Capri blitz dei disoccupati

In 200 hanno manifestato in piazzetta con volantini in 5 lingue In 200 hanno manifestato in piazzetta con volantini in 5 lingue Capri, blitz dei disoccupati // sindaco protesta: rovinano il turismo CAPRI. «Una rivolta di piazza? Semmai di... piazzetta». Ride di gusto, l'attempato «flaneur», mentre sorseggia un aperitivo al tavolino di uno dei bar che circondano, appunto, la famosa «piazzetta» di Capri. Meno male che nessuno dei 200 disoccupati, protagonisti dell'imprevedibile blitz nel sacrario della dolce vita estiva, lo abbia sentito. Troppo impegnati, i senza lavoro, a distribuire voltantini in cinque lingue (italiano, spagnolo, inglese, tedesco e francese) ai turisti che un po' sono incuriositi, ma un po' mostrano disappunto per quella improvvisa e rumorosa invasione. Un gruppo di giapponesi non perde l'occasione per l'arsi fotografare accanto ad alcuni dei dimostranti. E' colpito dalla scena anche Rocco Barocco, che vi trova a passaggiare nei paraggi. Lo stilista si ferma e dà un'occhiata al foglietto che spiega i motivi della protesta. Poi fila via verso il porto, dove lo attendono sul motoscafo. La clamorosa contestazione è «firmata» dalla «Lista storica del collocamento», un gruppo di disoccupati esclusi dai mille corsi di formazione professionale istituiti dal Comune di Napoli e dalla Regione Campania. I 200 inalberano uno striscione con su scritto: «Il silenzio degli innocenti, colpevoli solo di non avere santi in paradiso». Urlano a squarciagola slogan e mostrano cartelli che recitano: «Dio creò l'uomo ed egli, divenuto politico, creò il disoccupato»; «Ho creduto per 25 anni nelle istituzioni, adesso credo solo nella rivolta». Molti di loro, prima di ieri, avevano visto Capri solo in cartolina o in tv. «Abbiamo fatto una colletta per pagarci il traghetto da Napoli - racconta Gennaro Nappello, da 24 anni iscritto al collocamento -. Fra di noi c'è gente che ha 50 anni e non ha mai trovato un lavoro vero». Sono sbarcati sull'isola poco prima delle 11 e per non creare tensione la polizia ha messo a loro disposizione due bus che li hanno condotti dal porto di Marina Grande alla «piazzetta». Il corteo è partito da lì e, dopo una sosta fra i tavolini dei bar affollatissimi di turisti e villeggianti, si è snodato per le viuzze solitamente frequentate dal jet set. Proprio da quelle parti, nei giorni scorsi, avevano passeggiato fra due ali di fans Tom Cruise e Nicole Kidman, reduci dal salvataggio di una famiglia svizzera. I disoccupati sono riusciti perfino ad espugnare uno dei templi della mondanità caprese: l'hotel Quisisana. Qui hanno distribuito altri volantini agli esterrefatti ospiti dell'albergo che chiacchieravano in terrazza aspettando l'ora di pranzo. Chi, però, non ha proprio digerito il pacifico assalto dei 200 senzalavoro è stato il sindaco Costantino Federico. Inviperito, ha inviato una lettera di protesta al ministro dell'Interno, al prefetto e al questore di Napoli. «Esprimo il massimo disappunto per la manifestazione, che tra l'altro risulta essere stata autorizzata dalle autorità competenti». Poi, non contento, affida ai cronisti un'ultima battuta: «Queste iniziative non hanno nulla a che vedere con Capri. Mi rendo conto che la nostra isola rappresenta un po' l'ombelico del mondo, e che quanto accade qui ha risonanza internazionale. Ma sarebbe come se io, per protestare per un problema di Capri, andassi ad occupare il Colosseo o il Duomo di Milano». p,; y U VENEZIA. La malaria in Veneto. Una presenza ormai accertata e costantemente monitorata. Una realtà, insomma, con la quale le autorità regionali si sono dovute confrontare all'improvviso, ma che ora viene tenuta adeguatamente sotto controllo. Grazie a una capillare raccolta di dati e, soprattutto, a un'intensa attività di sensibilizzazione e prevenzione. Comunque sia, il quadro degli Anni 90 registra un incremento impressionante della temuta malattia. Nel corso del '95 i casi di malaria registrati in Veneto sono stati oltre 200. Una cifra che lascia sconcertati se confrontata con quelle degli anni precedenti: erano poco più di 80 nel 1992, saliti a 125 nel 1993 e a 175 nel 1994. Dati importanti, contenuti nel Rapporto annuale redatto dall'Osservatorio epidemiologico del Dipartimento igiene pubblica della Regione Veneto, che li ha resi noti e diffusi. «Questo importante incremento del numero di casi di malaria - spiega l'assessore regionale alla Sanità Ines Braghetto - è in gran parte conseguenza dell'aumento progressivo della patologia tra i lavoratori extracomunitari che spesso, rientrando in Italia dopo una visita nel loro Paese d'origine, cadono ammalati». Quasi il 95% delle malarie registrate nel 1995, infatti, sarebbero state contratte proprio in Africa. Si tratterebbe soprattutto della parte occidentale del Continente, quella che comprende Paesi come il Ghana, il Senegal e la Nigeria. E ad ammalarsi sono stati, in oltre metà dei casi, maschi immigrati tra i 20 e i 40 anni d'età provenienti da zone a diffusione endemica della patologia. L'assessore Braghetto indica in particolare l'Africa occidentale come area a rischio in quanto interessa «Paesi che hanno un rischio endemico di malaria e che vedono presenti sul nostro territorio folte colonie di immigrati». Il 52,7% degli ammalati di malaria in Veneto nel '95 sono stati, in effetti, extracomunitari. Ma mentre tra questi soggetti la malattia si manifesta in forma più attenuata per ovvi motivi di difese naturali, tra gli italiani che non si confrontano con una sua presenza endemica, può arrivare ad essere letale. In Veneto, nel corso del '94 si sono verificati ben tre decessi di italiani per malaria. E nel '95, sempre tra gli italiani, i casi verificatisi hanno raggiunto addirittura quota 91. Si trattava in gran parte di ultracinquantenni. Ma come arrivano a contrarre il morbo, gli europei? La risposta è piuttosto semplice: si ammalano durante i viaggi, che siano turistici, di lavoro o di vocazione, come nel caso dei missionari. «Pertanto è necessario - sottolinea l'assessore Braghetto - attuare una profilassi farmacologica per coloro che sanno di doversi recare in Africa o in altri Paesi dove la malaria è diffusa, e per farlo basta rivolgersi alle Usi». Perché proprio la mancata profilassi, secondo il rapporto regionale, è l'errore fatale ai più: fra i colpiti dalla malaria nel '95 in Veneto ben il 79,3% non aveva compiuto alcuna profilassi farmacologica e solo il 2%, vale a dire 4 persone su 202, aveva assunto i giusti medicinali per il tempo e con la frequenza corretti. [r. cri.] Un corteo fra i vip l i

Persone citate: Braghetto, Costantino Federico, Gennaro Nappello, Ines Braghetto, Nicole Kidman, Rocco Barocco, Tom Cruise