E polemica sulla struttura dei salari di Pierluigi Battista

Crisi e occupa2ione. La proposta di pagare meno i giovani singles divide sindacati e economisti Crisi e occupa2ione. La proposta di pagare meno i giovani singles divide sindacati e economisti E' polemica sulla struttura dei salari Lombardi: Deaglio ha ragione ; LfjjPS conferma la CRISI mmMmmmmM Tasso di .. Tasso di \\ disoccupazione disoccupazione |\ in% giovanile in % '&^L 'iisi'■;■':■ >J] NORD 6,6 6,5 18,2 18,8 1 CENTRO 10,2 10,7 34,1 36,2 SUD 21,2 22,2 56,0 57,3 j ITALIA 12,0 12,3 33,3 34,5 LE TRE ITALIE DEI SENZA LAVORO Indicatori registratallo stesso mese d il presidente della Confartigianato Ivano Spalanzani - dando meno a chi non è sposato che si risolvono i problemi dell'Italia, ma liberalizzando l'economia. Siamo il Paese con i costi indiretti più alti e la colpa è dello Stato che continua a mantenere privilegi e situazioni di spreco». Più che sui singles l'economista Mario Baldassarri preferirebbe concentrare gli interventi sui giovani alla prima occupazione. «E' lì l'imbuto, l'accesso è rigido, i contributi sociali e le tasse rendono l'assunzione di un giovane uno scalino molto difficile da superare. Lo Stato potrebbe eliminare quest'impedimento azzerando i contributi sociali per due anni, rendendo di sicuro ti al 4/96 rispetto dello scorso anno meno folte le schiere dei disoccupati italiani che per i due terzi sono costituite da giovani al di sotto dei 29 anni». «E' una questione giusta, ma con la terapia sbagliata - secondo il leader della Uil Pietro Larizza -. L'Italia non ha una condizione di salari tale da poter tagliare, se si taglia, si taglia ormai la carne viva, non il grasso. E' necessario invece aiutare le famiglie con una politica fiscale più accentuata e una politica parafiscale che operi sulle trattenute. Non è creando un disagio ai singles che a mio avviso si risolve il problema, ma creando un beneficio alle famiglie». L ] 1 j Flavia Amabile Nel grafico le tre Italie dei senza lavoro l'antiStato camorristico. I «grandi» della de napoletana - i Gava, gli Scotti e i Pomicino - li hanno messi in un cantone tra lo stupore e il malanimo di una città che in pochi mesi ha visto crollare i «viceré», i potenti che sembravano invincibili e inamovibili e che invece hanno abbandonato la scena lasciando di stucco amici e clienti. Napoli si è fatta abbacinare dallo spettacolo elettrizzante dei potenti in manette, ha ululato invocando la ghigliottina quando due ras come De Lorenzo e Di Donato stavano lasciando il carcere in forza di un decreto governativo, ha infierito senza misericordia sui dispensatori di favori caduti in disgrazia. Non ha prosciugato il terreno nascosto, non illuminato dalla luce fittizia dei grandi processi, che fa della politica il luogo dei piccoli scambi, il motore occulto delle assunzioni, delle raccomandazioni, dell'elargizione di posti e microprivilegi. Che poi è il terreno dei tanti Mensorio senza nome e senza volto che si agitano affaccendati per distribuire le briciole di un impero andato in frantumi. Un terreno che certamente non è una specialità campana. Ma che in Campania ha la sventura di confinare con i santuari di un'illegalità organizzata questa sì davvero speciale. Talmente speciale che hanno dovuto trovarle un nome tutto suo: camorra. La magistratura stabilirà eventuali colpe e responsabilità di Carmine Mensorio. E il tempo dirà se l'imperiosa richiesta d'arresto ai danni di un uomo che sino ad allora non si era segnalato nelle cronache della politica nazionale non abbia rappresentato un verdetto di condanna preventivo in un Paese abituato a percorrere con sempre meno scrupob la scorciatoia del giustizialismo mediatico. Altra cosa è lo spettacolo mediocre di piccole ambizioni («gli sarebbe piaciuto diventare sottosegretario», dice di Mensorio con un pizzico di brutalità il suo sponsor Clemente Mastella nell'intervista pubblicata oggi da questo giornale), di piccoli scambi, di piccoli mercati allestiti nelle nicchie neanche tanto appartate della politica nazionale. La storia della de campana ha conosciuto nel suo recente passato, a cominciare dalla storia ancora tutta da chiarire conosciuta come il «caso Cirillo», tragedie e oscurità da brivido. Qualcuno, nelle schiere decisamente più esigue dei suoi eredi, ha pensato che per poterne perpetuare la forza fosse sufficiente replicarne i metodi e lo stile, magari in sedicesimo. Ma quelle velleità sono state cancellate su un traghetto che veniva dalla Grecia, all'indomani di Ferragosto. IL FERRAGOSTO DEL DISONORE Pierluigi Battista

Luoghi citati: Campania, Grecia, Italia, Napoli