A congresso, mai così deboli dopo aver monopolizzato il dibattito Usa di Alexander Stille

A congresso, mai così deboli A congresso, mai così deboli dopo aver monopolizzato il dibattito Usa Due anni fa erano fortissimi. Ora sono divisi, deboli, senza chance per le presidenziali. Le ragioni del «grande gelo» MNEW YORK ENO di due anni fa il partito repubblicano si trovò nella posizione più forte di I cui avesse mai goduto in quasi mezzo secolo. Per la prima volta dal 1952 i repubblicani avevano assunto il controllo di entrambe le Camere del Congresso e sembravano aver condannato il democratico Bill Clinton a una disfatta certa nelle elezioni presidenziali del 1996. Inoltre i repubblicani avevano realizzato molto più di una semplice vittoria elettorale: sembravano aver determinato uno spostamento fondamentale nel governo americano. Il «contratto con l'America» - proposto dal leader repubblicano al Congresso Newt Gingrich - prometteva di smantellare il moderno Stato assistenziale degli ultimi sessant'anni in favore di una rivoluzione radicale, nel segno del libero mercato. «In quei giorni di speranza e di gloria, l'aspettativa fiduciosa era che le elezioni del 1996 sarebbero state una eccitante conferma del riallineamento del 1994» ha scritto ormai disilluso l'opinionista conservatore William Kristol in un recente articolo. «Le elezioni di quest'anno sarebbero dovute essere l'equivalente della vittoria di Franklin Roosevelt nel 1932. Tutto ciò non accadrà - almeno non quest'anno». Il partito repubblicano va al suo congresso nazionale (a San Diego, all'11 al 16 agosto) profondamente diviso, guidato da un candidato debole e non carismatico come Bob Dole, che tutti i sondaggi d'opinione danno assai distanziato dal presidente Clinton. La campagna elettorale di quest'anno è dominata da una domanda paradossale: perché il partito repubblicano, che negli ultimi 15 anni era cresciuto in maniera così spettacolare dominando il dibattito ideologico e politico, si ritrova in una posizione così debole alle presidenziali del '96? La realtà paradossale potrebbe però essere meno contraddittoria di quanto non appaia a prima vista. L'attuale debolezza repubblicana potrebbe essere il risultato diretto di alcuni dei suoi recenti successi. La vittoria dei repubblicani al Congresso nel 1994 si è trasformata, finora, in quanto di peggio potesse capitare al loro candidato alle elezioni '96. Vincendo troppo presto, i repubblicani si sono assunti la responsabilità del governo e perciò ricevono la loro quota di rabbia popolare. Il 60 per cento degli americani ritiene che il Paese stia andando nella direzione sbagliata. Mentre i democratici controllavano sia la Casa Bianca sia il Congresso, i repubblicani approfittavano del cattivo umore dell'opinione pubblica. Ma da quando sono arrivati a dominare la scena politica, i repubblicani sono diventati un parafulmine per il malcontento popolare. Newt Gingrich - quando ha tentato di trasformare in legge il suo Contratto con l'America - è riuscito a trasformarsi nel politico più impopolare del Paese. Mentre il pubblico era entusiasta di una nuova generazione di leader che avrebbero potuto smuovere di nuovo il Congresso, molti elettori si allarmavano per gli sforzi ambiziosi di Gingrich di riscrivere il contratto sociale. Le proposte di ridurre radicalmente la legislazione ambientale e l'assistenza medica agli anziani ha spaventato gli elettori moderati. «I repubblicani hanno letto in maniera completamente sbagliata queste elezioni - dice William Cohen, un repubblicano moderato che si è ritirato dal Senato -. L'opinione pubblica è pronta a dire: "Lasciamo che il mercato governi ogni cosa"? Evidentemente, no». Inoltre, la tattica delle maniere forti di Gingrich - chiudere tutti gli uffici governativi per costringere Clinton ad accettare il suo programma - si è ritorta contro di lui in maniera disastrosa, facendo apparire i repubblicani assai più radicali ed estremisti della loro controparte democratica. «Se i repubblicani avessero vinto quella battaglia - o costringendo il Presidente ad accettare il bilancio alle loro condizioni o convincendo il pubblico che era il Presidente degli Stati Uniti, non il presidente della Camera dei Rappresentanti DfososepeLede e Gingrich che meritava l'etichetta di "estremista" - la corsa elettorale del '96 avrebbe avuto tutt'altro aspetto - scrive il conservatore David Frum -. Ma i repubblicani non hanno vinto e la loro sconfitta ha avuto l'effetto di frantumare il partito repubblicano nel suo insieme»'. Le radici dell'attuale dilemma dei repubblicani sono comunque assai più profonde dei problemi del 104° Congresso. I repubblicani sono divisi proprio sui temi esplosivi che hanno introdotto con successo nella vita politica degli ultimi trent'anni: opposizione ai diritti civili, aborto, secolarizzazione della società, diritti degli omosessuali. «Tutto è cominciato nel 1964 con la cosiddetta "Strategia del Sud", il tentativo di strappare il Sud al partito democratico sul terreno dei diritti civili», dice Tanya Melich, un'attivista moderata repubblicana che ha lasciato il partito nel '92 e ha scritto il libro La guerra repubblicana contro le donne. Il partito repubblicano nacque nel XIX secolo come il partito antischiavitù di Abraham Lincoln. Ne¬ Qui dL^nto Hat Bulinai c KlUldiU iNlXu.. 