Ecco la Nigeria locomotiva d'Africa

Atlanta ha definitivamente sancito l'ingresso di un nuovo Paese nell'elite del calcio Atlanta ha definitivamente sancito l'ingresso di un nuovo Paese nell'elite del calcio Ecco la Nigeria, locomotiva d'Africa E Kanu è pronto a guidare l'Inter 2 a 3-2), ha vinto due partite perse. «La nostra forza è il carattere, la tecnica, lo spirito» spiegava Bonfrere. Signori, una squadra che alle Olimpiadi fa fuori brasiliani e argentini, cioè il fior fiore del Sud America, ha il diritto di pensare in grande. E se Simeone spara a zero su Collina («Siano maledetti gli arbitri italiani, già ai Mondiali Pairetto ci era costato l'eliminazione contro la Romania»), meglio farebbe, Passarella, a spiegarci come gli sia venuto in mente di applicare il fuorigioco su una punizione con palla spiovente in area. Per la prima e unica volta. AH'89'. Pazzesco. Il boom dei nigeriani non è scritto sull'acqua. Primo Paese africano a conquistare l'oro olimpico del calcio e un titolo mondiale (under 16, nel 1985), poi bissato a livello di under 17 (nel 1993, sul Ghana), nel 1994 si era aggiudicata anche la coppa d'Africa, bersaglio che, probabilmente, avrebbe centrato anche a febbraio, in Sud Africa, se solo il suo presidente, l'odioso generale Abacha, non l'avesse ritirata per deliranti ripicche politiche, provocando le dimissioni di Bonfrere («Non mi pagava, e poi io ci volevo andare, a Johannesburg»). La finale, bellissima, ha surclassato, come pathos e come gioco, Brasile-Italia di Pasadena e Germania-Repubblica Ceca di Wembley. Grazie, Nigeria La gioia infinita dei calciatori africani: da sinistra Amokachi autore del primo gol nigeriano e Babangida abbracciano il et olandese Jo Bonfrere, mentre Amunike, che ha segnato la rete decisiva all'89\ applaude. La Nigeria punta ad essere protagonista ai Mondiali '98 in Francia Baggio, pareggio all'89' o giù di lì, rigore nei supplementari. Quel giorno, in panchina c'era anche Bonfrere, assistente del et Westerhof. Olandesi entrambi, ma di pasta diversa: tanto arrogante e superficiale il secondo, quanto spavaldo e con¬ creto il primo, 50 anni tondi, ex attaccante del Maastricht, uno che guardava Cruyff negli occhi. I progressi si misurano anche così: a Boston, la Nigeria perse una partita vinta. Nel giro di due anni, fra Brasile (da 1 3 a 4-3) e Argentina (da 0-1 e 1- le mani convinti, come noi, che avessero prevalso, di poco ma con merito, i migliori. La Nigeria è la locomotiva dell'Africa. Già a Boston, due anni fa, avrebbe battuto persino l'Italia di Sacchi se di mezzo non si fosse messo Roberto Max che tampona il francese Jacque e cade subito dopo il via CICLISMO Il romagnolo si è ritirato ieri dopo 115 km nel Trofeo Matteotti (e Argentina) per lo spirito con il quale l'avete affrontata. Grazie per aver dimostrato che gli schemi non sono tutto (se interessa, le aquile ne applicano uno a cavallo fra il 4-4-2 e il 45-1). Grazie per aver liberato la tecnica e la fantasia dai ceppi del pressing e del fuorigioco. La diaspora europea ha molto giovato alla causa. Quasi tutti sono esuli. Babayaro all'Anderlecht, Babangida all'Ajax, erede di Finidi George, Amokachi al- I Everton (e poi in Turchia), Amunike al Barcellona (se il ginocchio tiene), Orum°. al Lens, Oliseh al Colonia, Ikpe^a al Monaco, Okocha al Fenerbahce. E poi c'è lui, Sua altezza Nwanko Kanu (1,96), due gol al Brasile, due assist contro gli argentini. II 15 agosto raggiungerà l'Inter. Viene da sette mesi fantastici. Le Olimpiadi con la Nigeria, lo «scudetto» e la Supercoppa d'Europa con l'Ajax, per tacere della Champions league, vinta a Vienna contro il Milan e persa ai rigori con la Juve. Kanu è un centravanti che segna e fa segnare, detta i tempi, procura spazi. Un direttore d'orchestra. Sembra un lumacone, ma non lo è. Complimenti a Moratti. Kanu ha vent'anni. E' un obelisco, un monumento a quell'idea di calcio che, scomparsa in Inghilterra, è riaffiorata, fragrante, luminosa, in Georgia. Roberto Beccantini Mentre è festa a Lagos BUENOS AIRES. Un tifoso brasiliano è stato assassinato all'uscita di un locale perché aveva esultato alla vittoria della Nigeria sull'Argentina nella finale di calcio ad Atlanta. Il tragico episodio è avvenuto nel bar La Barrerà, nel quartiere Colegiales, dove lo sventurato, identificato come Elias Farias, 45 anni, aveva seguito la partita in tv e gondolava di fronte alla disfatta dei biancoazzurri che subivano la stessa sorte toccata prima alla squadra del suo Paese. Secondo alcuni testimoni, l'uomo è stato aggredito all'uscita del locale da diverese persone che lo hanno pestato a morte; secondo altri sarebbe stato spintonato da una sola persona e ha sbattuto la testa cadendo. Intanto in Nigeria, la giunta militare che governa il paese, ha proclamato per oggi festa nazionale. Nella capitale Lagos è quasi carnevale, la gente balla e canta ovunque. Ai giocatori sono stati promessi premi speciali, oltre ai 15 milioni di lire stabiliti. IN ARGENTINA