la caduta degli dei

28 28 Martedì 6 Agosto 1996 i Mi IIl LA CADUTA DEGLI DEI Lm ATLANTA w ESTATE in cui persero i guru era cominciata in uno stadio inglese, quando Zola sbagliò il rigore e ad Arrigo Sacchi vennero gli occhi a palla. E' continuata ad Atlanta, sulle l'acce impietrite di La Mura, Rudic e Velasco, gli allenatori in odore di santità delle nazionali di canottaggio, pallanuoto e pallavolo. I guru hanno perduto tutti, anche Cesare Maldini, che guru non lo è mai stato ma lo hanno fatto diventare, affidando al suo presunto carisma una nazionale dove il calciatore più tecnico era l'atalantino Morfeo. In compenso ha vinto sette medaglie Zub, una specie di Boskov polacco, che ha lasciato a briglia sciolta i talenti capricciosi della scherma, anteponendo la classe individuale alla disciplina di gruppo: rimarrà nella memoria Alessandro Puccini che si accende una sigaretta prima di salire in pedana a infilzare l'oro del fioretto. E ne ha vinte cinque Oreste Ferri, il Bearzot della canoa, un grande del passato che nemmeno nel momento del trionfo ha voluto rubare il palcoscenico ai suoi campioni. Quelli che invece i guru hanno lasciato nell'ombra come Chiesa, Del Piero e Zorzi, o addirittura a casa come Baggio, Signori, Abbagliale, Lucchetta e Ferretti, il goleador della pallanuoto. Nell'estate in cui persero i guru, ogni guru ha perduto a modo suo, ma tutti con un virus di jella in comune, non preventivato dai loro computer onniscenti: un rigore sbagliato, un rigore non dato, una schiacciata che va fuori di p

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