Prima mondiale in Ucraina del «Requiem» di Merlano di Armando Caruso
Prima mondiale in Ucraina del «Requiem» di Merlano Prima mondiale in Ucraina del «Requiem» di Merlano Ferruccio Merlano, compositore fecondo sin dagli Anni Quaranta, ma sovente ignorato in Italia, è dovuto volare a Kiev per la prima mondiale del suo «Requiem per Coro e Orchestra» op. 29 (composto nel 1988), dove e stato ospite festeggiatissimo dalla Radio e dalla Televisioni; dell'Ucraina. In occasione del decennale della tragedia di Cernobil, presenti; la delegazione dell'ambasciata italiana, il «Requiem» del musicista piemontese (vive da anni a Susa, ma è nato a Valenza) è stato eseguito con successo ila Coro e Orchestra della Compagnia Nazionale della Radio Ucraina. Abbiamo avuto la fortuna di ascoltare la registrazione di questa celebrazione ucraina d'un compositore di casa nostra: ne abbiamo apprezzato il senso religioso dell'esecuzione. Coro e orchestra ucraini sono di ottimo livello, hanno affrontato la difficilissima partitura con l'assoluto rispetto professionale che si deve ad una grande opera. Il «Requiem» di Ferruccio Merlano, ancorché scritto otto anni fa rientra nei canoni tradizionali della Messa funebre, ne coglie gli aspetti più intimi, ne esalta i valori fideistici: il Kirie, il Tractus, il Dies Irae, l'Offertorium, il Sanctus, il Benedictus, l'Agnus Dei, il Lux Aeterna e «Requiem» ha avuto un travaglio compositivo intenso, costruito sì con il sofisticato apparato elettronico che egli possiede della sua casa di Susa, ma trasferito con felice intuizione agli strumenti acustici, nonché alle voci (non dimentichiamo che Merlano è ancora un bravo, musicalissimo tenore): bassi, contralti, tenori, baritoni, soprani si avvalgono di una scrittura assolutamente pertinente, non facile, ma vocalmente corretta. Il «Requiem» di Merlano possiede questa caratteristica fondamentale: passa gradualmente dal canto d'ispirazione gregoriana fra mottetti e vocalizzazioni fino all'esaltazione quasi ottocentesca della funzione dell'organo (gli accordi forti), criticamente in parallelo con le Messe settecentesche, e perché no, anche verdiane (nella concezione operistica) raggiungendo momenti di assoluta rarefazione che preparano il «Benedictus», l'«Agnus Dei» e quindi il trapasso finale e la liberazione dell'anima. Interessante la lettura che hanno dato del «Requiem» di Ferruccio Merlano il direttore d'orchestra Vladimir Sirenko e il maestro del coro, Victor Skoromny. Ferruccio Merlano infine, il Libera me Domine. Ma ciò che colpisce di Ferruccio Merlano è la capacità di rendere coerente un'opera di per sé complessa come dev'essere in realta un requiem nella sua concezione storico-musicale. Ogni pagina ha un suo preciso stato d'animo che il compositore torinese racchiude nel costante dialogo fra Coro e sezioni d'orchestra. Non c'è un attimo di cedimento: si avverte sempre una tensione scatenante che si placa alla fine nel «Libera me». Ferruccio Merlano è nella vita un uomo mite, desideroso di pace e di tranquillità: questi sentimenti li trasmette alla sua musica: non a caso questo eloquente Armando Caruso
Persone citate: Domine, Ferruccio Merlano, Merlano, Merlano Ferruccio, Victor Skoromny, Vladimir Sirenko
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