Papas la Penelope tivù «Vorrei dividermi in due» di Sergio Trombetta

Sarà a Venezia in un film sull'amore con Piccoli Sarà a Venezia in un film sull'amore con Piccoli Papas, la Penelope tivù «Vorrei dividermi in due» TARANTO. La serata del primo settembre sarà un dilemma insolubile e un po' imbarazzante per Irene Papas. La bella attrice greca si troverà a Taranto ma con il desiderio di essere anche a Venezia. Del resto, se fosse a Venezia, vivrebbe con un forte senso di colpa perché saprebbe che il dovere la chiama a Taranto. «Ma perché non sono due città vicine, co.ne Vicenza e Venezia; così ce la farei ad essere presente in tutti e due i posti!», esclama scherzando. Il fatto è che il primo settembre la Papas chiuderà il Festival Magna Grecia nel Castello Aragonese di Taranto con un concerto di canzoni greche: testi di grandi poeti, musiche di grandi compositori. Ma la stessa sera, dall'altra parte dello stivale, al Lido di Venezia, proiettano «Party» film in concorso di Manoel de Oliveira dove la Papas è protagonista insieme a Michel Piccoli. Ma intanto sarà a Taranto per il festival che, organizzato dalla Provincia, apre i battenti questa sera con «Le memorie di Adriano» di cui è protagonista Albertazzi. Sembra un appuntamento molto colto quello con la Papas: poeti contemporanei e compositori contemporanei. «In parte lo è spiega l'attrice che il popolo degli sceneggiati tv identifica ancora con il volto bello e severo di Penelope -. Ma è anche popolare. Perché in Grecia abbiamo l'abitudine di cantare molto i testi dei nostri poeti, di dare forma musicale ai fatti della vita. E' il nostro rock. Un modo oggi messo in secondo piano dalla omologazione con la musica americana. Ma abbiamo una grande tradizione poetica alle spalle le cui radici si perdono nell'antichità. In programma ho canzoni su testi di Elitis, Seferis, Ritsos, Cambanelis e Kariotakis e su musiche di Theodorakis, Hatzidakis e Plessas. Il meglio della nostra cultura». Una canzone spesso anche politica, che dà il meglio di sé fra i 60 e i 70, ai tempi dei Colonnelli. «Ma non solo, c'è una poesia molto bella di Ritsos dedicata alle vittime di uno sciopero a Salonicco nel '36, si intitola "Epitafios". Un componimento molto lungo, dal quale Mikis Theodorakis ha tratto sei canzoni, una più bella dell'altra». Oggi Theodorakis tuttavia non è più sulle posizioni politiche di un tempo. «Ha sofferto davvero tantissimo al tempo dei Colonnelli. Oggi il mondo è cambiato, ha diritto di mutare opinione anche lui. Ma certe sue canzoni restano nella storia della Grecia contemporanea». Che resti mvece nella storia del cinema «Party», il film che la vede protagonista in concorso a Venezia, la Papas se lo augura: «Io il film montato non l'ho visto. E' una storia d'amore complessa: Piccoli ed io siamo una coppia matura accanto ad una coppia di giovani. E' una vicenda che non si A Pesaro, sede del più può raccontare: molto intellettuale, sull'amore e sull'angoscia. Ma i dialoghi sono condotti su un piano di estrema leggerezza». Fra il canto e il cinema, il vero desiderio di Irene Papas è riprendere la sua «Teodora». «E' uno spettacolo per attrice sola e coro che ho già presentato in Italia e mi piacerebbe che girasse molto di più. Lo merita. Non perché l'ho scritto io. E' una donna che entra in un ambiente chiuso bizantino e poco per volta si identifica nel personaggio della regina Teodora. Un mondo, quello bizantino, che noi greci sentiamo molto come nostro». importante festival d'Europa, «Matilde di Shabran» in prima mondiale Sergio Trombetta