lasciano In neonata in una borsa
Nata da poche ore, aveva ancora il cordone ombelicale. I mèdici: si salverà Nata da poche ore, aveva ancora il cordone ombelicale. I mèdici: si salverà lasciano In neonata in una borsa Genova, abbandonata davanti alla chiesa GENOVA. La sua prima culla è stato un borsone di plastica blu abbandonato sul sagrato di una chiesa del centro storico. La bimba, di razza bianca, era nata da poche ore: aveva ancora il cordone ombelicale attaccato e la testolina e il pancino coperti di sangue. L'hanno trovata ieri pomeriggio verso le 16,30 tre uomini che frequentano un bar della zona. La borsa di plastica, con la cerniera lampo ben chiusa, era stata abbandonata in cima ai quattro gradini di marmo della chiesa di San Giovanni di Pré, una stupenda architettura romanica intorno alla quale è cresciuta la città degradata e disordinata del centro storico. La piccola era vestita di una tutina gialla e avvolta in un telo bianco: nel borsone qualcuno aveva messo anche un paio di asciugamani azzurri, un ciucciotto e un biberon. I primi e ultimi regali per una maternità negata. Il curato di San Giovanni, don Andrea Fasciolo, ha fermato una pattuglia di carabinieri che stava facendo la ronda nella zona. Pochi minuti dopo la piccola era già all'ospedale pediatrico Gaslini, dove è stata sottoposta ai primi accertamenti dagli specialisti del Centro neonati a rischio: le sue condizioni sono state definite dai medici «discrete» e non è in pericolo di vita. Nessuno ha visto l'uomo o la donna che hanno lasciato il borsone nell'ingresso, sul lato sinistro del portone, ben protetto dai raggi del sole e da sguardi indiscreti. «Quando ho aperto quella borsa non credevo ai miei occhi. C'era una bimba con gli occhi aperti, sgambettava e teneva le ditina in bocca, probabilmente aveva fame». Walter D'Angelo, 34 anni, commerciante, non potrà mai dimenticare lo sguardo, la testolina ancora pelata di quel bimbo che sbucava dal borsone. «Io sono un padre di famiglia - riprende - ho due bimbe piccole e... se nessuno la vuole io sono disposto a prenderla con me». La gara di solidarietà e il tam tam che segue lo sconcerto di questa triste storia animano la città dei vicoli, il quartiere di spacciatori e prostitute. «Dovrà avere il nome di Lucia, la titolare del nostro bar, e noi la terremo sempre qui» aggiunge Rocco Andriello, che assieme al figlio Giuseppe e a Walter D'Angelo, ha aperto quel borsone blu. «La bimba è una gioia, ma mi fanno pena i genitori che l'hanno abbandonata. Come possono degli esseri umani abbandonare così la propria creatura?», è l'amaro commento di monsignor Mazzarello, parrocco novantenne di San Giovanni, [m. c. e]
Persone citate: Andrea Fasciolo, Mazzarello, Rocco Andriello, Walter D'angelo
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