INFERNO DI FANGO di Giuseppe Zaccaria

INFERNO DI FANGO INFERNO DI FANGO ABIESCAS DESSO sulla valle splende il sole: un sole pieno e caldo che spande una luce piatta sulla discarica di fango mentre la riscalda, l'asciuga, sollevando un tappeto di vapore che rende tutto irreale, e distante. E' una nebbiolina che ha qualcosa di sinistro, che si attacca agli scarponi dei soldati, traccia arabeschi intorno alle impronte ad ogni passo quasi a trasmettere messaggi dal sottosuolo. Prima venti, poi cinquanta, poi settantaquattro. Ieri sera il conto si fermava a settantaquattro morti. Ma tutti sapevano che non era finita. I dispersi sono quasi centocinquanta e noi che ci siamo ar¬ Auto e roulottes travolte dal fango nel campeggio rampicati fin qui, forse continuiamo a camminare sopra gente sepolta. Doveva essere splendido, questo posto, appena l'altroieri. Dalla strada, da quel che resta della strada, si vede la «Sierra de Limes» che scala il cielo: da qui alla cima ci sarà un salto di sette, ottocento metri. Siamo sui Pirenei, quasi al confine con la Francia, al fondo di una conca circondata dai picchi, coronata da boschi verdi su cui si affaccia un bordo di bianchissime nuvole. Un posto splendido, giurano i paesani. Giuseppe Zaccaria CONTINUA A PAG. 3 TERZA COLONNA

Luoghi citati: Francia