Cade aliante, muore il pilota

Cade aliante, muore il pilota Cade aliante, muore il pilota supporti informatici e generi di cancelleria. L'inchiesta si è presto allargata. E si è scoperto che le ditte coinvolte non erano soltanto le prime due. Si è aperto un filone d'indagine «civile», affidato alla procura ordinaria (il pm Enrica Gabetta), che ha portato ieri all'arresto dei due Bertolusso, assistiti dall'avvocato Carlo Rossa. L'accusa si riferisce al periodo tra il '90 e il '95.1 fratelli Bertolusso, d'accordo con i capi dei servizi amministrativi militari, avrebbero presentato fatture rimborsate dall'esercito - di beni o servizi mai consegnati, oppure «gonfiate». Si tratta, quasi sempre, di rifacimenti di impianti di Zito in quell'incarico): nella sua scrivania erano stati trovati dieci milioni, e la Guardia di Finanza aveva presto individuato un paio di ditte che facevano fatture fasulle: dividevano con l'ufficiale i fondi stanziati dall'esercito per forniture mai avvenute. Era emerso un panorama di malcostume diffuso: anche il colonnello Paolo Sudato, che aveva ricoperto lo stesso incarico, finì a Peschiera. Avrebbe fatturato all'esercito lavori effettuati nel giardino di casa. Poi era toccato al tenente colonnello Zito. Secondo la procura militare, avrebbe intascato circa 300 milioni accordandosi con due ditte che avrebbero dovuto fornire

Persone citate: Bertolusso, Carlo Rossa, Enrica Gabetta, Paolo Sudato, Peschiera, Zito