Nel menù delle vacanze spezzatino, authority e «ingiustizie» fiscali di Valeria Sacchi

Nel menù delle vacanze spezzatino, authority e «ingiustizie» fiscali Nel menù delle vacanze spezzatino, authority e «ingiustizie» fiscali E' indaffaratissimo il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi. Così indaffarato che ci si chiede se potrà concedersi qualche giorno dì vacanza. Deve trovare il modo di fronteggiare l'aumento del fabbisogno, deve impedire che l'inflazione approfitti anche lei delle ferie per scattare all'insù. E difatti, ecco arrivare Luigi Spaventa, già ministro del Bilancio, alla guida di un Comitato dei prezzi e delle tariffe, e Vittorio Guccione, presidente di sezione della Corte dei conti, essere chiamati a presiedere un collegio che dovrà controllare i controlli sulla gestione della spesa dello Stato e, in definitiva, il lavoro dei 19 mila dipendenti del Tesoro stesso. Infine, al Consiglio per la programCarlo Azeglio mazione ecoCiampi nomica, viene insediato Antonio Pedone. Insomma, pur dichiarandosi ad ogni pie sospinto ottimisti sui destini dell'Italia economica, né Ciampi né il presidente del Antonio Consiglio Ro- Pedone mano Prodi vogliono correre rischi. L'autunno sarà già abbastanza caldo senza bisogno di nuove sorpresine. Ed è superattivo anche il presidente dell'Antitrust Giuliano Amato che, dopo aver avviato indagini su presunti cartelli fra compagnie assicurative per le tariffe Re auto, ha preso di mira le Camere di commercio, ree di gestire in modo autoritario le informazioni al pubblico. Intanto l'amministratore delegato della Stet, Ernesto Pascale, parte in vacanza per la Thailandia, lasciando dietro di sé molti dubbi irrisolti: è contento delle decisioni vertici di Rifondazione e la loro mente economica, Nerio Nesi, rilanciano lo «spezzatino» l'ex presidente del Senato Carlo Scognamiglio e il direttore gene- del governo sul suo gruppo, oppure no? In sostanza: è lui (a braccetto col consigliere economico di An Pietro Armanì) il vincitore della dura partita sulla privatizzazione? Prima di salire sull'aereo, secondo quanto riportano le cronache, Pascale avrebbe lasciato cadere un'unica frase smillina: «Non mi hanno capito». Troppo poco per costruirvi delle certezze. Anche perché sulla dannata questione resta muto come un pesce l'altro big di Stet, Biagio Agnes. Mentre intorno tutti dicono la loro: difende la decisione del governo il senatore Franco Debenedetti, attaccano compatti i .„ ... Ernesto Pascale rale di Confindustria, Innocenzo Cipolletta. Ma non è questo l'unico piccolo mistero di mezza estate. Un altra sorpresa viene dalla Confindustria presieduta da quanto riportato dalla moglie Marina Doria? Mani pulite scavalca le Alpi. A Dusseldorf dieci alti dirigenti della Thyssen, il presidente Dieter Vogel in testa, passano seri guai per via di un presunto imbroglio ai danni della Treuhand. Avrebbero falsificato i bilanci di una controllata in liquidazione. In Francia è addirittura il ministro dell'Economia e della Finanza Jean Arthuis a chiedere che venga messo sotto accusa l'ex presidente del Crédit Lyonnais Jean-Yves Haberer, per «carenza di controlli sulle filiali». Un'indagine che potrebbe coinvolgere l'allora ministro del Tesoro e attuale governatore della Banca di Francia, Jean-Claude Trichet. E qualcuno sostiene che sia proprio la testa di que- Gianni Zandano Nerio Nesi Gianmario Roveraro Giorgio Fossa che attacca la rendita finanziaria e «l'ingiustificato vantaggio fiscale» di Bot e Cct. Saldandosi misticamente con l'eterno nemico Fausto Bertinotti. Parallelamente, sul fronte delle nomine Rai, vediamo il «rosso» o meglio «ex rosso» Michele Santoro (e annessi programmi) diventare la perla degli occhi di Pierferdinando Casini e Francesco Storace, che insorgono in difesa dell'incompreso. E che dire della discussione su temi «economici» tra il ministro degli Esteri Lamberto Dini e Vittorio Emanuele di Savoia nella cornice di Cavallo, secondo st'ultimo Jean (il terzo «Jean» della storia) la vera ragione di tutto l'intrigo. Le fabbriche chiudono ma la finanza è sempre all'erta. Il presidente del San Paolo di Torino, Gianni Zandano, rompe gli indugi, affida la Valtur a uomini suoi e accelera il rilancio di Mirabilandia. A Milano Roveraro annulla in Akros il vincolo del 10% al possesso azionario, mentre Mediobanca stringe il controllo sul gruppo Montedison, presieduto da Luigi Lucchini. A Ivrea il nuovo dominus di Olivetti, Francesco Caio, rafforza i poteri dei suoi uomini, come quelli Valeria Sacchi Salvatore Ligresti

Luoghi citati: An Pietro Armanì, Azeglio, Francia, Italia, Ivrea, Milano, San Paolo, Thailandia, Torino