Papa sempre più stanco non risponde ai canti di Marco Tosatti

«Troppe le denunce contro i dottori per manifesta incapacità» Papa sempre non risponde LA SALUTE DI WOJTYLA ■CASTEL GANDOLFO L Papa ringrazia, ma senza allegria; per tutta la preghiera dell'Angelus, e anche dopo, non concede neanche un sorriso alle centinaia di fedeli di una decina di nazionalità diver se adunati nel cortile della «Villa» a Castel Gandolfo. Gruppi di ragazzi italiani cantano, saltano, impazziscono sotto il balcone, ma il Pontefice resta serio, il volto tirato, come se soffrisse, benedice e poi pronuncia una frase non scritta nei fogli che il segretario particolare, don Stanislao, poggia sul leggio di vetro anti-proiettile. «Grazie, grazie per l'entusiasmo e la preghiera con cui mi siete vicini». E' un accenno evidente all'attenzione e all'allarme creati nel mondo cattolico dal blitz ospedaliero di Giovanni Paolo II alla vigilia di Ferragosto. Ma ieri il Pontefice non ha fatto molto per rassicurare i fedeli nella piccola cittadina laziale e chi seguiva l'Angelus per radio e televisione. La voce, forte e vigorosa all'inizio, a tratti si incrinava; e il Papa ha dato l'impressione, per il periodo dell'apparizione alla finestra, forse più breve del consueto, di compiere un grosso sforzo. Un'impressione confermata alla fine dell'incontro. I ragazzi in cortile cantavano e cercavano la sua attenzione. E' sembrato che Giovanni Paolo II si concentrasse per trovare una frase divertente con cui rispondere ai cori; ma non gli è venuta, e si è limitato a una benedizione, rientrando nel palazzo. In precedenza aveva trattato, come anche nelle domeniche precedenti, il problema dei rap- porti fra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa. Ha parlato dei punti di contatto tra cattolici e ortodossi nel culto mariano; già aveva esortato le due Chiese a «uno sforzo ulteriore» verso l'unità. Ieri si occupato degli elementi comuni alle due confessioni. «La venerazione dei santi - ha detto tra l'altro - è un ponte che unisce vitalmente le Chiese d'Oriente e d'Occidente, favorendo lo scambio dei doni spirituali e il cammino verso la piena unità». Nel leggere la catechesi il volto del Papa è sembrato stanco; lo sguardo preoccupato. Probabilmente non si è ancora ripreso dal «lieve malessere» che lo aveva colpito martedì mattina, in conseguenza del quale era stato ricoverato, per poco più di un'ora, all'ospedale «Regina Apostolorum» di Albano per essere sottoposto a una Tac. L'esito dell'esame è stato benigno; e il fatto che il direttore della Sala stampa vaticana, Joaquin Navarro Valls, attualmente in vacanza, non abbia ritenuto necessario interrompere I il suo periodo di riposo può esse¬ re interpretato come un segnale tranquillizzante. Ma sembra evidente, anche nella cortina di riserbo che circonda in realtà la salute del Papa, che Giovanni Paolo II mostra una crescente fragilità per quel che riguarda ri suo tratto intestinale. D'altronde è lì che le pallottole sparate da Ah Agca hanno fatto danno, obbligando i medici a un difficile intervento, «doppiato» qualche tempo dopo l'attentato da un altro ricovero al Gemelli causato da un'infezione da cytomegalovirus all'intestino. E quattro anni fa, nel luglio 1992, fu operato al colon per estirpare un grosso tumore, in fase benigna. Una serie di circostanze tali da giustificare una sensibilità particolare; non a caso nel Natale scorso, e successivamente a marzo, Giovanni Paolo II è stato costretto a sospendere la sua normale attività da malesseri di natura febbrile non meglio precisati, ma collegati anche - a quanto pare - a disturbi intestinali. Marco Tosatti Giovanni Paolo II è apparso ieri dal balcone di Castel Gandolfo con l'aria sofferente; l'Angelus è stato più breve Durante l'Angelus a Castel Gandolfo è apparso preoccupato e senza sorrisi «Grazie perché mi state vicini»

Persone citate: Ah Agca, Giovanni Paolo Ii, Joaquin Navarro Valls

Luoghi citati: Castel Gandolfo