Sgarbi a Regina Coeli: sul piano penale è innocente di Guido Tiberga

Sgarbi a Regina Coeli: sul piano penale è innocente Sgarbi a Regina Coeli: sul piano penale è innocente «Moralmente è un uomo spregevole» «Io, nemico dei giudici, ora dico che la sentenza va rispettata» reato?». Mi scusi. Sgarbi, non pensa che un uomo del genere possa anche averle mentito? «Certo. Per questo gli ho fatto una specie di interrogatorio: abbiamo parlato per circa due ore. Prima in quella stanzaccia orrenda, e poi nella sua cella. Che, per una singolare combinazione, è la stessa che fino a poco fa ospitava Valerio Merola: la stessa terribile natura morta alle pareti, lo stesso recipientino di plastica con den¬ Nella foto grande Erich Priebke il giorno ' in cui è stato estradato in Italia A fianco il deputato Vittorio Sgarbi che ieri lo ha visitato tro un limone. La stessa televisione nell'angolo. Mi è sembrato un uomo tranquillo». Tranquillo? Con tutto lo sconquasso che è venuto dopo la sentenza? «Sì, un uomo pacato. Lui non si sente colpevole davanti alla legge: "Capisco il dolore dei parenti delle vittime - mi ha detto -. Ma non sono stato io la causa della loro sofferenza. Quella era la guerra, e in guerra tutti uccidono persone innocenti. Lo avete fatto anche voi italiani"... E' un uomo freddo, Priebke. Ma non dà mai l'impressione distaccata di raccontare la propria storia come se stesse parlando di un altro...». Un uomo tanto freddo da non avere sensi di colpa? «Priebke mi ha confessato di avere una sola cicatrice sulla coscienza: i due uomini che Kappler gli ha ordinato di uccidere personalmente...». Quelli per cui è stato accusato di aver sì eseguito gli ordini, ma con sadismo... «Lui dice di essersi comportato correttamente, secondo il codice militare». Questa è la tesi che ha sostenuto al processo. E lei gli crede? «Senta, io sono una persona molto aggressiva verbalmente, ma sono un pacifista. Se mi chiamassero in guerra, forse diserterei. Ma chi non diserta, combatte. Non si può abolire il tribunale militare, come vorrebbe fare Mancino. Altrimenti, bisognerebbe condannare come assassino chiunque abbia ucciso in guerra. E poi, mi scusi, ma le sentenze vanno rispettate». Sgarbi, lo dice proprio lei... «Sì, proprio io, il "nemico dei giudici", quello che si è battuto contro gli errori: Gamberale, Pacciani, il caso di Biella. Quello che è stato accusato di voler sottomettere il potere giudiziario. Questa volta butto in faccia agli altri le accuse che hanno sempre fatto a me: se i magistrati devono essere liberi, spiegatemi perché il Presidente della Repubblica, il ministro Flick, il Parlamento intero si sono abbandonati a queste proteste vergognose. Si è creato un paradosso politico: questa sentenza è l'ideale per indignare tutti e per mettere tutti d'accordo: da Gianfranco Fini, che deve essere contro per paura di sembrare un fascista, a Cossutta. Solo un matto come Sgarbi poteva mettersi contro questa folla unanime». Quindi secondo lei la sentenza è giusta? «No, bisognava avere il coraggio di andare fino in fondo: Erich Priebke, moralmente, è un uomo spregevole. Ma sul piano penale è innocente, e gli innocenti vanno assolti». Gli hanno riconosciuto le attenuanti. Non le basta? «Proprio questa è la follia. Si dice: questo è un assassino, colpevole di una strage terribile, però gli riconosciamo le attenuanti e lo mandiamo a casa. No, il giudice doveva avere il coraggio di dire: quest'uomo fa schifo, ma io non ho trovato reati commessi da lui, quindi lo assolvo. Sarebbe stato meglio così, e poi magari soddisfare la propria sete dì vendetta sparandogli nella schiena». Guido Tiberga

Luoghi citati: Biella, Italia