Butterfly il segreto del harakiri
il caso. Ritrovati a Bologna gli appunti inediti di Puccini: li salvò un soldato tedesco il caso. Ritrovati a Bologna gli appunti inediti di Puccini: li salvò un soldato tedesco Butterfly, il segreto del harakiri Un giallo militare e filologico risolto dopo 50 anni ABOLOGNA VRO' la mia rivincita, vedrai, se la darà in un ambiente meno vasto e meno I saturo di odi e di passioni». Quanta rabbia, quanta determinazione nelle righe che Giacomo Puccini scrive all'amico Camillo Biondi la mattina dopo la notte del disastro. Quattro anni di lavoro accanito dopo il trionfo di Tosca, la certezza di aver di nuovo «inchiodato il mio pubblico con un dramma serrato, efficace, terribile», eppure il volo della farfalla si schianta sul palcoscenico della Scala, il 17 febbraio 1904. Tra «boati e muggiti», come scrive l'editore Giulio Ricordi che, d'accordo con il musicista e i librettisti Mica e Giacosa, ritira immediatamente l'opera e - caso unico nella storia del melodramma - restituisce alla direzione scaligera i diritti già incassati. Sia stata una congiura di claqueurs appoggiata dall'editore rivale Sonzogno, o la reazione a quella che Toscanini aveva definito un'opera «lunga e malsagomata», prevedendo che gli autori sarebbero andati «al macello», Madama Butterfly è, dopo quel tonfo, la storia di una resurrezione che non smette di stupire, svelando ancora dettagli inediti. Nell'anno in cui quattro teatri italiani l'hanno messa in cartellone (dopo Bologna, Milano e Torino l'opera chiude la stagione del Palafenice a Venezia), nuovi documenti rivelano la prontezza con cui Puccini ha saputo reagire all'insuccesso, correggendo se stesso. Durante i recenti lavori di riordino dell'archivio dell'Accademia Filarmonica di Bologna, è stata ritrovata una cartella nera con la dicitura «Documenti pucciniani» e una lettera, datata Bologna, addì 30 aprile 1945. Quel giorno un membro dell'Accademia, Giovanni Nesi, consegna al segretario Mario Mancini «un plico, avuto da un soldato tedesco in ritirata, il quale aveva dichiarato di averlo sottratto a Torre del Lago, nella villa di Puccini». ^ In quelle stesse settima- 4 ne, un ufficiale tedesco ^ salva Carlo Maria Giulini dalla deportazione in Germania dopo aver saputo che quel giovane italiano aveva intenzione di diventare direttore d'orchestra. Il plico bolognese contiene un ritratto del maestro, la marcetta «Scossa elettrica» composta nel 1896 in occasione del primo centenario dell'invenzione della pila di Volta, frammenti del libretto di Butterfly e «32 pagine di appunti dell'opera medesima». Cinquantanni dopo, scopriamo che quell'anonimo soldato melomane ci ha consegnato un tassello finora mancante nella ricostruzione del complicatissimo puzzle che conduce dalla prima versione di Milano alla quarta, considerata definitiva, di Parigi, dove l'opera debutta nel 1906, dopo due mesi di lavoro comune tra il maestro e Albert Carré, primo esempio di collaborazione non episodica tra un musicista d'opera e un regista moderno, come ben documenta la recente biografia pucciniana di Quante sono le cose che non capiamo in questo Paese? Cambiano i governi, la classe dirigente annovera nuovi protagonisti, dovunque si proclamano nuove regole, le stagioni non sono più quelle di una volta, ma la tendenza ad elaborar misteri è sempre imperiosa. I lettori più attenti mi segnalano ogni giorno qualcosa di poco chiaro. Cominciamo pure da questa lettera tutta interrogativi di un corrispondente abituale, [o. d. b. 1 Il mio stupore immediato Egr. Sig. Del Buono, la ringrazio per il gradimento espresso nel ricevere, dopo un lungo silenzio, un mio scritto e subito approfitto della sua disponibilità. Argomento: il recente disegno legge approvato dal governo in tema di riforma della pubblica amministrazione. Parecchi i provvedimenti elencati, tutti a mio giudizio sufficientemente validi, tranne uno che mi ha lasciato alquanto perplesso. E' /pechc A sinistra, un bozzetto originale per la prima della «Butterfly» alla Scala, il 17 febbraio 1904, che fu un clamoroso insuccesso. Sopra, lo studio di Puccini a Torre del Lago, e sotto un ritratto del musicista dipinto da Luigi De Servi
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