111111 o 111111 i candidati piesiueiiiiali icpubblicani erano obbligati a rivolgersi ai conservatori religiosi per vincere la nomination, ma poi dovevano riconquistare il centro nelle elezioni generali. Il bisogno di anmiansne elettori profondamente diversi aiuta a spiegare gii improvvisi capovolgimenti e i goffi errori che haimo afflitto la campagna presidenziale di Bob Dole. Inizialmente Dole promise di vietare le anni d'assalto - tema favorito dell'estrema destra, che si oppone al controllo delle armi da fuoco - ma poi si rimangio la parola. Rifiutò i fondi di qualsiasi gruppo omosessuale repubblicano, ina poi si scuso per l'errore, Coltivo l'appoggio di Lolla Poweil, un repubblicano nero modeiato ma poi creo inutilmente malcontento rifiutando l'invito a rivolgersi al Naacp, il più ampio gruppo moderato per i diritti civili. Durante le primarie attaccò l'idea di tagli alle tasse, ma ora ne propone uno suo. Suggerì nella piattaforma del partito una leggera attenuazione del linguaggio sull'aborto, ina poi ritirò il suggerimento quando i conservatori religiosi minacciarono di rompeie con la coalizione repubblicana Ola Sta oeicanUo di imediai e la auo doppia capriola tacendosi ^jieseiiiuic allr 01W61 .1 -ne da una doiuio ta\ oli ili tuono, busan Molinai fi peso della nuova desila e gli sluizi concertati dei icouDDlicani per corteggiale gli elettori bianchi irritati ha avuto l'effetto di alienare molte elettrici moderate. Le doiuie hanno iniziato a votare per i democratici in percentuali assai più alte rispetto ai loro mariti e quest'animo il «gap di genere» ha l'aggiunto proporzioni da emergenza. Secondo tui recente sondaggio, tra le donne Clinton e ni testa a Dole di uno stupefacente pei cento li problema e molto più [jiuiondo della posizione CU Uolc sui cosiddetti «temi femniuuli» come l aborto o le discriminazioni sessuali. «La retorica del Congresso repubblicano le ha allontanate davvei u - dice ancora Tanya Melich, l'ex repubblicana moderata -. La chiusura del governo e l'ostilità verso i programmi sociali hanno dato alla gente l'impressione che il partito repubblicano è spietato. Le donne, proprio perché sono state discriminate, sono meno contrarie a una protezione da pane del governo». La maggior pane delle donne, ad esempio, è favorevole all'aumento del salario minimo (da 4.25 dollari a 5,15) - una misura proposta dai democratici e osteggiata dai repubblicani. «Il 63 per cento delle persone che guadagnano il salario minimo sono donne bianche» dice la Melich. Newt Gingrich. proponendo di smantellare gran parte dello Stato sociale, ha portato la retorica antigovernativa di Reagan aila sua logica conclusione cosi ■ mgendo gli aiueilcam a scelte difficili che naiiiio spavcnuiLc molti elei tori. «Il governo e li nemico finche non hai bisogno eli un amico,' na Uetio il senatore Cohen, uno dei tanti repubblicani moderati che si sono ritirati dalla politica. Per battere il nuovo Congresso repubblicano, il presidente Clinton si è spostato radicalmente a destra. «L'era del grande governo è finita» ha dichiarato nel suo discorso sullo stato dell'Unione dello scorso anno. Per questo ha abbandonato la sua ambiziosa rifórma sanitaria e i programmi di addestramento al lavoro ed è ormai prossimo alla fuma di mia legislazione che metterà l'ine al diritto dei poveri all'assistenza pubblica, una cosa elle Konald Reagan non avrebbe mai osato fare. La nuova destra potrà fui se perdere le elezioni ma è riuscita a condizionare parti importanti dell'agenda politica. «La causa dei conservatori è più grande di qualunque elezione o qualunque candidato - ha scritto di recente il giornalista conservatore David Frum -. Il potere di dettare i termini del dibattito è l'estremo potere politico. Sarebbe bello conquistare la Casa Bianca: ma anche senza Casa Bianca i conservatori possono continuare a dominare la vita politica del Paese» Alexander Stille

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