Dai metalmeccanici «schiaffo» a Bertinotti

Un brivido per lira e Borsa Il leader di Rifondazione si era rivolto agli operai. Cgil, Cisl e Uil: insensate le sue dichiarazioni sulla Stet Dai metalmeccanici «schiaffo» a Bertinotti «Mai in piazza contro Bossi» ROMA. E così Fausto Bertinotti ha incassato un bel no proprio dai metalmeccanici, i suoi vecchi militanti, i suoi fedeli sostenitori nelle battaglie compiute dall'ala sinistra e radicale della Cgil, e i suoi fedeli elettori una volta proclamato segretario di Rifondazione. Due giorni fa li aveva invitati a scendere in sciopero «per mettere in difficoltà Bossi», ma loro, i metalmeccanici, gli hanno risposto che intendono proclamare imo sciopero nazionale il 9 settembre, «solo se non si farà il contrattoli, con una decisione «del tutto autonoma dalle vicende politiche». Lo sciopero - hanno proseguito - «non sarà usato a scopo dimostrativo e politico ma per difendere gli interessi dei lavoratori», se lo si farà non sarà, dunque, «perché lo ha suggerito Bertinotti e sicuramente non contro Bo.ssi». «E' ridicolo pensare che i sindacati dei metalmeccanici possano proclamare uno sciopero per fare un dispetto a qualcuno - ha detto il segretario generale della Uilm, Luigi Angelctti -, i nostri problemi sono gravi e reali e nel momento in cui decideremo imo sciopero lo faremo solo ed esclusivamente negli interessi del salario dei lavoratori del comparto, non per motivi politici». Sulla stossa lunghezza d'onda anche le reazioni di Fiom e Firn. In particolare, Gianni Italia ha definito «sorprendenti» le dichiarazioni di Bertinotti. «Noi non scioperiamo a comando. 11 segretario di Rifondazione dovrebbe svolgere un molo politico lasciando le vicende con- trattuali ai sindacati». Nonostante l'amicizia con il leader di Rifondazione, anche Claudio Sabattini non se la sente di legare la lotta per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici alle uscite secessionistiche di Bossi. Quello che Sabattini definisce in un'intervista a // Mattino in edicola oggi «uno sciopero del tutto prevedibile ormai», non sarà contro il leader della Lega, ma esclusivamente «per affermare i principi del 23 luglio». Walter Cerfeda, segretario confederale della Cgil, ha definito «intellettualistica» l'idea espressa Bertinotti di riaprire a settembre il conflitto sociale per togliere spazio alla Lega. «Noi - ha spiegato - vogliamo difendere i due livelli contrattuali e le altre regole che finora sono state rispettate da migliaia di la- voratori. E' ridicolo pensare di poter scendere in piazza per altre ragioni». «Bossi non c'entra niente con il contratto dei lavoratori metalmeccanici - ha proseguito -. Bertinotti sbaglia quando afferma che la Federmeccanica vuole tirare la volata a Bossi. Le richieste degli industriali sono molto più concrete. Chiedono incentivi alla produzione in cambio del contratto e questo è inaccettabile». Quanto allo scontro esploso in questi giorni sulla privatizzazione della Stet, Cerfeda parla di una polemica «insensata», «di stretto sapore agostano»: «Le regole proposte da Bertinotti andavano bene negli Anni Settanta». Critico, nei confronti di Bertinotti, anche il segretario confederale della Uil, Adriano Musi. «Ci vuol ben altro che un contratto nazionale per sradicare il malessere che serpeggia nel Nord-Est del Paese ha detto -. Bossi va sconfitto politicamente rispetto al suo disegno di imo Stato decentrato, recuperando efficienza nei servizi e maggiore equità e giustizia sociale. Non si sconfigge utilizzando un contratto nazionale, che è invece fondamentale per recuperare il potere d'acquisto dei lavoratori». Il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è, infatti, il primo appuntamento del prossimo autunno caldo. E, come ha spiegato Walter Cerfeda, se la ripresa de! confronto tra Fiom, Firn, Uilm e ia Federmeccanica fissata per il 9 settembre non darà i risultati sperati dai lavoi atori, la reazione sarà immediata: come primo atto verrà proclamato uno sciopero della categoria, ma se anche questa mossa dovesse risultare insufficiente, allora la Cgil è pronta a discutere con Cisl e Uil l'ipotesi di imo sciopero generale. Cerfeda ha ricordato che nei prossimi mesi scadranno i contratti degli edili, dei tessili, dei lavoratori del legno, del commercio e dei braccianti: in tutto milioni di persone, per le quali il contratto dei metalmeccanici rappresenta un modello. «Eventuali posizioni sbagliate di Federmeccanica incrinerebbero le regole generali che sono già state riconosciute valide dai chimici, dai cartai, dai grafici, dal mondo dei servizi, delle banche, delle assicurazioni, del turismo e anche dallo Stato, per cui non si capisce perché gli imprenditori meccanici le rifiutino», [f. ama.] Antonio Maccanico ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni

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