«La mia lotta solitaria per la verità» di Antonella Rampino

«La mia lotta solitaria per la verità» «La mia lotta solitaria per la verità» Carla Rostagno: Cardella punì mio fratello Ma lei lo avrà chiesto a queste persone che erano a Saman in quel periodo... «Sì. Tutti ricordano ima litigata che c'è stata alcuni giorni prima. Una discussione molto forte, e poi il famoso fax. Mauro questa cosa l'ha accettata a malincuoie. A una sua amica che lo incontrò il giorno prima che venisse ucciso, Mauro disse che non voleva parlarne». Chicca Roveri ha sostenuto che Cardella e Rostagno smisero di parlarsi dopo un'intervista che Rostagno diede, e che a Cardella non piacque. «E' vero. Che io sappia, Mauro e Cardella non avevano avuto contrasti accesi, prima di allora». Ma perché dopo l'omicidio di suo fratello lei ha sentito il bisogno di andare a cercare altre persone che avevano vissuto con lui? «Perché i miei rapporti con Cardella e Chicca si erano interrotti. Francesco una volta mi attaccò. Era il 1990. Io avevo pensato di mettere «Pochi giorni prima di morire ebbe con lui una violenta lite» m.mmmm wm insieme mia sorta di comitato che sostenesse i magistrati nel lavoro d'indagine, per arrivare a una verità sitila morte di Mauro. Cardella subito mi disse di andare avanti. Poi mi attaccò da un'emittente privata di Trapani, dicendo che questa mia iniziativa era inutile, e ridicolarizzandola. Insomma, mi sono sentita presa in giro. Col passare del tempo ho capito che voleva allontanarmi da Saman». Ma lei ha mai pensato che la verità sulla morte di suo fratello la si potesse trovare all'interno di Saman? «Non l'ho mai pensato. Io volevo solo ricostruire i suoi ultimi mesi di vita». Trova credibile l'ipotesi di un omicidio di mafia? «Sono andata anche da Borsellino, per sapere se potesse chiederlo a Giacoma Filippello, la pentita di mafia moglie di Natale Lala. Ma la Filippello rispose che della morte di Rostagno non sapeva nulla». Nella sua indagine che ipotesi sono emerse sulla morte di Rostagno? «Che c'erano molte persone che potevano avere interesse alla sua morte. Mauro con le sue trasmissioni era un grosso elemento di disturbo. Parlava del bilancio occulto del Comune di Trapani, che ha sede a palazzo D'Ali, e lui chiamava "D'Ali Babà e dei quaranta ladroni". Poi pai-lava della Iside 2, una loggia massonica coperta, ma benedetta da Licio Gelli con la sua discesa in Sicilia. Si occupava di molte coso, e dava molto fastidio». Marco Boato... «Marco Boato fa confusione, mi ha accusato di essere contro Lotta continua. Ma i fatti sono questi: quando ho saputo che il caso stava per essere archiviato, nel '94, mi sono precipitata in Sicilia con il mio avvocato Carlo Palermo. E ci siamo opposti all'archiviazione. Erano tre le piste investigative, in quel momento: ima riguardava l'omicidio Calabresi, per il quale Maino aveva ricevuto ima comunicazione giudiziaria. Ma noi non abbiamo chiesto di approfondire quella particolare ! ipotesi. Ci siamo solo opposti all'archiviazione del caso». Eppure si è parlato di ima «lobby» di ex di Lotta Continua... «Non capisco di cosa si parli. Le loro strade si sono divise nel 1976. Mauro, poi, aveva pochissimi amici tra loro. Tant'è vero che, fino ad oggi, nessuno di loro ha fatto o scritto nulla per scoprire la verità sulla morte di Mauro Rostagno». Antonella Rampino Il pm: concorso in omicid

Luoghi citati: Comune Di Trapani, Sicilia