Made in Italy cinque mesi sprint

Tra gennaio e maggio la rivalutazione della lira non ha fermato la marcia dell'export Tra gennaio e maggio la rivalutazione della lira non ha fermato la marcia dell'export Mode in Italy, cinque mesi sprint Fantozzi: a fine anno un attivo di 60 mila miliardi Molto positivi anche i primi dati di giugno: l'import dai Paesi extra Ue è sceso del 17,9% Fondo Monetario Nel Belpaese riserve da record ROMA. «L'obiettivo di fine anno per la nostra bilancia commerciale potrebbe essere un attivo di 60 mila miliardi, o anche di più», il ministro del Commercio estero, Augusto Fantozzi, commenta le cifre del saldo tra importazioni ed esportazioni nei primi cinque mesi del 1996 o vede rosa: 21.405 miliardi di attivo, contro i 13.008 registrati nello stesso periodo dell'anno precedente. Tra gennaio e maggio l'Italia ha venduto sui mercati internazionali prodotti per 160.423 miliardi, mentre dall'estero sono arrivate merci per 139.018 miliardi, che, in percentuale, equivalgono rispettivamente ad aumenti dell'8,4 e del 3 per cento sui primi cinque mesi del 1995. Ma anche i dati disponibili relativi a giugno, quelli dell'import-export. con i Paesi extra Ue, danno segnali eccellenti: le esportazioni sono aumentate del 6,4 per cento sul giugno '95, mentre le importazioni sono diminuite del 17,9. Il risultato è che i conti del mese si sono chiusi con un attivo di 4847 miliardi. Il made in Italy continua quindi nella sua volata e proprio i dati di pali del successo di questa prima metà dell'anno: innanzitutto il calo delle importazioni, calo particolarmente forte dai Paesi esterni all'UE, ma che a maggio per la prima volta dall'inizio dell'anno ha coinvolto anche quelle che arrivano dai partner europei. Decisamente rilevante, poi, l'ulteriore notevole dilatazione del surplus commerciale, che in cinque mesi ha messo a segno un miglioramento quasi uguale a quello registrato nell'intero 1995. E i dati di giugno sugli scambi con i Paesi extra-Ue confermano l'accelerazione di questa tendenza positiva. Ma il progresso più vistoso si verifica negli scambi di beni intermedi e rappresenta una novità rispetto agli ultimi due anni. «Da un lato, la flessione dell'attività produttiva frena l'espansione delle quantità importate - spiega Fantozzi dall'altro, il rafforzamento della lira sui mercati valutari, combinandosi con il rallentamento delle quotazioni internazionali delle materie prime, modera la dinamica dei prezzi dei prodotti importati, contribuendo così a raffreddare l'inflazione». [v. cor.] ROMA. Il Fondo Monetario Internazionale assegna all'Italia il record, fra i Paesi del G7, per la crescita delle riserve. I dati diffusi dall'organizzazione presieduta da Michel Camdessus (riferiti alla fine di aprile), affermano che nelle nostre casse il ritmo di incremento delle riserve non-auree (valute e diritti speciali di prelievo, la divisa convenzionale del Fmi) è stato superiore di sette volte rispetto alla media di crescita dei Sette grandi (+2,2%). Rispetto alla fine dello scorso anno la «dote» (oro escluso) custodita dalla Banca d'Itaba (poco meno di 52.500 miliardi di lire) è cresciuta del 14%, rispetto al +0,2% degli Usa, che hanno fatto registrare il minor aumento fra i Sette nello stesso periodo di riferimento. Il progresso più consistente, alle spalle dell'Italia, lo ha fatto registrare il Canada (+3,5%). Pur restando ancora lontano il livello record del dicembre 1990, quando il totale delle riserve italiane (oro compreso) era valutabile, al cambio attuale, oltre 104.000 miliardi di lire, i progressi compiuti negli ultimi mesi hanno riproiettato l'Italia ai vertici della graduatoria. Il ministro del Commercio estero Augusto Fantozzi giugno dimostrano che il ritorno del cambio della lira su livelli più rispondenti ai valori reali dell'economia italiana non ha comportato, come alcuni temevano, un peggioramento della bilancia commerciale italiana. Ma Fantozzi ha una riserva: l'attivo di oltre 60 mila miliardi a fine anno è un obiettivo raggiungibile «se, come ci auguriamo, non interverranno problemi all'interscambio per ragioni politiche». E il riferimento è chiaro, visto che il ministro subito dopo parla della decisione di Clinton sulle sanzioni Usa da applicare alle imprese non statunitensi che investono in Libia ed Iran: «Il governo italiano - sottolinea Fantozzi - auspica che nei prossimi giorni sia possibile riprendere nelle sedi competenti un costruttivo confronto sulla situazione». Ma vediamo gli aspetti princi¬ Le compagnie replicano all'indagine aperta dall'Autorità: oltre ai prezzi considerate i servizi

Persone citate: Augusto Fantozzi, Clinton, Fantozzi, Michel Camdessus