E Perot predica dal video di P. P.

E Perot predica dui video E Perot predica dui video Miniconvention a LongBeach per il Reform Party del magnate SAN DIEGO DAL NOSTRO INVIATO Sostenitori di Dole e Kemp su un battello Ieri a San Diego I corsi di democrazia «stile Ross Perot» si sono appena conclusi a due ore di guida da qui, in direzione Nord, a Long Beach, dove al Terrace Theater si è svolta la Convention del Reform Party. Dopo lunghe titubanze, l'originale magnate texano ha deciso di presentarsi anche questa volta come candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Ma poiché è stato a lungo indeciso, un altro candidato si era presentato per riempire il vuoto, un ex governatore del Colorado, Richard Lamm, professore di scienze politiche di formazione democratica. Ma quando Perot ha finalmente deciso di scendere in campo, ha ordinato a Lamm, che in passato aveva a lungo corteggiato perché entrasse nel partito, un secco «fatti da parte» e non gli ha neppure consentito l'accesso ai computer con le liste degh' iscritti al partito. La Convention alla Perot è stata questione di poche ore, ma i risultati si conosceranno solo la prossima settimana. Poche centinaia di persone si sono presentate per ascoltare Lamm, arrivato di persona, e Perot via televideo. I due hanno fatto ciascuno il proprio discorso (Perot il solito attacco al deficit, al Nafta e agli immigrati; Lamm più o meno lo stesso) e poi si sono spente le luci. Adesso il milione circa di iscritti al partito, che hanno ricevuto un modulo con l'invito a esprimere una scelta, hanno una settimana per far conoscere il loro orientamento: o per posta regolare, o per posta elettronica via Internet, oppure più semplicemente per tele- fono. Domenica prossima, in una seconda puntata della Convention che si terrà nella parte opposta degli Usa, a Valley Forge, vicino a Philadelphia, verrà proclamato il vincitore dopo che la stimata ditta di revisione dei conti Ernst & Young avrà verificato la regolarità delle procedure. Ma non sarà un finale mozzafiato. Perot ha tutti i soldi, Lamm nessuno. Perot controlla gli uffici centrali del partito a Dallas, dei cui muri è fisicamente proprietario, e, appunto, quei computer con le liste degli iscritti che Lamm avrebbe desiderato avere per piazzare telefonate, lettere, insomma per fare la sua campagna. Ma è Perot che ha fondato il partito ed è lui che paga. Lui agli iscritti ha sempre trasmesso un messaggio molto democratico: «Siete voi che decidete e dovete dirmi se volete che vi dica cosa dovete fare». Il fenomeno Perot non è più quello di 4 anni fa, quando quasi il 20% degh elettori votò per lui. Ma il texano, al quale viene attribuito un 10% circa e non ha speranza di vincere voti elettorali in alcuno Stato, potrebbe fare la differenza in qualche Stato incerto, perché ruberebbe più voti ai repubblicani che ai democratici, essendo tutti i perottiani anti-Clinton. [p. p.]

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