Scala, Milano annaspa
Scala, Milano annaspa Scala, Milano annaspa E Formentini fa la pace con Strehìer mmmmmm mune non ha problemi di risorse. Quel che non arriverà dagli sponsor verrà trovato dall'amministrazione». La Pirelli tace sorniona. Ma sotto sotto i contatti sono frenetici. E difatti in serata è giunta la battuta che il copione ormai impone: venerdì si rivedono tutti, Formentini, Tronchetti Provera capo della Pirelli, Beltrami alla testa della Fondazione Cariplo, e Scala. Cercheranno di ricucire. Che altro possono fare? Sembrano mancare i tempi per soluzioni alternative. Lo conferma l'assessore all'urbanistica, Elisabetta Serri: «Due sono i punti fermi: la chiusura della Scala perché deve ristrutturarsi e la volontà del Comune a fare in tempo». Perché la verità è che la Scala vive ormai in emergenza: deve rifare tetto e impianti di sicurezza e deve finalmente sostituire il vecchissimo palcoscenico, mai cambiato da quando è nata. Per questo ha bisogno di tirare un po' il fiato, di chiudere la sede storica e trasferirsi altrove per una o due stagioni. Il piano prevede che entro il '99 dovrebbe esser pronta appunto Formentini dopo l'incontro con la Pirelli, che ha ritirato la sponsorizzazione per il teatro che consentirà la ristrutturazione della Scala. In alto, Giorgio Strehìer la Scala 2, la Scala Bicocca, cosi la Scala 1, la Scala del Piermarini, va lì e torna a casa nel 2001, giusto in tempo per lo scoccare dei cento anni dalla morte di Verdi. Quella data, il 2001, è la Maastricht della Scala. «Se non saremo pronti - ha detto Muti dovremo chiedere scusa al mondo». Il maestro Roman Vlad, direttore artistico del teatro, è angosciato da quest'ingranaggio strettissimo: «Nell'incertezza scoppiata adesso all'improvviso con questo rinvio, siamo tutti a bagnomaria. Io ho la responsabilità di programmare, ma come faccio? Sono costretto a improvvisare, a scritturare gli artisti liberi all'ultimo minuto. La grande Scala ridotta così! Si rende conto la pubblica opinione?». Lo scontro politico fa intanto scintille: «Io capisco Formentini, isolato politicamente e culturalmente - dice Stefano Draghi, capogruppo pds in consiglio comunale -. Ma sono allibito dalla superficialità, dal dilettantismo disperante di questa giunta». «La Scala è un pretesto - dice per contro il musicologo Quirino Principe, che si definisce le¬ hanno una nuova compagnia telefonica su cui contare: Infostrada. Offre servizi integrati di telecomunicazioni {trasmette sia voce che datil tramile soluzioni peisonalizzate e un'assistenza dedicata e capillare su tutto il territorio nazionale. Infostrada non nasce dal nulla. I suoi azionisti: Gruppo Olivetti e prestigiosi partners intemazionali, vantano una solida esperienza nel settore. E la differenza, in termini di agilità, dinamismo e assenza di burocratismi si riflette anche sulla convenienza. Una differenza rhe si vede ma soprattutto si sente. In tutta Italia. Per saperne ghista, consigliere d'amministrazione scaligero -. Si spara sulla Scala per sparare sulla giunta con cinismo infame. Se Formentini decideva subito, l'attaccavano per non aver fatto la gara d'appalto; se fa la gara d'appalto, l'attaccano perché perde tempo... Il sovrintendente del dopoguerra Ghiringhelli oggi sarebbe in galera perché pagò di tasca sua il 90% delle spese: salterebbe su un Di Pietro a chiedere "da dove vengono questi soldi?"». «Sono schifato», aggiunge Principe. E accusa: «La responsabilità della situazione ce l'hanno molte forze che stanno a Milano, ma che di Milano non sono... La maggior colpa è della Chiesa milanese e delle forze cattoliche». Non vuole aggiungere altro. La Milano culturale annaspa in uno «smandrappo» più ampio e complesso, ha detto Arbasino. E comunque: Formentini e la Scala, Formentini e Strehìer... Il seguito alle prossime puntate. Claudio Alta [buene si, gli Italiani e di più telefonate al Numero Verde. non crederete alle vostri' orecchie. Ecco la prova. rocca
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