento di Stato e stata formalmente seccata («Quell'accordo non è il tipo di segnale che l'Occidente dovrebbe mandare», ha detto il portavoce Glynn Uavies) ma sostanzialmente blanda, nel senso che di fatto l'unica azione annunciata è stata quella di «studiare» LA PACE SFUMATA TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Passata ormai in secondo piano la prospettiva di un'intesa sul Golan, in Israele e in Siria tornano alla ribalta i missili. Nelle settimane passate i siriani hanno compiuto il lancio sperimentale di un missile terra-terra «Scud-C» che, disponendo di una gittata di 600 chilometri, è in grado di colpire qualsiasi obiettivo in Israele. L'Industria Aerea Israeliana (I.A.I.) ha replicato ieri con il lancio di un «Arrow-2»: un missile antimissile concepito per intercettare e distruggere in volo missili balistici diretti dai Paesi arabi contro lo Stato ebraico. «Il test è stato coronato da un grande successo» ha affermato il direttore dell'I.A.1. Moshe Keret. «Fra due anni l'Arrow-2 potrebbe già essere una componente della difesa aerea israeliana». La presenza di missili «ScudC» in Siria non è di per sé una sorpresa in Israele. Ma il lancio sperimentale (il terzo del genere, tlupo quelli dell'agosto 1992 e del luglio 1994) è stato asso¬ ciato alle grandi manovre militari estive condotte dall'esercito siriano e interpretato come un «velato avvertimento» a Israele dell'irritazione di Damasco per la rigida politica di Benyamin Netanyahu. A quanto risulta, la Siria dispone di centinaia di missili «Scud-B» e di alcune decine di «Scud-C» acquistati nella Corea del Nord, capaci anche di montare testate chimiche o biologiche. La sua aviazione, ha rivelato inoltre il settimanale «al Awsat», ha appena ricevuto ae- ARMI ALLA LIBIA l'intesa. Ed è probabilmente da questa prudenza americana che il governo di Ankara ha preso lo spunto per spingersi di più in questa riscoperta della sua «vocazione islamica». Il «Partito del benessere» di Necmettin Erbakan ha vinto le elezioni del giugno scorso proprio spingendo il tasto dell'elemento religioso, e un sondaggio pubblicato ieri dal quotidiano di Ankara «Milliyet» dice che a due mesi di distanza il favore popolare nei suoi confronti è aumentato ancora. Se si votasse ora, dice il sondaggio, Erbakan otterrebbe la maggioranza assoluta in Parlamento. Su quest'onda, il ministro della Giustizia Kazan ha annun¬ ciato di voler prendere in esame l'applicazione anche in Turchia dell'«amnistia coranica», cioè la legge in base alla quale i criminali possono essere graziati, a patto che imparino a memoria almeno la metà del Libro sacro. Quella norma è già in vigore in vari Paesi islamici fra cui l'Iraq, che Kazan ha recentemente visitato e da cui evidentemente ha tratto l'ispirazione. E a proposito di Iraq, il ministro ha anche detto che quando la Turchia otterrà il suo seggio permanente all'Onu verrà finalmente a cessare il ((trattamento ingiusto» così a lungo riservato a Saddam Hussein. Al Palazzo di Vetro di New York non ci sono state, sul momento, reazioni.