Scalfaro: «Il diritto rispetti la storia»

Incontro coi familiari dei caduti alle Ardeatine. Mancino: «Aboliamo il tribunale militare» Incontro coi familiari dei caduti alle Ardeatine. Mancino: «Aboliamo il tribunale militare» Scalfaro: «Il diritto rispetti la storia» «Comprendo la vostra ferita» lFréazìòni tato Tullia Zevi uscendo dal Quirinale. All'indomani della sentenza Priebke, il Palazzo si interroga sul ruolo dei tribunali militari. «Il tribunale militare va abolito» ha detto il presidente del Senato Nicola Mancino. «A cinquantanni dall'ultima guerra, il codice deve essere quello ordinario, e non quello militare». Fra i primi a prendere questa posizione, Fabio Mussi del pds. Il quale ieri mattina stessa ha presentato alla Camera una proposta di legge, firmata anche dai colleghi Cesare Salvi, Piero Folena, Claudia Mancina ed altri, che prevede che i magistrati militari passino, su delibera del Csm, alla magistratura ordinaria. «In tempo di pace sono soppressi gli organi giudiziari militari»: così inizia l'articolo numero uno della proposta di legge dei gruppi della Sinistra democratica. E nel presentarla, Mussi ha sottolineato che anche la comunità internazionale è preoccupata per il significato politico della sentenza Priebke. Cesare Salvi ha sottolineato che è ROMA. «Vorremmo essere degni di partecipare alla vostra sofferenza. Il diritto appartiene alla persona umana e alla storia. E quello che non rispetta la persona umana e i suoi valori, non è diritto». Così il presidente della Repubblica, che ieri al Quirinale ha ricevuto i familiari dei caduti delle Fosse Ardeatine, accompagnati dal professor Giovanni Gigliozzi, e i rappresentanti delle comunità ebraiche, tra i quali Tullia Zevi e Claudio Fano. Scalfaro ha ricordato di essere stato un giudice, e di comprendere la ferita che con la sentenza del tribunale militare si è riaperta. E ha detto anche di aver avuto una grande soddisfazione: «Non c'è stata nel mondo politico una sola voce dissonante: e questa unanimità è stato un fatto di grande maturità». «E' stato un incontro di grandissimo significato. Noi siamo in perfetta sintonia con Scalfaro nel credere e nel tutelare i valori fondamentali di questa Repubblica, che e nata dalla Resistenza», ha commen¬ IL GIURISTA EX PARTIGIANO A fianco. Papa Paolo VI, che quando era cardinale riusci a far liberare Vassalli. A destra, l'ex presidente della Repubblica Sandro Pertini questa una disposizione già contenuta nell'articolo 103 della Costituzione, che parla di «limitare le possibili invasioni della giurisdizione speciale su quella ordinaria». Per Piero Folena «la sentenza Priebke segna definitivamente la frattura tra i giudici militari e la coscienza civile del Paese». Dello stesso parere Giuseppe Ayala, ex magistrato, che parla addirittura di «residuato bellico che va cancellato». Anche Rifondazione comunista ha proposto l'abolizione dei tribunali militari. Il presidente dei deputati di Rifondazione, Oliviero Diliberto, ha sostenuto che «i reati di strage, rappresaglia contro i civili, crimini contro l'umanità commessi da militari in tempo di guerra, dovrebbero essere comunque di esclusiva competenza degli organi giudiziari civili». Infine, una proposta di legge che va nella stessa direzione è stata presentata anche dai senatori Verdi, che sono arrivati a Palazzo Madama con la stella di Davide appuntata sul petto. [r. r.] ioni mine^ «Anche allora assistemmo a reazioni di questo genere» «A Roma oltre all'uomo è stato processato un crimine^ contro l'umanità» del tribunale militare di Roma, il pubblico ministero Veutro che chiese l'assoluzione di Priebke per aver agito in stato di necessità. Il tribunale ritenne che Priebke non avesse potuto sottrarsi all'ordine. Sono tutte cose che abbiamo vissuto dal 1948. E' da allora che le sentenze sono di questo tipo. Anche se con la sentenza emessa ieri sono andati oltre: tecnicamente, infatti, Priebke è stato ritenuto colpevole». Adesso, alcuni parlamentari, e