Il «lupo italiano» arriva a Palazzo Madama di Guido Novaria

" «lupo italiano» arriva a Palazzo Madama " «lupo italiano» arriva a Palazzo Madama Nove senatori: «Un miliardo perfar sopravvivere la razza» «Il futuro del lupo italiano è tutti' qui». Mario Messi, ^inventore» del lupo italiano, ha orinai distribuito centinaia di fotocopie di quei quattro fogli dattiloscritti del nuovo disegno di legge presentato a Palazzo Madama da nove senatori prima della pausa feriale. «Sembra incredibile, ma se questo disegno di legge non sarà approvato in tempi ragionevolmente brevi, rischiamo di buttare al vento un lavoro iniziato quasi trent'aimi fa - dice Messi -. I risultati? Ci sono i nostri lupi a provarli, con il loro lavoro e una capacità d'impiego eccezionale nelle emergenze». Tre gli articoli compresi nel disegno di legge - stanziamento previsto un miliardo di lire l'anno - che sintetizza, in pratica, il lavoro fatto da Messi in tutti questi anni: «Il 25 giugno del 1987, il presidente della Repubblica ha emanato il decreto istitutivo dell'Ente per la tutela del lupo italiano; l'anno successivo è stato redatto il disciplinare del registro anagrafico ufficiale che ha per finalità la conservazione genetica del cane denominato lupo italiano» spiega Messi. Aggiunge il senatore Giancarlo Tapparo, primo firmatario del disegno di legge: «Si tratta di mente attraverso il nostro registro genealogico - aggiunge Messi -; chi ci accusa di chiedere contributi per favorire chissà quale business sbaglia di grosso: basta vedere gli animali affidati a enti pubblici o privati, a cominciare dal Corpo forestale dello Stato che utilizza ormai il lupo italiano per l'emergenza in montagna». Dice il dottor Dettoni, coordinatore del centro della Forestale di Volpago del Montello, in provincia di Treviso: «La resistenza e la capacità di adattamento all'ambiente hanno fatto del lupo italiano un compagno straordinario dei nostri uomini durante gli interventi di protezione civile». Non la pensano allo stesso modo gli esponenti nazionali della Lav e del Wwf: «Non si spende una lira per proteggere animali selezionati nei secoli come il lupo, e poi si vogliono buttare via soldi per proteggere una razza canina che ha poco più di 40 anni». Replica Messi: «Vengano a vedere l'allevamento di Cumiana o i centri della Forestale che utilizzano il lupo italiano: non credo proprio che si siano buttati via dei soldi, o comunque, finora, lo Stato non ci ha rimesso una lira». Sopra Mario Messi, a fianco un gruppo di «forestali» impegnati in un'esercitazione con il lupo italiano: l'animale vive con il conduttore una razza canina molto speciale, costruita sul ceppo del lupo dell'Appennino, per una particolare combinazione genetica, e poi sviluppatasi con criteri selettivi naturali ed estremamente rigorosi che hanno portato a risultati favorevoli sotto il pro¬ filo morfologico, fisico e psichico». Assolutamente vietata la commercializzazione e la riproduzione degli animali al di fuori dell'E.T.L.L, l'ente per la tutela del lupo italiano: «Ogni lupo che esce dal nostro allevamento di Cumiana è seguito costante¬ Guido Novaria

Persone citate: Dettoni, Giancarlo Tapparo, Mario Messi

Luoghi citati: Cumiana, Treviso, Volpago Del Montello