L'importante è che cosa si suona di Giorgio Pestelli

L'importante è che cosa si suona L'importante è che cosa si suona Mentre il repertorio non deve inaridirsi viventi, dai più illustri ai più giovani. Rientra in questo ambito il Progetto Friedrich Cerha, il compositore viennese formatosi nella scuola di Schoenberg, Berg e Webern, e la serie di concerti (fino al 24 agosto) intitolata «Next Generation», con tre prime esecuzioni promosse dal generoso intervento di Betty Friemann: simpaticissima signora americana, artista della fotografia e protettrice di artisti e musicisti, che l'anno scorso, sempre a Salisburgo, ha avuto la mano felice patrocinando le bellissime «Tre Invenzioni» per orchestra da camera dell'inglese George Benjamin; quest'anno le commissioni sono andate alla compositrice Kaija Saariaho, a Beat Furrer e al nostro Marco Stroppa: speriamo bene, e speriamo che le stazioni italiane di Radiotre, sempre attente ai festival estivi, si ricordino anche di questo «Salisburgo dei moderni». Gerard Mortier: nel suo mirino - lo hanno già sperimentato Abbado e Sinopoli - c'è la figura stessa del maestro carismatico, una personale ossessione milanesi, viennesi, bavaresi, londinesi ecc. Il vero, grave problema della musica oggi non è «dove» diriga il tale direttore, ma «che cosa» diriga; è l'atrofia del repertorio, il ripetere sempre le stesse cose (la farsa delle tre «Elettre» di un anno fa: soggetto per un'opera comica che purtroppo nessuno ha ancora saputo scrivere), l'inaridirsi di quella circolazione fra antichi e moderni che è la base della comune nozione di cultura. Addolorato dunque per le durezze polemiche, mi consolo e vorrei poter consolare il lettore osservando che il Festival di Salisburgo sta facendo un grande sforzo per riattivare quella circolazione; discusso fin che si vuole, Gerard Mortier sta promuovendo, in una cornice una volta riservata alla più meccanica ripetizione dei soliti classici, una rinnovata presenza del Novecento così detto storico e attraverso questo una rassegna dei contemporanei, dei Giorgio Pestelli

Luoghi citati: Salisburgo