E i torinesi «donano» l'acqua ai somali
E i torinesi «donano» l'acqua ai somali E i torinesi «donano» l'acqua ai somali Già realizzato un pozzo ad Afgoi e ora se ne prepara un altro Ahmed Sheik, i nomadi che attingono l'acqua al pozzo, devono pagare un piccola somma. «Ora, utilizzando come base quel denaro, il sultanato ha deciso di costruire una scuola. Noi daremo ancora ima volta una mano e ci impegneremo a qualificare il personale qui a Torino» dice suor Angela. Il Cosis, intanto, è diventato un punto di riferimento importante in Somalia. Quando nei mesi scorsi è scoppiata un'epidemia di colera, l'ingegner Salah ha formato gruppi di volontari locali che collaborano con l'Unicef in un progetto di educazione alla salute. Il programma prevede lo stanziamento mensile di 5000 dollari per medicinali. «Abbiamo potuto fermare la malattia - raccontava di recente Salah, durante un soggiorno a Torino - insegnando alle madri a far bollire l'acqua e ad usare altre precauzioni essenziali. In ogni villaggio sono state addestrate due persone che fanno da tramite tra la base del Cosis e la Bambini somali in fila davanti a un centro de! Volontariato Vincenziano nella regione di Afgoi Le suore missionarie intendono gestire anche un grande orfanotrofio popolazione». E sempre per i bambini è nei programmi a medio termine un altro progetto: la presa in carico del grande orfanotrofio di Afgoi lasciato durante la guerra dalle suore missionarie della Consolata. «Ci vivono 450 bambini affidati alle cure dei più grandi, ma di fatto abbandonati dice suor Angela -. Anche per questo chiediamo la solidarietà dei torinesi». [m. t. m.)
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