Parolaio di Guido Ceronetti

Parolaio Parolaio P CAPUT MUNDI. Ce l'ha con il «cretino», l'Ugone di Certoit che sembra quasi Guido Ceronetti e che sulla prima pagina de La Stampa sbertuccia il (cretino) che «ha il prurito delle Grandi Scadenze» che «stanzia, appalta, organizza, culturifica, stravolge, sradica», che chiama «centomila telecamere puntate sull'Evento». Il «cretino organizzatore», 0 «cretinismo democratico, eletto regolarmente, tutto un vomito di progetti colossali» e che per Roma «vuole anche le Olimpiadi del 2004»: «Mai donnono, mai riposano, i cretini». Certamente Ugone non poteva alludere al sindaco di Roma Francesco Rutelli che ovviamente «cretino» non è, come autorevolmente viene confermato dal sobrio incipit di un articolo di Repubblica: «Francesco Rutelli non sbuffa: non è nello stile che ha scelto come sindaco. Sospira». Non sbuffa, ma sospira, carissimo tigone. DI TUTTO. DI PIÙ'. Neoconsigliere d'amministrazione della Rai (ma Liliana Cavani lei ha detto che la tv non la guarda quasi mai) Liliana Cavani riferisce al Corriere della Sera che a suo avviso è necessario che «la televisione abbia come compito istituzionale quello di produrre documentari che illustrino la storia». Disinteressatissima predilezione, osserva malignamente il Foglio che mette in luce come, nel mentre perora la causa dei documentari storici, la Cavani non esita a menzionare nella stessa intervista i suoi «Quattro episodi della Storia del Terzo Reich in programmazione per una replica l'anno scorso», poi «spariti dal palinsesto poiché non facevano prevedere un'alta audience». Che la Rai «offra molti eventi musicali, lirici e teatrali», esorta ancora la Cavani. Magari, annota ancora il Foglio, proponendo per la tv di Stato «la Cavalleria Rusticana di cui stava preparando il video proprio quando le riferirono del suo ingresso nel nuovo consiglio Rai». Conflitto d'interessi. Ciriaco De Mita Ciriaco De Mita DI PIÙ'. DI TUTTO. Come si sente uno scrittore al vertice della Rai? Come si sente, domanda Repubblica in un'intervista a Enzo Siciliano, «mi fine letterato che va a coprire vecchie logiche spartitorie»? Ecco come si sente: «Mi sento come Lohengrin che si avvia in Terra Sconosciuta, con la stessa in¬ Lohe Scon LoheScon1 Lohe I Scon misteriose e insondabili e che in alcuni casi è possibile che II tormento del rimorso sia vero, anche se personalmente non credo che certi assassini siano capaci di pentimento, come non si è mai pentito, è lapalissiano, alcun mafioso. Ma ormai in Italia si «pentono» in troppi per poter avere credito. In galera, si può dire rimangano solo i fessi. Non parliamo poi della normativa premiale per i pentiti di mafia che a me sembra una delle mostruosità più rivoltanti che uno Stato abbia mai potuto escogitare. Come si fa a scarcerare, proteggere, foraggiare, coccolare, im¬ LA STORIA SIAMO NOI. Però Adriano Sofri, sul manifesto, segnala che anche l'Espresso è capace di incorrere in qualche amnesia di troppo. Per esempio, a proposito di «tutte le insinuazioni vili e malvagie di questi giorni sul caso Rostagno» che ritiene abbiano imbottito «telegiornali e quotidiani», Sofri si dice sorpreso che «i più autorevoli settimanali» continuino a chiamarlo «ex leader di Lotta continua», e questo «benché io sia anche stato un loro ex opinionista, rubrichista e inviato». Dura lex, sed ex. i '"RIENTE E' ROSSO. «Con noi loro erano dei privilegiati». «Noi» sarebbero i democristiani, «i privilegiati» sarebbero quelli della sinistra. Lo sostiene Ciriaco De Mita in una dichiarazione imprudentemente rilasciata ad Augusto Minzolini de La Stampa. «Mi ricordo che quando ero ministro del Commercio Estero», racconta De Mita per suffragare la sua tesi, si consentì una «deroga». E quale sarebbe la «deroga» dell'allora ministro del Commercio Estero? «Far portare da un gippone una commessa di costumi e di mutande alla moglie di un regista di sinistra». Mutande. Urge nome e cognome, del regista di sinistra e della di lui consorte. tensità conoscitiva». Si sente come Lohengrin, si sente. E pure con la stessa intensità conoscitiva. L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA. I giornali? «Leggeri come il vento», dice intervistato dal Corriere della Sera il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni. Giornali frivoli, pettegoli, fatui, superficiali, approssimativi. Adesso. Ma prima, quando Veltroni era direttore de l'Unità e stava all'opposizione i giornali com'erano? Leggeri o pesanti? Con o senza videocassette accluse? Certamente con videocassette accluse, a cominciare da l'Unità diretta da Veltroni. Però, spiega lui, «io ero partito con Antonioni, adesso siamo al porno soft». Però, obietta l'Espresso, Veltroni serba ricordi imprecisi: «Veltroni astutamente partì con Ultimo tango a Parigi di Bertolucci, filmscandalo per eccellenza, non soltanto vietato ai minori ma addirittura mandato al rogo negli anni precedenti». Antonioni. Pierluigi Battista boscare in luoghi segreti, il tutto con i soldi del contribuente, spregevoli individui che si sono macchiati di decine e decine di aberranti delitti anche a spese di donne e bambini? Capisco che uno Stato di diritto non sempre può essere, e molto spesso non è, uno Stato etico, ma un brandello di decenza dovrebbe essere comunque rispettato. Giuseppe Sortino, Ragusa Gentile Signor Sortino, sono d'accordo con lei. Un minimo di decenza ci vorrebbe. Forse l'improvviso sussulto della magistratura per lo sfacciato esibizionismo dell'ex capo della malavita veneta Maniero può essere interpretato come un segnale di ravvedimento? Lo spero, ma non troppo. Il partito degli amici dei pentiti è così potente in Italia. Del resto, anche lei che parte dalla critica a comunisti e cattolici per eccessiva indulgenza, finisce a poco a poco per processare l'intera società, [o. d. b. ]

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