Trecento container infiammano i Territori

Il governo Netanyahu estende gli insediamenti. Peres: mossa stupida e controproducente Il governo Netanyahu estende gli insediamenti. Peres: mossa stupida e controproducente Trecento container infiammano i Territori Case mobili per i coloni, l'Olp: «Uccidono la pace» TEL AVIV non sono disposti a negoziare di nuovo un accordo già definito, e i coloni temono che l'allontanamento dei soldati provocherà una ripresa degli attentati islamici. I coloni esigono l'estensione del quartiere ebraico della città e ieri hanno già conseguito una vittoria parziale quando un loro dirigente, Uri Ariel, è stato nominato supervisore della sicurezza nelle colonie in Cisgiordania. Fra i palestinesi il sentimento prevalente ieri era 10 sconforto. «Ormai abbiamo l'impressione - ha detto Tayeb Abdel Rahim, segretario dell'esecutivo dell'Anp - che il governo israeliano sia composto da un gruppo di ebrei religiosi e radicali intenzionati a uccidere il processo di pace». In mattinata il presidente del Consiglio dell'autonomia Ahmed Qrei (Abu Ala) ha invocato la sospensione immediata dei colloqui con Israele, in segno di protesta per la ripresa della colonizzazione e per la confisca di terre palestinesi. Un portavoce di Arafat, Nabil Abu Rudeina, ha sostenuto invece che è necessario moltiplicare gli sforzi di dialogo: per oggi, ad esempio, è prevista la convocazione di una Commissione israelo-palestinese che non si riuniva da mesi. «Ma sedersi assieme attorno a un tavolo non può essere fine a se stesso - osservano i palestinesi - e le posizioni sono molto distanti». La ripresa della colonizzazione desta resistenze anche in Israele. L'ex premier laborista Shimon Peres l'ha definita ieri «stupida e controproducente» perché, a suo avviso, è destinata a perpetuare il conflitto nella regione. Da parte loro i coloni si dicono stupiti del clamore internazionale provocato dalle 300 case mobili: ne avevano chieste mille, Mordechai ne ha approvate meno di un terzo. «Le collegheremo due a due - ha spiegato Aharon Domb, un portavoce dei coloni - e creeremo così 52 nuove classi per i nostri figli». Le case rimanenti saranno adibite a dormitorio per studenti. «Gli inizi sono sempre difficili - ha concluso filosoficamente Domb -. In futuro NOSTRO SERVIZIO Le relazioni fra l'Autorità nazionale palestinese e il governo conservatore di Benyamin Netanyahu sono entrate ieri in fase di ebollizione quando il ministro della Difesa Yitzhak Mordechai, accogliendo in parte le richieste dei coloni, ha ordinato l'installazione immediata di 300 case mobili in insediamenti ebraici della Cisgiordania. Si tratta del primo passo concreto verso la colonizzazione dei Territori - parzialmente congelata per quattro anni dai laboristi - dopo che il 2 agosto il Likud ne aveva preannunciata la ripresa in grande stile. Da allora vari ministri - Ariel Sharon (Infrastrutture nazionali), Avigdor Kahalany (Sicurezza interna) ed Eliahu Suissa (Interni) - hanno esortato a più riprese i coloni a estendere i loro insediamenti. La decisione di Mordechai ha suscitato l'indignazione dei palestinesi. «Si tratta di una nuova violazione degli accordi», ha esclamato scuro in volto il presidente dell'Anp Yasser Arafat. Altri dirigenti palestinesi hanno accusato il governo israeliano di voler «uccidere» il processo di pace e hanno auspicato un incontro chiarificatore fra Arafat e Netanyahu. E anche la Francia ha fatto sapere che l'iniziativa altera lo «status quo dei territori alla vigilia del negoziato per il loro assetto definitivo». Oggi le polemiche potrebbero crescere ulteriormente quando Mordechai presenterà a Netanyahu il piano di ridispiegamento dell'esercito israeliano fuori da gran parte di Hebron, la città della Cisgiordania dove 400 coloni vivono (protetti dall'esercito) circondati da 100 mila palestinesi ostili. In base agli accordi di autonomia, Israele avrebbe dovuto lasciare entro marzo l'85% della zona metropolitana di Hebron: ma un'ondata di terrorismo islamico aveva indotto Peres a rinviare il ritiro. Adesso Mordechai ha messo a punto un progetto di ridispiegamento che prevede pattugliamenti congiunti israelo-palestinesi e la costituzione di 8 nuovi avamposti israeliani. Le prime reazioni sono negative: i palestinesi 11 governo Netanyahu farà meglio». Aldo Baquis Qui accanto Nasser e un gruppo di coloni ebraici nei Territori La pellicola sulla vittoria di Suez scatena in Egitto un'ondata nazionalista CINEMA E POLITICA della Società internazionale del Canale di Suez, il 26 luglio 1956 sulla piazza Manchéya ad Alessandria, davanti a una folla di duecentomila persone, rappresenta il momento-chiave dell'opera. Per ricostruire l'evento, il regista Mohamed Fadel ha realizzato un immenso scenario e riunito migliaia di comparse. La recitazione di questa scena è un pezzo di bravura dell'attore Ahmad Zaki. Il giorno dell'anteprima al cinema Tahrir del Cairo, a cui ha assistito anche la figlia del defunto presidente Nasser, Zaki è stato portato in trionfo dal pubblico all'uscita. Il film ha anche dato occasione a molti spettatori di scandire slogan ostili alla normalizzazione con Israele. Malgrado la sua disfatta nel 1967 (guerra dei Sei giorni, ndr) Nasser resta infatti un simbolo della resistenza allo Stato ebraico. Quando, l'anno scorso, alcune bobine del film sono bruciate accidentalmente, molte voci si sono alzate ad accusare i servizi segreti israeliani. La maggior parte degli intellettuali egiziani resta violentemente ostile a ogni normalizzazione con Israele. Questo rigetto è dimostrato dalle stesse peripezie del film che doveva uscire a fine luglio, ma la cui sceneggiatura, scritta dal siriano Rafie el-Sabane, è stata im¬ GIL CAIRO AMAL Abdel Nasser ha sbancato il botteghino egiziano. Dalla sua uscita lunedì 5 agosto, un film consacrato alla crisi di Suez, «Nasser '56», sta incontrando in Egitto un successo senza eguali. Secondo i critici, questo trionfo si spiega con la nostalgia che la pellicola, realizzata in bianco e nero come un documentario, evoca nella maggior parte degli egiziani. Nostalgia di un'«età dell'oro» perduta, in cui il Paese sfidava con successo due grandi potenze coloniali come Gran Bretagna e Francia. Il discorso in cui il Raìss annunciava la nazionalizzazione Segnalate in Germania, la polizia tedesca chie ' V::::"::;^:>^:'>:::':<:-::<:'-