«Lo Stato resti in Autostrade»

« « Lo Stato resti in Autostrade » Valori: vedo strane manovre in Borsa TORINO. Privatizzare le autostrade? Si, ma con giudizio. E soprattutto, con grande trasparenza «visto che si tratta di un bene pubblico». Ecco, in estrema sintesi, l'indicazione di Giancarlo Elia Valori, presidente di Autostrade Spa e dell'Aiscat, l'associazione dei gestori. Valori sceglie una data insolita per la maggioranza degli italiani, la vigilia di Ferragosto che coincide però con il periodo di maggiore impegno per gli uomini delle autostrade. Parla nella sede della Torino-Savona e ad ascoltarlo non ci sono soltanto gli addetti ai lavori: in prima fila il procuratore capo della Repubblica Francesco Marzachì e il questore Giuseppe Grassi, insieme con i colonnelli dei carabinieri e della guardia di Finanza e l'ex ministro dei Lavori Pubblici Enrico Ferri. L'occasione ufficiale, gli auguri agli addetti ai lavori, si allarga presto al discorso più generale della privatizzazione e allo scudo delle garanzie neces- «Si rischia che il controllo passi a capitali esteri. Vendita sì ma con un azionariato diffuso» Giancarlo Elia Valori, presidente dell'Autostrade, chiede massima trasparenza nella privatizzazione fatta prenderò tutte le precauzioni previste dalla legge». Il presidente avverte infatti «manovre sotterranee, operazioni di Borsa che non lasciano tranquilli». Ma una conferma più che autorevole alle sensazioni arriva dall'intervista rilasciata al Tg3 dal procuratore antimafia Bruno Siclari: «Ha espresso le sue preoccupazioni sul riciclaggio di denaro sporco in Italia, anche attraverso operazioni finanziarie di vasta politala». Qualcuno gioca d'anticipo sul tavolo della privatizzazione di Autostrade? Per Valori è un rischio da evitare: «La società è patrimonio "strategico" della collettività intera ed è, pertanto, impensabile che la sua privatizzazione si realizzi in conflitto con gli interessi di tale collettività». La sua analisi parte da lontano, dall'esperienza della Sme, di cui è stato presidente. «Già allora - ricorda - mi chiedevo se fosse possibile ritenere che la privatizzazione di una società operante nel settore dei pubblici servizi potesse essere gestita nella stessa maniera della dismissione di una società manifatturiera». I dubbi sulla esistenza di una strategia complessiva delle dismissioni esistevano allora come esistono oggi, anche di fron- te alle esigenze del Tesoro. Valori ne ha parecchi: «A chi dice che, se non si privatizzano i gioielli di famiglia, i bilanci Iri diventano fallimentari, io ritengo si debba replicare che è meglio correre questo rischio piuttosto che quello di dover constatare fra qualche anno che le società strategiche come Stet o Autostrade sono controllate da capitale straniero o, peggio ancora, da capitale di dubbia provenienza». Per mettersi al riparo dai due pericoli, verificato «se sulle piazze europee esiste realmente una liquidità sufficiente ad assorbire tali offerte», il presidente dell'Aiscat indica due scudi: il primo costituito da un cordone ombelicale con lo Stato «in modo che gli consenta di mantenere significativi controlli sulla nuova società che sarà chiamata a gestire il sistema autostradale». Il secondo costituito dalla particolare attenzione adottata nel collocare il pacchetto azionario. Tra le diverse tecniche di collocamento, Valori ne indica una: «Ho sempre ritenuto che l'esistenza di un azionista di riferimento o di un gruppo omogeneo possa dare buone garanzie allo Stato, ai cittadini, ai lavoratori e agli utenti». Una formula da integrare però con il ricorso all'azionariato diffuso «che consentirebbe di rivitalizzare il sistema economico italiano». La cessione del controllo della società Autostrade deve quindi avvenire «nella massima trasparenza ed in modo da esaltare e premiare la tutela degli interessi nazionali e della migliore imprenditorialità» per non svilire le dismissioni in un «mero atto di compravendita». E qui sta, per Valori, il punto nodale della questione-privatizzazioni: nel diverso metodo da adottare per la vendita di società manifatturiere e di società come Autostrade, che operano nel settore dei servizi pubblici «e in regime di monopolio». Il ministro del Tesoro Ciampi sarie per evitare «manovre occulte o poco chiare». In altre parole, c'è già il pericolo che i colletti bianchi della mafia si stiano muovendo intorno ai pacchetti azionari delle società autostradali. Valori si prende subito l'impegno: «Non appena avessi la certezza che siano in corso realmente manovre di tal Roberto Ippolito RiSPARMIO SALVATAGGI «Panorama»: 120 mila crediti inesigibili. La banca: sono 22 mila Domanda alle stelle dopo le nuove tasse sui certificati di deposito

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