Fabio Mussi in particolare, hanno chiesto l'abolizione del tribunale militare. E' una via percorribile? «E' una vecchia storia anche questa. Non posso darle giudizi. Anche di questo, sono cinquant'anni che si discute». Ma a lei che è stato un eroe della Resistenza, sembra Il giudice Giuliano Vassalli, ex partigiano e medaglia d'argento della Resistenza giusto che a cinquant'anni di distanza Erich Priebke venga processato da un tribunale militare? «Oggi sì. Per come sono le leggi sì. Ma se sopprimeranno il tribunale militare, faranno bene. Nel codice penale militare, questo è il punto, sono previsti dei crimini di guerra commessi contro la popolazione civile. Anzi, uno dei crimini di guerra principale è proprio quello contro le popolazioni civili». Questioni di competenza, dunque... «Questioni di competenza e di giurisdizioni. Sono cose che hanno deciso dei giudici. Il pubblico ministero ha prima sollevato la questione, se dovesse proprio essere un tribunale militare a giudicare Priebke, poi ha rinunciato. Il giudice per le indagini prelimina¬ ri ha riconosciuto la competenza del tribunale militare. La questione è stata oggetto di molte controversie, e decisa in sede giurisdizionale». Ma non le sembra terribile proprio questo? Quando il giudice ha letto la sentenza, i familiari delle vittime si sono ribellati al fatto che la legge, con i suoi cavilli, abbia assolto ciò che la società civile e la Storia hanno già ampiamente condannato. «L'ha detto anche il presidente della Repubblica, "quella che non tiene conto dei valori che sono storia dell'uomo, non è legge". Perché al tribunale militare di Roma si è giudicato un crimine contro l'umanità, non solo Erich Priebke». Antonella Rampino Reazioni dure, e quasi tutte di condanna, ieri alla sentenza sull'ex ufficiale nazista Eric Priebke. Il giudice Quistelli si evite- «SENTENZE COME SONDAGGI». «D'ora in avanti le sentenze che verranno emesse dai tribunali dovranno essere conformi ai sondaggi d'opinione elaborati dagli istituti di ricerca». E' questa la provocatoria proposta del magistrato Bruno Rocchi, giudice a latere del processo Priebke. «Il sondaggio Cirm della rubrica "Dossier" del Tg2 - spiega Rocchi - mostra come la stragrande maggioranza degli intervistati fosse favorevole a una condanna. Se una legge ci obbligasse a emettere sentenze conformi ai sondaggi conclude polemicamente il giudice rebbero disordini». I/ONU CONDANNA. Avere obbedito agli ordini non costituisce una circostanza attenuante in caso di violazione dei diritti dell'uomo: lo sostiene un rapporto redatto per conto dell'Orni da un giurista francese che sarà esaminato a Ginevra dalla sottocommissione delle Nazioni Unite per i diritti umani. Il testo del documento è stato reso noto proprio ieri, redatto in termini generali e senza alcun riferimento diretto al caso Priebke. L'IRA DI INGRAO. «Questa sentenza è l'atto di revisione più grave nei riguardi delle ragioni e dei fondamenti dell'Italia repubblicana». Lo sostiene Pietro Pietro Ingrao Ingrao (foto) in un editoriale che viene pubblicato sul numero di oggi del Manifesto. «Dinanzi alla sentenza - sostiene Ingrao - ho qualche paura per i miei figli e i figli dei miei figli». Ed è per questo, aggiunge, «che i poteri di questo paese, il Parlamento dovrebbero ribellarsi. C'è una controversia storica che non può essere chiusa nell'aula di un tribunale». «SENTENZA GIUSTA». Secondo Guido Mussolini è stata «una sentenza giusta, giuridicamente inappuntabile». Il nipote del Duce vede nelle reazioni al processo «qualcosa di grave e preoccupante per l'assetto dell'ordinamento giudiziario. La giustizia si fonda infatti sul rispetto delle leggi e delle decisioni della magistratura e non sul consenso o lo sdegno popolare. Le decisioni vanno sempre rispettate, sia che addolorino una parte sia che accontentino un'altra. E vanno impugnate rispettando la legge, non con sollevazioni e proteste».

Luoghi citati: Ginevra, Ira Di Ingrao, Italia, Roma