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Arresto-lampo per il vertice Thyssen Arresto-lampo per il vertice Thyssen L'accusa: «Una truffa da 73 miliardi di lire» borsa dei titoli Thyssen. Le azioni sono scese infatti di 6,30 marchi su 261,70. «Dopo il caso della Bremer Vulkan, adesso anche il caso Thyssen peggiora la nostra immagine all'estero», è stato uno dei commenti alla Borsa di Francoforte. Il reato di cui vengono accusati dalla procura di Berlino i top manager della Thyssen Ag è di avere provocato un danno di 73 miliardi di lire alla Treuhand, l'ente che in Germania si era occupato di privatizzare le imprese di Stato della ex Repubblica Democratica tedesca (Rdt). I fatti risalgono agli anni immediatamente successivi alla riunificazione tedesca, ed in particolare alla liquidazione dell'azienda Metallurgie Gesellschaft. Con la fine del compito di privatizzazione della Treuhand, l'incartamento è passato nelle mani del BvS di Dieter Vogel, presidente Thyssen Berlino, l'ente che si occupa dei «problemi particolari collegati alla riunificazione tedesca». Secondo le accuse, infatti, i manager della Thyssen avrebbero falsificato dei bilanci e messo in conto all'azienda in liquidazione della Germania Est costosissimi corsi di for¬ mazione. Da Dusseldorf, alla sede centrale della Thyssen ci si difende dicendo che la questione con la procura era già stata chiusa e che nel 1995 la Thyssen aveva pagato 86 miliardi di lire alla BvS. Dieter Vogel, presidente del gruppo,' ha dichiarato ad un giornale tedesco: «Sono estremamente sorpreso. La procura aveva chiuso l'inchiesta nel 1995 e adesso, nel 1996, cambia un procuratore e la faccenda si riapre di nuovo». Intanto la Thyssen Ag ha annunciato che procederà per vie legali per ribattere alle accuse. Oltre al presidente sono stati fermati, e poi rilasciati su cauzione, l'ex membro del consiglio di amministrazione Heinrich Kersten e i manager Josef von Riederer e Hans Ulrich Gruber. Francesca Predazzi