l'assassino recapita la testa della ballerina

l'assassino recapita la testa della ballerina l'assassino recapita la testa della ballerina ria e il padre del bambino che ha continuato a gridare tutta la notte davanti al corpo senza testa della mamma, senza che nessuno venisse a vedere se era successo qualcosa. I cronisti a quell'ora della sera sono corsi dai carabinieri. Allora, il mistero non c'è più? E' stata una vendetta contro Nuvoli, qualche complice beffato, magari qualche bottino nascosto, scomparso. Ah, fa Polvani, può essere. Il capitano Polvani ha la praticità di quelli che indagano. Quando gli viene una fantasia, la scaccia come si fa con i peccati. E quella testa gli serve solo per l'inchiesta, beh, è normale. Ma vedete, quella testa è un simbolo, un'immagine orrenda. Aveva i capelli bruni corti, un naso importante e gli occhi spalancati. Ieri pomeriggio aveva chiamato una donna da Peggio Emilia per dire che aveva riconosciuto una fotografia, che quella Viki era stata nella sua tabaccheria e che un uomo sposato aveva perso la testa per lei. A giugno era andato in vacanza proprio in Sardegna ed era tornato sconvolto. No, diceva Polvani. Questa sarà come una fantasia, certe cose stanno nei libri, o nei film. Anche certi orrori noi credevamo stessero solo nei film. E un folle? Non potrebbe essere un folle, un altro serial killer? Ah, la vita è diversa, in fondo è più semplice, pensa il capitano, e quando bisogna cercare un assassino basta seguire le cose che si vedono. Solo che la storia di una testa non è la storia di una vita. Può cominciare una sera di lunedì, mentre la vita s'acquieta in una cameretta bianca quattro per quattro che guarda il mare un po' di lontano e tutta quella gente ciabattante sul filo della strada, tutte quelle famiglie che se ne ritornano a casa in processione. La storia di Victoria Danij, nata a Kazincbarcika, Ungheria, o Pazinbarcijka, dove il padre fa un lavoro che nessuno conosce e la madre nessuno sa se è ancora viva, racchiude tutt'e due le storie, quelle di una vita e di una testa. Victoria è venuta dal nulla, da un paese depresso con un nome impronunciabile che non esiste nemmeno nell'atlante De Agostini, e dove la gente per sopravvivere non è mai riuscita a fare altro che infilarsi sotto terra, nelle minie¬ fine della sua vita. Due colonne in cronaca, con tutto il rispetto. Taglio basso. Poi c'è la storia della sua testa. Comincia da quel momento. Ed è la storia del suo assassino. L'ha staccata dal suo corpo con un taglio così preciso da ricordare quello di un macellaio o di un chirurgo. Potevano essere in due, hanno sospettato a un certo punto gli inquirenti. E uno doveva conoscerla bene, per farle aprire la porta e farli accomodare. L'assassino poi ha messo la testa di Victoria nel sacchetto come si fa con un oggetto qualsiasi, senza provare l'orrore di Judir Dudas Vinczene e Margit Liptak che per prime hanno visto quel corpo monco e ci hanno messo una notte a riprendere i sensi, dopo aver urlato al buio con quanto fiato avevano, come abbiamo visto fare un mucchio di volte nei film. E' sceso sotto, è salito in macchina portandosi dietro quella testa con gli occhi sbarrati ed è andato fino a una strada che finisce nel nulla, fra i rovi e i campi. E' qui che la testa di Victoria Danij è tornata alla storia della sua vita. Qualche giorno fa, lei era corsa a Badu 'e Carros, nel carcere dove tengono Salvatore Nuvoli e gli aveva confessato d'aver paura: «Mi hanno minacciata. Voglio andarmene via». Lui le aveva detto di star tranquilla, che non c'era niente da temere. E poi, dove voleva andarsene? Dove poteva mai scappare una persona che viene dal nulla? Il cronista ascolta tutto il racconto e corre via. Alla Nuova devono rifar di corsa la prima pagina: «Ritrovata la testa di Viki». Sulla busta di plastica c'era una scritta: «Non buttatemi. Rispettate la natura». Siamo qui a scrivere. E non abbiamo nemmeno più paura del nostro orrore. re. Per questo Victoria non aveva nostalgie, perché il nulla non lascia memorie, non regala tracce. In Italia, viveva in un posto desolante e sciagurato alle porte di Sassari, come ce ne sono tanti in quello che solo noi continuiamo a chiamare Belpaese, con le squallide casette ammassate, qualche strada sconnessa e un titolo pomposo: Riviera di Sorso. Un dépliant per le vacanze all'estero. Victoria Danij è stata uccisa dopo le 19,30, mentre stirava nel soggiorno la sua camicetta bianca e il piccolo Michele dormiva nell'altra stanza. Chi l'ha uccisa le ha inferto solo due stilettate al cuore. Lei può avere urlato e l'ha fatto Michele, abbandonato vicino al suo corpo senza testa, fino al buio più fondo. Questa è la atto intimidatorio. Lo dimostrerebbe il fatto che hanno messo a soqquadro i locali, rovesciato le scrivanie, distrutto il computer. La decisione di appiccare il fuoco - ha detto uno degli investigatori - è stata loro suggerita, probabilmente, dalla presenza di alcune taniche di benzina. Altrimenti non avrebbe avuto senso perdere tempo nella devastazione. [m. a.] Pierangelo Sapegno Volterra: strangolato in un Angela Celentano. la piccola di 3 anni, scomparsa nel nulla da cinque giorni

Persone citate: Angela Celentano, Badu, Dudas, Nuvoli, Peggio Emilia, Pierangelo Sapegno, Polvani, Salvatore Nuvoli

Luoghi citati: Italia, Sardegna, Sassari, Sorso, Ungheria