LA GUERRA DELLE PROVETTE ATTO FINALE

12 12 Venerdì 2 Agosto 1996 LA GUERRA DELLE PROVETTE ATTO FINALE LLONDRA A scatolina trasparente con quattro vaschette concave assomiglia a un astuccio por lenti a contatto. Vi fluttua una soluzione chiara come l'acqua. Il professor Robert. Forman, direttore clinico del London Gynecology and Fertility Centre, la fa scivolare delicatamente sotto il microscopio e mormora: «Guardi qua». Quattro grumi granulosi circondati da un cerchietto. Ecco alcuni dei 3300 embrioni che ieri mattina sono stati scongelati in tutta l'Inghilterra perché le coppie a cui appartenevano hanno lasciato scadere il termine per la loro distinzione, fissato alla mezzanotte del 31 luglio, senza reclamarli. E il governo inglese non ci ha ripensato: le proposte e proteste delle organizzazioni cattoliche antiabortiste sono rimaste inascoltate. Ingranditi di 50 volte dal microscopio elettronico, appaiono più frammentati delle loro migliaia di simili che mezzo metro più in là, dentro sei bei cilindri di metallo azzurro, attendono di essere impiantati in un utero di donna. Quell'ima o due cellule sotto la lente, invisibili a occhio nudo, mostrano chiaramente che «non sono più utilizzabili». Non ci e voluto molto, per lasciarle perire. E' bastato tirarle fuori dai contenitori, o poco più. «Ieri notte abbiamo estratto da questi bidoni gli embrioni che non ci era più permesso conservare e li abbiamo sistemati, per evitare confusioni questa mattina, in un piccolo congelatore a parte». Di buon mattino, i due embriologi che fino a mercoledì erano riluttanti a procedere, ci hanno ripensato. Sollevano il tappo dei contenitori frigorifero, che sguscia via senza minore perche e rivestito di gommapiuma all'interno. In silenzio, tra i fumi dell'azoto liquido che sfiatano tutt'intorno come un alito bianco, sfilano le lunghe provette contenenti cannule lunghe come stilli. Ciascuna contiene un numero variabile di embrioni creati per una donna e un uomo. Normalmente, l'etichetta sul vetro corrisponde a un ventre materno. Oggi corrisponde a una di quelle scatoline di plastica trasparente colme di un fluido non nutriente. «Nel giro di un'ora, gli embrioni non sono più utilizzabili - spiega il professor Forman -. Questa soluzione, simile a quella usata per lo sperma, non può sostenerli. Gli embrioni scongelano immediatamente, non appena sono fuori dai contenitori». Le scatoline, poco più grandi di un porta-aghi, possono contenere l'ino a 10 embrioni l'ima. Vengono nitidamente impilate l'ima sull'altra, sullo scaffale d'acciaio, e lasciato a temperatura ambiente. Nessun intervento attivo viene fatto per accelerare il procosso, che comunque e per natura rapidissimo. Nel giro di tre ore, tutti i 2C7 embrioni non reclamati o derivanti da un donatore, sono inerti. Saranno trasferiti, immersi nel fluido, in un contenitore per rifiuti umani e inceneriti. Al di là dei gesti clinici, nel laboratorio del London Gynecology and Fertility Centre si respira aria di guerra contro la legge che ha imposto l'eliminazione degli embrioni. La voce dolce del professor Forman si anima. «Non era necessario. E' una grande tragedia, causata da GIUSTIZIA E AFFETTI PALERMO

Persone citate: London

Luoghi citati: Inghilterra, Palermo